Aggressione

Cottini, Luciano

Aggressione

Descrizione

Identificazione: figura

Autore: Cottini, Luciano (1932 -)

Cronologia: post 1970 - ante 1979

Oggetto: stampa

Soggetto: essere umano e uomo in generale

Materia e tecnica: acquaforte

Misure: 21,5 cm x 23,5 cm

Notizie storico-critiche: Si iscrive all'Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida di Trento Longaretti e più tardi all'Accademia di Brera, preferendo, all'orientamento astratto, gli insegnamenti del maestro Domenico Cantatore, esponente dell'indirizzo figurativo.(A. Busseni) La mostra Calvisano per Cottini è il risultato del lento e meticoloso lavoro eseguito dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici di Calvisano, costituita da un gruppo di esperti nominati dal Sindaco, dott. Angelo Formentini e presieduta dall'Assessore alla Cultura, dott. Bruno Pari.
È il tentativo di riconoscere il giusto valore alla carriera artistica di Luciano Cottini, che da questa terra ha tratto ispirazione per il suo lavoro. Non vuol essere un'esposizione di opere recenti, neppure l'approfondimento di un tema sul quale l'artista è stato chiamato a esprimersi, ma la ricostruzione di una vita attraverso le opere che l'hanno accompagnata, scegliendole fra quelle dei collezionisti di Calvisano. Da qui il titolo: "Calvisano per Cottini"
Sono state schedate più di 280 opere di cui 236 catalogate (escluse le acqueforti, considerata l'esaustività delle pubblicazioni già esistenti).
Fra queste sessantanove sono state selezionate per la mostra, nel tentativo di offrire un panorama complessivo della produzione di Cottini, che suddivisa per tecniche - oli, acquerelli, disegni - segue, quanto possibile, l'iter temporale: dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.
Con un tratto inquieto l'artista svela i ricordi della sua giovinezza: la vita della campagna, ricca di stenti e miserie, in cui i protagonisti mostrano le ferite impresse sulla pelle incerta e sul fondo degli occhi spalancati, assenti. Una narrazione cruda, fatta di sentimenti urlati.
La fragilità della condizione umana descritta nella sospensione di un'attesa. Paesaggi desolati la cui forza vitale è eroica sopravvivenza agli eventi e la natura diviene rappresentazione metaforica dell'uomo in continua proiezione.
Ma accanto a questa produzione ve n'è un'altra: paesaggi delicati, dolcezza nei volti, profonda umanità che traspare dai personaggi. E poi l'uso del colore. Tonalità cariche di magia che enfatizzano il tema e il soggetto.
Il percorso della mostra si apre con un vaso di fiori, in cui la poesia diventa necessaria compensazione del reale, e prosegue con la rappresentazione di luoghi autentici, ricchi di dettagli descrittivi, seguiti dallo studio della figura umana che dalla stilizzazione iniziale giunge in breve alla pura cifra di Cottini.
Persone sole davanti allo spettatore-pittore, o coppie di amorevoli abbracci senza volto. I paesaggi, realistici o astratti, diventano col tempo privi di figure, lande estese di terra e cielo uniti dalla verticalità di alberi scarni. Citazioni dall'antico.
Scene sacre in cui l'assenza dello sfondo contribuisce a determinarne l'atemporalità. Autoritratti sempre diversi, nell'esternazione di un'identità mutevole per la finezza del suo sentire.
Luciano Cottini, delicato nell'approccio e nel confronto con i modelli del passato è un generoso interprete e interlocutore del presente, in contatto con i principali intellettuali e artisti del Novecento italiano.
Anche la trattazione di temi sociali nell'arte è testimonianza del suo valore d'uomo in grado di prescindere dagli schieramenti e dalle ideologie politiche.
(Vanda Sabatino)

Collocazione

Non specificata.

Credits

Compilazione: Boccaletti, Paola (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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