Yashica Super-800 Electro - cinepresa - Industria, manifattura, artigianato

Yashica

Yashica Super-800 Electro - cinepresa - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Cinepresa in metallo, compatta e leggera con impugnatura. All'interno dell'impugnatura sono alloggiate 4 batterie da 1,5V per l'alimentazione del motorino elettrico della cinepresa. Sotto è presente un foro filettato per l'inserimento su cavalletto. Sull'impugnatura, vicino al grilletto che permette l'avvio della ripresa, si ha una rotella per la selezione della modalità di funzionamento dell'otturatore: "N" l'otturatore funziona fino a che si tiene premuto il grilletto, "L" l'otturatore è bloccato e il grilletto non può essere premuto, "RL" l'otturatore funziona con continuità e per fermare la ripresa occorre riportare la rotella su "N". La parete destra è apribile per accedere al vano porta pellicola Super8 in caricatore. La pellicola è tutta contenuta all'interno della cartuccia tranne un breve tratto. In corrispondenza del punto dove la pellicola emerge dalla cartuccia, è inserita una guida che permette di farla scorrere dietro all'obiettivo. Sulla parete si hanno il dispositivo di sblocco dello sportello del vano porta caricatore, una finestrella per la lettura del tipo di pellicola inserita e due boccole per il collegamento di scatti a distanza per riprese singole. Sulla parete sinistra si trovano una rotella per selezionare la velocità di scorrimento della pellicola (12, 18, 24 fotogrammi al secondo). Sulla stessa rotella si ha anche un anello di controllo della luminosità per condizioni di luce diretta solo sul soggetto principale (spotlight) o con luce da dietro il soggetto (backlight), per correggere l'esposizione. Sulla stessa parete si trova anche un contametro (da 0 a 15m o da 0 a 50ft), una rotella per la messa fuoco del mirino reflex inserito nella parte alta della cinepresa, la spia di controllo della carica delle batterie, la boccola per il collegamento del comando a distanza costituito da un interruttore collegato con un cavo ad uno spinotto da inserire nella boccola. Nella parete frontale è inserito l'obiettivo Yashinon - dx Electric Zoom 1:1,6 f=7.5-60mm, con tappo in plastica. La messa a fuoco può essere effettuata direttamente sull'obiettivo, agendo su un'apposita ghiera e permette distanze da 1,5 a 20m, da 5 a 50 ft. Lo zoom può essere regolato manualmente sull'obiettivo (da 7,5 a 60mm). La cinepresa è dotata di telemetro CdS a sistema TTL accoppiato con il diaframma dell'obiettivo (aperture da f/1,6 a f/32). Sul lato sinistro, in alto, si trovano due pulsanti uno per attivare lo zoom (pulsante "tele") ovvero per variare la focale da 1 a 8 e avvicinare i soggetti progressivamente, l'altro (pulsante "wide") per riprese grandangolari. La cinepresa è conservata in una custodia rigida in metallo ricoperto in pelle. Parte della farete frontale è chiusa con una serratura in metallo ed incernierata a metà parete frontale. L'interno, rivestito in materiale antigraffio, custodisce anche una scatoletta contenete un comando a distanza, una tracolla di ricambio, un pennellino con pompetta in gomma.

Funzione: Cinepresa portatile per usi amatoriali. Molto semplice da usare e leggera, utilizzava pellicole formato Super 8 in caricatori da 15m. La cinepresa è una macchina che impressiona una sequenza di immagini fotografiche su una pellicola continua.

Notizie storiche: Il primo spettacolo a pagamento della storia del cinema fu tenuto dai fratelli Lumiere a Parigi nel 1895 ed usava una pellicola da 35mm. Questa pellicola veniva prodotta dalla Eastmann Kodak con quattro perforazioni rettangolari poste sui lati di ciascun fotogramma, che inizialmente aveva dimensioni 18x24m. Venne utilizzato soprattutto per riprese e proiezioni professionali. Successivamente vennero prodotti diversi formati sia più grandi che ridotti rispetto a questo. I più grandi come il 70mm, per immagini più luminose e proiezioni su schermi più grandi, i più piccoli per questioni economiche a d uso amatoriale. In generale bisogna anche ricordare che il più grande passo avanti rispetto all'uso amatoriale di cineprese e proiettori venne fatto con l'avvento delle pellicole in acetato in sostituzione di quelle in nitrato, altamente infiammabile. I formati ridotti che ebbero maggiore diffusione furono il 9.5mm, il 16mm, l'8mm in tutte le sue varianti e il Super 8. Il formato 9.5mm della Pathé, introdotto nel 1922, aveva perforazione al centro del fotogramma e questo massimizzava l'area disponibile della pellicola. Però queste pellicole perforate al centro si danneggiavano e rompevano più facilmente di quelle alle estremi. Furono le prime pellicole economiche e di ampia diffusione. Furono anche le prime pellicole invertibili ovvero che in fase di sviluppo divenivano direttamente positive sulla stessa pellicola ed erano quindi proiettabili. Negli stessi anni, la Kodak introdusse sul mercato il formato 16mm (in bianco e nero nel 1923 e a colori nel 1935 con le pellicole Kokachrome) di solito venduto in bobine da 30m. Fu un formato, nato per gli amatori ma un po' caro ed infine utilizzato soprattutto per documentari, per l'industria, per la TV. Inizialmente le pellicole 16mm erano forate su entrambi i lati, successivamente una riga di perforazioni venne tolta per inserire il sonoro (anni '60). Già nel 1929 si ebbero comunque i primi film con il sonoro. Il formato 16mm era troppo caro per l'amatore così venne ideato l'8mm (Regular 8) nel 1932: una pellicola 16mm venne tagliata a metà e il numero di perforazioni raddoppiato. Negli anni '30 nacquero anche le pellicole Single 8 (prodotte dalla Fuji), con perforazioni più piccole e quindi area disponibile più ampia, e Double 8 in cui la pellicola da 16mm veniva utilizzata prima in un senso e poi nell'altro e poi tagliata a metà longitudinalmente. Il successo delle pellicole 8mm fu dovuto al prezzo contenuto e all'ampia diffusione che permettevano di acquistarle e svilupparle facilmente. Si diffusero anche numerosi film (ad esempio di Chaplin), cartoni animati, ecc. Nel 1935 venne anche introdotto un nuovo sistema di caricamento delle cineprese, quello a cartuccia. Intorno al 1965 nasce la pellicola Super 8, con perforazioni ancora più piccole e 15m di pellicola racchiusa in caricatori in plastica di facile uso. I formati 8mm potevano essere arricchiti da bande magnetiche contenenti il sonoro applicate sulle pellicole sviluppate. Nel 1973 nasce invece il Super8 Sonoro con banda magnetica per la registrazione simultanea. Le cineprese e i proiettori seguirono l'evoluzione delle pellicole, diventando sempre più piccoli e maneggevoli, adattandosi ai nuovi formati disponibili (alcuni proiettori potevano leggere tutti i formati 8mm). Dal punto di vista tecnico l'evoluzione di obiettivi, diaframmi, otturatori, telemetri, ottiche porterà ad apparecchi sempre più accessoriati ma anche di facile uso soprattutto per il cineasta amatoriale. La massima diffusione delle ultime cineprese Super 8 si ebbe tra il 1980 e il 1982. Nel 1985 la produzione cessò a causa dell'avvento del nastro magnetico. Oggi a sua volta superato dalle videocamere digitali.

Autore: Yashica (progettista/ costruttore) (1958/ 1983)

Datazione: ca. 1970 - ca. 1974

Materia e tecnica: metallo; vetro; plastica

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 7,5 cm x 24,5 cm x 19,5 cm

Peso: 1,5 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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