Brionvega Regolo TVC 20 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Brionvega S.a.S.

Brionvega Regolo TVC 20 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Televisore con mobile in legno verniciato e profili frontali in materiale plastico grigio scuro. La parete frontale è quasi interamente occupata dallo schermo del cinescopio da 20 pollici superluminoso, autoconvergente, con geometria autocorretta. Sotto allo schermo si hanno alcuni comandi per l'uso del televisore. Da sinistra verso destra si hanno uno sportellino a slitta dietro al quale si hanno una presa a norme DIN per il collegamento di un registratore esterno o di un amplificatore e una per allacciamenti esterni per cuffie e altoparlante, poi un altro sportello apribile che copre un vano per riporre il telecomando trasmittente (mancante), l'interruttore generale di accensione arancione e un display a Led. Sotto allo sportello scorrevole si hanno due rotelle parzialmente sporgenti per la regolazione di tono e contrasto. Sui lati sono presenti delle fessure per l'impugnatura e il trasporto e una griglia in plastica per la protezione dell'altoparlante ellittico. Il retro è in plastica nera, forata per l'aerazione. Sul retro si ha una presa per antenna (da 75 Ohm) e fuoriesce il cavo di alimentazione per il collegamento alla rete elettrica.

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione a colori, sistema PAL Riceveva sia canali VHF che UHF. Venti canali erano memorizzati su altrettanti programmi che potevano essere ricercati e memorizzati mediante ricerca automatica o chiamata diretta sia utilizzando i comandi sul televisore sia attraverso il telecomando a raggi infrarossi (memorizzazione elettronica mediante microprocessore).

Modalità d'uso: Si collega il televisore alla rete elettrica di alimentazione. Si accende il televisore agendo sull'apposito interruttore. Se necessario si procede con la ricerca e memorizzazione dei canali sui programmi desiderati (da 1 a 20). Se disponibile si collega l'antenna alla presa d'antenna dell'abitazione altrimenti si utilizza l'antenna interna orientandola per la migliore visualizzazione delle immagini. Si sceglie il programma desiderato. Mediante il telecomando o i comandi locali è possibile cambiare programma, modificare tono, contrasto, volume, ecc. Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà nei primi anni un ruolo fondamentale. Fino agli anni '50 i televisori erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico, all'inizio degli anni cinquanta, passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Altro grande passo avanti di questi anni sarà la nascita della televisione a colori. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Nel 1954, negli Stati Uniti, cominciano le trasmissioni a colori, con lo standard NTSC ((National Television System Committee). In Europa arriverà nel 1967 con due diversi standard: SECAM (Sequential Couleur Avec Memoire, Francia e Paesi dell'EST) e PAL (Phase Alteration Line, Germania e UK). L'Italia, con grave ritardo, sceglierà lo standard PAL nel 1972. Le prime trasmissioni a colori italiane si avranno nel 1977. L'evoluzione tecnica principale dei primi televisori a colori risiede nella struttura del cinescopio: sullo schermo vengono depositati fosfori adatti ad emettere luci corrispondenti ai tre colori primari (rosso, verde, blu), in modo tale che per sovrapposizione additiva si possano ottenere tutti i colori. Per controllare l'eccitazione dei fosfori, il tubo catodico viene dotato di tre cannoni elettronici, uno per ciascun colore. Nella seconda metà degli anni '70 si ebbe un altro passo avanti sia nel modo di rapportarsi con la TV a causa della nascita del telecomando, sia per questioni tecniche grazie all'avvento della microelettronica. La Brionvega fu tra le aziende italiane più all'avanguardia in questi anni '60/ '80, grazie anche a numerosi designer che collaboravano con l'azienda.. Una nuova rivoluzione tecnologica del settore dei televisori sarà poi l'avvento degli schermi a cristalli liquidi che hanno consentito una riduzione dei volumi (schermi piatti, senza tubo catodico), l'alta definizione HDTV (High Definition TeleVision) con rapporto d'aspetto 16:9 e vari formati e la visione digitale attraverso i personal computer.

Autore: Brionvega S.a.S. (costruttore/ produttore) (1945/)

Datazione: ca. 1978 - ca. 1985

Materia e tecnica: plastica; vetro; metallo; legno

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 50 cm x 40 cm x 45 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Spazio '900 Modernariato&Design "Il design di Brionvega/ The design of Brionvega", Milano 2001

Carugati D.G.R. "BRIONVEGA progetto l'emozione", Milano 2003

Enciclopedia Televisione "Enciclopedia della Televisione", Milano 2008

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

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