Lot e le figlie

Cesari, Giuseppe detto Cavalier D'Arpino; Mulinari, Stefano

Lot e le figlie

Descrizione

Autore: Cesari, Giuseppe detto Cavalier D'Arpino (1568-1640), inventore; Mulinari, Stefano (1741-1790), incisore

Cronologia: post 1750 - ante 1790

Oggetto: stampa parzialmente smarginata

Soggetto: sacro

Materia e tecnica: vernice molle

Misure: 334 mm x 217 mm (parte figurata)

Notizie storico-critiche: Lot e le due figlie. Al centro della composizione Lot seduto su un giaciglio si appresta a bere un bicchiere di vino che la figlia sul lato destro, in piedi di fronte a lui, con una brocca vuota nella sinistra, gli ha appena offerto. A sinistra in primo piano l'altra figlia di Lot siede al fianco del padre poggiando la mano sinistra sulla schiena dell'uomo e la mano destra su un vaso chiuso.

L'incisione potrebbe provenire dalla raccolta "Istoria pratica dell'incominciamento e progressi della Pittura, o sia raccolta di 50 stampe estratte da uguale numero di disegni originali esistenti nella galleria di Firenze. 1775" - [Firenze : s.n., 1775]. - 50 stampe : acqt. ; 305 x 412 mm. (Per le ind. di responsabilità e di pubbl. cfr. Le Blanc, III, 1888, p. 62 e Thieme-Becker, XXV, 1931, p. 260. - Le misure si riferiscono alla matrice più grande).

Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari, Arpino 1568 - Roma 1640). Tra le opere degli esordi spicca il suo contributo, intorno al 1583, alla decorazione delle Logge Vaticane a Roma sotto la direzione del Pomarancio (Cristoforo Roncalli). Seguirono le importanti imprese del chiostro di Trinità dei Monti, del Palazzo del Quirinale e della chiesa di San Lorenzo in Damaso (1588), quest'ultima su commissione del cardinale Farnese.
Dopo un breve soggiorno a Napoli per affrescare il coro della Certosa di San Martino (1589), lasciato incompiuto, l'artista fece ritorno a Roma. Qui il suo manierismo composto e piano, incline al naturalismo e alla facilità narrativa e altresì arricchito di richiami all'opera del Barocci e del Muziano, gli fruttò i favori di papa Clemente VIII, da cui ricevette numerose commissioni: vanno ricordati in particolare gli affreschi del palazzo dei Conservatori in Campidoglio (1596), dove gli episodi della storia romana sono raccontati con fare largo e garbato, le tele in San Giovanni in Laterano (1598), e i cartoni preparatori per i mosaici della cupola di San Pietro (1603-1612), di tono accademico. Questi lavori gli procurarono fama vastissima, confermata dalle numerose richieste ricevute dalla nobiltà romana, nonché dall'imperatore Rodolfo II e dai sovrani di Spagna e di Francia.
Artista di spicco nella scena pittorica romana, presso la sua bottega si formarono pittori di grande levatura, tra cui, nell'ultimo decennio del XVI secolo, Caravaggio, che presto imboccò percorsi espressivi del tutto diversi e contrapposti. Già dalla morte di Clemente VIII (1605), e sempre più nel corso del secondo decennio del Seicento, lo stile del Cavalier d'Arpino iniziò infatti a irrigidirsi e a perdere naturalezza, pervenendo a modi piuttosto sofisticati e astratti.

Collocazione

Mazzano (BS), Fondazione Giacomini Meo Fiorot - Musei Mazzucchelli. Musei Mazzucchelli

Credits

Compilazione: Simonetto, Roberta (2005)

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