Compreso in: Monastero di S. Benedetto - complesso, Bergamo (BG)
Monastero di S. Benedetto - complesso
Bergamo (BG)
Indirizzo: Via Sant'Alessandro (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Bergamo (BG)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: convento
Configurazione strutturale: Il convento comprende una chiesa, due chiostri, un cortile e un grande brolo circondato da mura
Epoca di costruzione: sec. XVI
Descrizione
Il complesso monastico di San Benedetto occupa ancora oggi una grossa porzione di territorio della città di Bergamo con la chiesa, due chiostri, un cortile e un grande brolo circondato da mura. La lunga facciata su via Sant'Alessandro mostra nella sua compattezza, data da pochissime aperture e dalla cadenza dei buchi pontai, solo una parte degli edifici che lo compongono. Tra questi vi è la chiesa, che conserva ancora intatta la sua caratterizzazione cinquecentesca. Il prospetto principale, come il prospetto laterale, che lo rispecchia nella sua globalità, è tripartito da quattro lesene, decorate da un elemento circolare, mentre i capitelli modanati sono in laterizio. Da qui si diparte un alto cornicione, sempre in laterizio, che fuoriesce e sul quale si imposta la parte terminale del prospetto con un secondo cornicione e un timpano triangolare. In basso, al centro, si apre il portale architravato, racchiuso tra le lesene che reggono un piccolo timpano. L'organismo è distribuito attorno ad una pianta centrale, con tiburio ottagonale e cupola interna. All'interno della chiesa, sopra un elegante porticato, si apre un il coro, chiuso con una transenna lignea, che consente alle monache di clausura di seguire dall'alto la celebrazione della Messa. Nel presbiterio è conservata una splendida pala, entro ancona marmorea, con Il Miracolo annuale dell'acqua che sgorga dall'arca dei santi Fermo, Rustico e Procolo, opera di Giampaolo Cavagna. Notevole anche il chiostro minore, rinascimentale impostato su sei archi a tutto sesto, disposti lungo tre lati, sorretti complessivamente da cinque colonne in arenaria, slanciate da alti piedistalli con dadi decorati da bassorilievi e concluse da capitelli, con volute ioniche e foglie angolari. Le lunette sono state affrescate da Cristoforo Baschenis con Storie della vita di San Benedetto. Altrettanto interessante il chiostro maggiore con il portico, distribuito attorno ai quattro lati della pianta rettangolare, impostato su otto colonne con capitelli ionici, lungo i due lati maggiori e su quattro in quelli minori, oltre alle colonne d'angolo, tutte in pietra arenaria.
Notizie storiche
Il Complesso del Monastero di San Benedetto venne costruito, fuori dalle mura della cinta veneta cinquecentesca, ma all'interno del quattrocentesco tracciato delle "Muraine", sui resti di un precedente sito religioso del XIII secolo. Il monastero di San Benedetto era frutto dell'unione di due comunità benedettine femminili di Santa Maria Novella e di Santa Maria di Valmarina, alle quali erano stati annessi, in precedenza, altri nuclei monastici minori. La nuova chiesa del complesso monastico venne progettata dall'architetto Pietro Isabello, iniziata nel 1504 dovette essere restaurata già nel 1516 e poi demolita nello stesso anno a causa di sopravvenuti problemi di staticità. La prima pietra dell'attuale edificio, realizzato sempre dall'Isabello, fu posta il 6 maggio 1522 e il Vescovo Vittore Soranzo la consacrò l'11 novembre 1547. Oggi rimane come una pregevole testimonianza di architettura religiosa rinascimentale, come pure il chiostro minore e il chiostro maggiore sempre ideati da Isabello. Nel chiostro minore le lunette sono state affrescate nel 1597 da Cristoforo Baschenis con Storie della vita di San Benedetto. Ancora oggi è un monastero benedettino femminile di clausura. All'interno pregevoli opere d'arte fra le quali, nel presbiterio, la splendida pala, entro ancona marmorea, con Il Miracolo annuale dell'acqua che sgorga dall'arca dei santi Fermo, Rustico e Procolo, realizzata da Giampaolo Cavagna nel 1621 per la chiesa monastica di San Fermo di Plorzano, dove si trovava ancora alla fine del secolo XVIII, il dipinto fu trasferito a San Benedetto, probabilmente nei primi anni dell'Ottocento, per salvarlo dalla sua distruzione a causa della soppressione di quel convento.
Uso attuale: intero bene: convento
Uso storico: intero bene: convento
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: Visibile dall'esterno
Credits
Compilazione: Bigoni, Federica (2007)
Aggiornamento: Morandini, Lucia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Morandini, Lucia
Fotografie: Morandini, Lucia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00505/
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