Detector magnetico Marconi in scatola di sigari - ricevitore - Industria, manifattura, artigianato

Marconi Guglielmo

Detector magnetico Marconi in scatola di sigari - ricevitore - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

scatola in legno con coperchio incernierato al cui interno trovano posto due magneti a ferro di cavallo fissati orizzontalmente da un traversino in legno, due bobine coassiali in rame e una trecciola in ferro dolce rivestita di seta. La trecciola esce parzialmente da due fori posti sui lati della scatola. Il fondo della scatola, più ampio nella parte frontale, ospita quattro serrafili per il collegamento al ricevitore telefonico e al sistema antenna/terra.

Notizie storiche: copia del primo detector magnetico in scatola di sigari, donata negli anni Trenta da Gugliemo Marconi a Guido Ucelli di Nemi, futuro fondatore del Museo della scienza e della tecnica. Utilizzato per la prima volta da Giglielmo Marconi per la ricezione dei segnali radiotelegrafici, sfrutta un principio di rivelazione del segnale fondato su fenomeni magnetici. Tale fenomeno di demodulazione del segnale, basato sull'isteresi magnetica di un materiale ferromagnetico, fu osservato per la prima volta dallo scienziato inglese Ernest Rutherford nel 1896 e fu ripreso da Gugliemo Marconi nella primavera del 1902 per la costruzione del suo primo Detector Magnetico, UK patent N° 10245/1902. Il detector magnetico, dopo il coherer, fu il secondo rivelatore brevettato da Guglielmo Marconi. Questo prototipo sperimentale venne realizzato nella primavera del 1902 in una scatola di sigari a seguito di un intenso lavoro condotto da Marconi per sostituire il precedente rivelatore, il coherer, dispositivo troppo delicato e poco efficiente. Per la sperimentazione ufficiale il Detector in scatola di sigari e il modello dell'Arsenale di La Spezia furono installati sull'incrociatore Carlo Alberto della Regia Marina nell'estate del 1902. La nave salpò dall'Inghilterra con a bordo Gugliemo Marconi che per diverse settimane svolse importanti esperimenti sul nuovo ricevitore. I risulati della campagna sperimentale sulla Carlo Alberto furono positivi: il detector magnetico riusciva a ricevere il segnale di Poldhu (a sud della Gran Bretagna) da tutti i mari d'Europa. Dopo questo successo tecnico e scientifico, il detector magnetico fu prodotto dalla Marconi's Wireless Telegraph Company su scala industriale. Al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia "Leonardo da Vinci" è esposto nella sezione telecomunicazioni, nella vetrina dedicata a Marconi, assieme al ricevitore in ebanite con numero di inventario IGB2150

Autore: Marconi Guglielmo (costruttore) (1874/ 1937)

Datazione: post 1925 - ante 1932

Materia e tecnica: legno; metallo; rame; carta

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 22,5 cm x 19,6 cm x 16,5 cm (scatola di sigari aperta); 22,5 cm x 19,6 cm x 5 cm (scatola di sigari chiusa); 17 cm x Ø 7 cm (cornetta)

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" "La sala Marconi : Le sezioni radio e telecomunicazioni", Milano 1957

Solari L. "Storia della radio", Milano 1939, pp. 48-66 f. 34

Credits

Compilazione: Temporelli, Massimo (2006)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011); Pedrazzin, Erika (2019)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).