Microfono - Industria, manifattura, artigianato

Vanni Giuseppe; Laboratorio dell'Istituto Militare Radiotelegrafico di Roma

Microfono - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Derivato dal modello proposto da Quirino Majorana questo microfono per radiotelefonia è composto da una struttura di sostegno in legno ospitante: una scatola costruita in ebanite e vetro con elettrodi regolabili e una capsula microfonica in ottone. All'interno della scatola in ebanite e legno è presente una cavità che permetteva il passaggio del liquido (acqua acidula) dall'alto in basso. Nella parte superiore è presente l'innesto per il liquido mentre nella parte bassa a sinistra è ubicata la valvola di sfogo del liquido. Sullo stesso lato della scatola fuoriesce un sostegno in ebanite recante le vite di regolazione di uno dei due elettrodi. L'altro elettrodo probabilmente era fissato in un apposito allogiamento sull'altro lato (ora rotto e giacente sulla superfice inferiore della cavità). Davanti alla scatola in ebanite e vetro una capsula microfonica in ottone, corredata di un corno in ebanite, può scorrere lungo l'asse lonitudinale attraverso una vite di regolazione (regolazione risonanza).

Funzione: Il microfono idraulico di Giuseppe Vanni costruito intorno al 1912 presso l'Istituto Militare Radiotelegrafico (dove Vanni era direttore dei laboratori), deriva dal modello inventato da Quirino Majorana tra il 1904 e il 1909 (vedi scheda dell'oggetto n° inv 2230). Questo modello però non è del tipo "a getto vibrante e collettore fisso" come quello di Majorana ma è uno dei due elettrodi che vibrando produce lo stesso effetto di modulazione della corrente d'antenna. Per questo motivo questo tipo di microfono viene chiamato "a getto fisso e collettore vibrante". Un flusso di liquido conduttore (acqua con acido solforico) viene fatto circolare, per mezzo di una pompa, all'interno del percorso ricavato nella cavita presente nel parallepipedo in ebanite dove sono presenti i due elettrodi (uno rotto). Quando la voce dell'operatore lambisce il corno acustico della capsula microfonica una membrana contenuta al suo interno comincia a vibrare. Tale vibrazione viene trasferita attraverso un sistema di leve (mancanti) a uno dei due elettrodi che è libero di vibrare. Il flusso di liquido viene fatto cadere sull'elettrodo vibrante ed è questa vibrazione a produrre una discontinuità nella forma e nello spessore del flusso. In questo modo la resistenza elettrica nel circuito antenna/terra subisce una variazione che modula in ampiezza il segnale in radiofrequenza presente in antenna. Il prof. Giuseppe Vanni per le sue sperimentazioni adottò un generatore di onde ad arco (ideato da Riccardo Moretti) come portante radio. Le prime prove furono eseguite inizialmente all'istituto Militare Radiotelegrafico di Roma e poi alla stazione radio di Centocelle. Da qui il prof. Vanni riuscì a radiotelefonare a Ponza (120 km), alla Maddalena (260 km), a Palermo (420 km), a Vittoria presso Siracusa (600 km), ed infine, nel giugno del 1912, a Tripoli (1000 km) ottenendo il record mondiale di comunicazione radiotelefonica.

Notizie storiche: microfono idraulico di Giuseppe Vanni. basato sulla variazione di resistenza di un filo conduttore sottoposto all'azione delle onde sonore. Donato al CNR in occasione dell'Esposizione Universale di Chicago del 1933, "A Century of Progress", che intendeva celebrare il progresso scientifico e tecnologico Vanni si cimentò negli studi sperimentali rivolti alla ricerca di un microfono capace di reggere a forti intensità di corrente elettrica nel campo della telefonia senza fili. Era in grado di sostenere correnti microfoniche intense e sotto altissima differenza di potenziale. Applicato ad un generatore ad arco Poulsen, si poté alimentare le antenne con sufficiente quantità di energia. Nel microfono di Vanni, un getto di acqua, leggermente conduttrice tramite sale od acido, esce da un orifizio e cade su una placchetta fissa, rimbalzando poi su una mobile, che vibra, collegata al diaframma del microfono. Questo porta ad una variazione della lunghezza del percorso del flusso e, di conseguenza, una variazione di resistenza. I sistemi Majorana e Vanni rappresentano un primo passo per lo sviluppo della radiotelefonia.

Autore: Vanni Giuseppe (inventore) (notizie inizio XX secolo); Laboratorio dell'Istituto Militare Radiotelegrafico di Roma (costruttore) (notizie 1909-1915)

Datazione: post 1932 - ante 1933

Tipologia: microfono a scorrimento liquido e lamina vibrante

Materia e tecnica: legno; ebanite; ottone; vetro

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 20 cm x 24 cm x 30 cm

Peso: 1 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Epopea della radio : Storia di un uomo", Maser (TV) 1996, pp. 96-97 p.97

Montefinale G./ Neri N./ Ulgiati S. "Mondo senza fili: le onde elettromagnetiche dalla radiotelegrafia ai satelliti artificiali", Faenza 1991, pp. 236-238

Chierchia G. "La radiotelegrafia e la Radiotelefonia", Milano 1930, pp. 81-85 ff. 61-65

Simion E. "Il contributo dato dalla Regia Marina allo sviluppo della radiotelegrafia", Roma 1927, pp. 95-98

Vanni G. "Progressi e stato attuale della telegrafia e telefonia senza fili", Roma 1915, pp. 73-88 ff. 50-60

Credits

Compilazione: Temporelli, Massimo (2006)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

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