Gli scheletri

Dente, Marco da Ravenna; Pippi, Giulio detto Giulio Romano; Bandinelli, Baccio

Gli scheletri

Descrizione

Autore: Dente, Marco da Ravenna (1493 ca.-1527), incisore; Pippi, Giulio detto Giulio Romano (1499 ca.-1546), inventore; Bandinelli, Baccio (1493-1560), inventore/ disegnatore

Cronologia: ca 1517 - ca 1525

Oggetto: stampa smarginata

Soggetto: allegorie, simboli e concetti

Materia e tecnica: bulino / bulino

Misure: 427 mm x 272 mm (parte incisa)

Notizie storico-critiche: Questa stampa attribuita a Marco Dente in virtù del monogramma R riproduce in controparte un'invenzione veicolata da un disegno a pietra rossa conservato a Firenze presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (inv. 6499 F), tradizionalmente intitolato "Allegoria Macabra". L'attribuzione del foglio, a lungo contesa fra Baccio Bandinelli e Rosso Fiorentino, oggi vede una preferenza per Rosso, benchè già Vasari parlasse nella vita di Bandinelli di una "notomia [...] di ignudi secchi e d'ossame di morti" fatta realizzare ad Agostino Veneziano dall'artista toscano. Il titolo "Gli scheletri", tradizionalmente assegnato all'incisione, evoca l'aspetto scheletrico di due delle figure rappresentate in questa scena allegorica di carattere corale. Oltre allo scheletro adagiato sulla roccia al centro della composizione, un'altra figura scheletrica e alata (probabile raffigurazione della Morte) è posta vicino ad essa e raffigurata nell'atto di sfogliare un grande libro, forse simbolo della vita umana. Tutto intorno, numerose figure maschili estremamente ossute, in parte nude e in parte avvolte da mantelli, assistono con volto attonito alla scena centrale.
Diverse le ipotesi intorno all'interpretazione dell'originale soggetto, con riferimento alle prediche di Savonarola a Firenze o allo scenario apocalittico descritto dal Vangelo di Marco dopo la morte di Cristo o ancora alla leggenda di Luz di tradizione rabbinica (per una sintesi sul tema, si veda la scheda di Geremicca in Mozzati-Natali 2013).
Il medesimo soggetto è inciso anche in una lastra maggiori dimensioni firmata da Agostino Veneziano (cfr. St. Mal. 1838 - RV), ma priva dello sfondo roccioso, fatto di conci squadrati, pietre e radici, che vediamo invece nell'opera di Dente.
Quest'ultima, come già suggerito dal Bartsch, rielaborebbe l'invenzione di Rosso attraverso il tramite di un secondo disegno più finito, individuato dalla critica successiva in un altro foglio del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (inv. 14669 F, attr. alla scuola di Baccio Bandinelli - cfr. RO).

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Penati, Anna Maria (2024)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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