Radioricevitore - Industria, manifattura, artigianato

Radioricevitore - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Apparecchio di piccole dimensioni, con scocca in plastica azzurra trasparente. Sul retro ha un gancio in plastica per fissarlo alla cintura. In trasparenza si vede il circuito stampato interno. Sul fronte si hanno un tasto reset ed uno per la ricerca delle stazioni radio, una rotella per accensione e regolazione del volume, un tasto per l'accensione di una luce posta superiormente. Sul lato si ha una presa per il collegamento di cuffie. Sul retro si ha anche il vano per le batterie (due "AAA", ministilo).

Funzione: Ricezione di frequenze radio in modulazione di frequenza (FM) per l'ascolto di programmi radiofonici.

Modalità d'uso: Questo modello di radio tascabile è stato studiato per essere utilizzato con una sola mano. Le stazioni radiofoniche trasmettono voci e suoni modulando le onde radio che diffondono dalle loro antenne. Si ha così il segnale trasmesso (a bassa frequenza trattandosi di suono). L'onda radio ha la frequenza della stazione trasmittente ed ampiezza dipendente dalla potenza della trasmittente. Il segnale viene applicato alla corrente oscillante che determina l'onda radio ovvero che alimenta l'antenna trasmittente. La radio funziona da ricevitore ovvero preleva dalla corrente oscillante in arrivo il segnale a frequenza acustica da amplificare e ritradurre in suoni. Voci e suoni vengono poi riprodotti da vibrazioni meccaniche del riproduttore sonoro (ovvero il cono dell'altoparlante).

Notizie storiche: Nel 1947, un gruppo di ricerca dei Bell Laboratories (Stati Uniti) costituito da W. Shockley, J. Bardeen e W. Brattain, inventò il transistor: un componente attivo allo stato solido che poteva sostituire i tubi elettronici (valvole) ingombranti e dispendiosi. A metà anni '50 nascono così le nuove radio a transistor: più piccole e leggere, ben presto con prestazioni più elevate. Il nome transistor è la combinazione di TRANSconductance varISTOR. La diffusione degli apparecchi a transistor si colloca nel periodo storico-tecnologico seguito alla Seconda Guerra Mondiale in cui diventano importanti la produzione veloce, seriale, di prodotti con caratteristiche omogenee. L'avvento del transistor diede la possibilità di ottenere apparecchi tascabili con componenti miniaturizzati. I due settori in cui le radio a transistor ebbero contemporaneamente successo furono le radio portatili e le autoradio. La ragione di ciò sta nella possibilità di adottare dimensioni molto minori e, soprattutto, le ridottissime richieste di energia: non era più necessario occuparsi del riscaldamento del catodo. Il modello a transistor che, per primo, ha avuto una buona commercializzazione è stato il "Regency TR-1" della I.D.E.A. nel 1954. Il primo modello giapponese è stato il TR-55 della Sony, prodotto dopo che il Ministro del Commercio e dell'Industria Giapponese aveva autorizzato l'acquisto della licenza di produzione dei transistor da parte della Western Electric sotto il brevetto Bell Labs. Il primo modello tascabile di radio a transistor con tutti componenti miniaturizzati è stato invece il TR-63 sempre della Sony, nel 1957. Per questo modello venne coniato il neologismo "pocketable" (tascabile) anche se sarà il modello successivo, il TR-610 del 1958 ad essere il primo vero modello da taschino (shirt pocket) e progettato con componenti "su misura". Successivamente sono stati prodotti modelli sempre più miniaturizzati spesso venduti anche come gadget e accessori.

Ambito culturale: manifattura

Datazione: post 1990 - ante 2000

Materia e tecnica: plastica; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 6 cm x 2,5 cm x 7 cm

Peso: 0,03 kg

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Ravalico D. E. "L'apparecchio radio a transistor : a circuiti integrati, FM stereofonico, amplificazione e riproduzione BF", Milano 1986

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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