Cappella Colleoni
Bergamo (BG)
Indirizzo: Piazza Duomo (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Bergamo (BG)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: cappella
Configurazione strutturale: Ha pianta composta da un'aula quadrata e da un ambiente più piccolo per gli uffici religiosi, saturando l'area fra il braccio settentrionale del transetto e la facciata cieca di S. Maria Maggiore
Epoca di costruzione: sec. XV
Autori: Amadeo, Giovanni Antonio, costruzione
Descrizione
Si può solo ipotizzare che a causa del divieto di collocare sepolture in S. Maria Maggiore il Colleoni si orientasse verso la realizzazione di una cappella isolata, individuandone l'area fra il transetto nord e l'abside dell'antica chiesa, occupata al tempo dalla sagrestia, da una piccola cappella e dalla Loggia dei Militi. Esso veniva eccezionalmente a prospettare sull'antica piazza del Duomo che proprio in quegli anni andava configurandosi come cuore simbolico della città, saldandone le istanze religiose e i valori civili.
La struttura del mausoleo si articola, tradizionalmente, a pianta centrale: i due invasi spaziali sono coperti con cupole impostate su alto tamburo ottagonale e aventi struttura estradossata.
"Manifesto della ossessione di Colleoni per l'antichità e della sua assimilazione - lui vivente - al mito di Cesare" (Zambrano, 1997), la facciata della cappella è inquadrata da paraste giganti di ordine ionico, che si concludono in due pinnacoli ai lati della loggetta di coronamento che alterna colonnine e piccole candelabre a formare una nitida sequenza di trifore marmoree. Sul prezioso rivestimento murario in marmo a losanghe bianche e rosa si delineano quattro aperture: al centro un rosone gotico dalla profonda strombatura in asse con il portale ad arco classicamente inquadrato da lesene, trabeazione e timpano triangolare; ai lati due ampie finestre rettangolari, poggianti sullo zoccolo doppio a bassorilievi, schermate da una sequenza di snelle colonne e candelabre policrome e coronate da edicole decoratissime che culminano nei busti-ritratto di Giulio Cesare e Traiano. L'effetto decorativo e 'pittorico' che ne consegue è privo di precedenti nell'arte rinascimentale italiana: contribuisce ad annullare la scansione volumetrica di quest'ultima in favore di valori unicamente di superficie, luce, colore.
Bartolomeo non si lasciò mancare nessuna delle strategie di anoblissement tipiche della cultura rinascimentale di ambiente cortese. Nei complessi percorsi di lettura della decorazione troviamo anzitutto il tema dell'autocelebrazione come uomo d'armi a paragone con gli illustri condottieri dell'età antica, di cui Bartolomeo proclama di rinnovare le virtù militari e morali.
Alla rinnovata ideologia imperiale è legata anche la legittimazione del proprio potere attraverso la creazione di una genealogia saldata alla dimensione del mito; in questo caso Bartolomeo dichiara la propria discendenza leggendaria dall'eroe greco Ercole. Bartolomeo si pone come patronus civitatis giustificando eticamente e cristianamente un potere di fatto acquisito a Bergamo attraverso l'esercizio delle armi e la fedeltà alla Serenissima.
Nei due monumenti funebri a parete collocati all'interno della cappella, eseguiti a pochi anni di distanza l'uno dall'altro, l'Amadeo mostra di attingere a un ampio ventaglio di fonti antiquarie ed esibisce un sicuro aggiornamento sulle tendenze della scultura funeraria italiana.
Nell'arca per Bartolomeo, adotta la tipologia parietale che si andava diffondendo in quegli anni a Venezia, caratterizzata da una ricca impaginazione architettonica e da ampi apparati scultorei celebrativi. Giovanni Antonio si concede tuttavia un largo margine di sperimentazione innestando su questo impianto, in aggiunta al sarcofago, l'imponente statua equestre a dichiarare il debito con un altro fondamentale modello trecentesco lombardo, quello del sepolcro di Bernabò Visconti, originariamente collocato nella milanese S. Giovanni in Conca. E fedele all'uso lombardo è anche la scelta di inserire la serie dei rilievi narrativi con le Storie di Cristo, che insieme a immagini del repertorio classico e mitologico animano la celebrazione del condottiero. L'originaria statua equestre in pietra fu sostituita dopo il 1491 con una di legno dorato, opera di uno scultore di Norimberga.
Morta giovinetta a soli quindici anni nel 1470, Medea (figli di Bartolomeo) ebbe una tomba 'umanistica', tipologia rarissimo in Lombardia.
Notizie storiche
La cappella funeraria eretta, tra il 1472 e il '77, accanto alla chiesa di S. Maria Maggiore a Bergamo su progetto di Giovanni Antonio Amadeo è la più concreta testimonianza delle ambizioni politiche e 'cortesi' di Bartolomeo Colleoni, piccolo nobile del contado bergamasco divenuto vent'anni prima, dopo una lunga carriera militare, capitano generale delle milizie veneziane di terraferma. Negli anni della vecchiaia, occupandosene in prima persona, il Colleoni insegue il sogno 'imperiale' di farsi edificare un mausoleo, quasi una ossessione che nel Rinascimento accomuna principi e condottieri (per restare in Lombardia, si può pensare a Galeazzo Maria Sforza, a Ludovico il Moro, a Gian Giacomo Trivulzio): "lui che sotto la loggia della Piazza Vecchia a Bergamo era ritratto accanto ad Ercole, lui che a Venezia verrà immortalato a cavallo, come il Marc'Aurelio o il Regisole, dal Verrocchio, chiese in patria all'Amadeo un mausoleo cromatico.
Uso attuale: intero bene: cappella cimiteriale
Uso storico: intero bene: cappella cimiteriale
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Accessibilità: Per informazioni: tel. 035 210 061
orario d'apertura :
marzo - ottobre: tutti i giorni, ore 9.00 -12.30 e 14.00-18.30;
novembre - febbraio: ore 9.00 - 12.30 e 14.00 - 16.30
chiuso il lunedì.
Come si arriva in Città Alta: da Piazzale Marconi (Stazione FF.SS.) e da Porta Nuova autobus 1 + funicolare oppure autobus 1A per Colle Aperto
in auto: V.le Papa Giovanni XXIII - V.le V. Emanuele - Porta S. Agostino - Viale delle mura.
Percorsi tematici:
Credits
Compilazione: Scaburri, Luca (2007)
Aggiornamento: Ribaudo, Robert (2009); Morandini, Lucia (2014)
Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book; Morandini, Lucia
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00517/
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