Cilindro olandese - industria, manifattura, artigianato
Carcano
Descrizione
Cilindro di ferro ad asse orizzontale, armato su tutta la circonferenza da lame d'acciaio sporgenti disposte a poca distanza le une dalle altre nel senso della lunghezza. È montato all'interno della pila olandese e precisamente in una delle due sezioni comunicanti dove veniva canalizzata la pasta, al di sopra del rialzamento del fondo, fornito di lame di acciaio fisse. Al suo asse è collegata una puleggia posta all'esterno della vasca collegata a sua volta con la ruota idraulica.
Funzione: Triturare gli stracci.
Modalità d'uso: Il cilindro olandese è un tino di forma ovale, prima in legno poi in muratura, nel quale è affondato un cilindro o rullo orizzontale, pure in legno, portante lungo la generatrice delle lame di ferro. Mentre il cilindro ruota, le lame sfregano sul fondo del tino contro un blocco di legno (platina) nel quale sono infisse altre lame in ferro, parallele e simili alle prime. Il cilindro tiene impegnata solo metà del tino, il quale è diviso in due parti da una parete che non tocca le estremità e permette alla pasta di circolare. Il movimento del cilindro, azionato al suo nascere dalla ruota ad acqua, provoca la circolazione della pasta e la obbliga a passare tra le lame fisse della platina e quelle rotanti del cilindro stesso. L'azione di sfregamento, di compressione e talora di taglio prodotta da questa operazione lavora la fibra, cioè la ingrassa e la raffina.
Notizie storiche: Il metodo di fabbricazione della carta si mantenne inalterato per secoli. Solo alla fine del Settecento fece la sua comparsa in valle un nuovo macchinario per la triturazione degli stracci: il cilindro olandese. Questo fu sviluppato in Olanda alla fine del Seicento. I cilindri olandesi producevano una poltiglia più fine e in modo più veloce rispetto alle batterie di magli. I primi cilindri introdotti nella Valle delle Cartiere avevano vasche di pietra. Il cilindro proviene dalla cartiera di Maderno ed è stato donato al museo dalla famiglia Vetturi. Le vasche dei cilindri olandesi presenti in museo furono attive fino al 1962, anno di chiusura della cartiera di Maina Inferiore. I cilindri si muovevano tramite delle cinghie che scendevano al piano di sotto, dove c’erano i motori. Un tubo portava direttamente la pasta dalla sala dei cilindri alla sala macchina al piano inferiore. Il cilindro è stato realizzato dall'azienda fondata a Maslianico da Antonio Carcano nel 1880. Nel 1895 l'azienda viene trasferita a Mandello del Lario: qui avviene la trasformazione di prodotto. A Delebio nel 1947 viene allestita un’unità produttiva atta alla laminazione. Alla fine degli anni '50 Giuseppe Carcano converte l’officina meccanica in una stamperia a caldo dei metalli acciaiosi, aprendo la via a nuovi mercati. Nasce la Stamperia Carcano. Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni Duemila entrambe le sedi si ampliano e nel 2013, ancora a Delebio, viene installata una nuova fonderia e in un nuovo sito, ad Andalo Valtellino, attivata una nuova unità produttiva.
Autore: Carcano (costruttore) (1880-)
Ambito culturale: manifattura lombarda
Datazione: 1880 - 1950
Materia e tecnica: cemento; metallo
Categoria: industria, manifattura, artigianato
Misure: 285 cm x 400 cm
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/SWCE1-00019/
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