Compreso in: Chiesa di S. Giovanni - complesso, Tremezzina (CO)
Chiesa di S. Giovanni - complesso
Tremezzina (CO)
Indirizzo: Isola Comacina, Tremezzina (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il complesso architettonico sorge nella parte settentrionale dell'Isola Comacina, in posizione dominante. E' composto dalla chiesa, preceduta da un piccolo portico, e dal campanile. La chiesa si sviluppa con pianta ad unica navata terminata da abside quadrangolare; il campanile e il portico sono a pianta quadrangolare; Le strutture murarie sono in elementi sbozzati di pietra di Moltrasio; la copertura è a tetto con manto in lastre di pietra.
Epoca di costruzione: ante 1575
Comprende
- Chiesa di S. Giovanni e resti di S. Eufemia, Tremezzina (CO)
- Campanile della Chiesa di S. Giovanni, Tremezzina (CO)
Descrizione
L'antica pieve d'Isola riunisce le emergenze religiose del territorio della sponda occidentale del Lario, dalla valle del torrente Camoggia all'alveo del torrente Perlana, che la distingue dalla Tremezzina. Il suo asse principale, sorta di "spina dorsale", è costituita dalla via Regina (cioè via principale, senza alcun riferimento a sovrane vere o presunte, come Teodolinda), che dall'epoca romana garantiva la transitabilità della costa lacustre, a differenza della sponda opposta, sino all'Ottocento percorribile solo per via d'acqua. Cuore della pieve e luogo eponimo è l'Isola Comacina (definizione discussa, alternativa a "cumana", ma v. analogo toponimo in Sala Comacina), l'unica del lago di Como, che, grazie alla sua collocazione strategica, svolse un ruolo cruciale nel corso della tarda antichità, Il suo asse principale, sorta di "spina dorsale", è costituita dalla via Regina (cioè via principale, senza alcun riferimento a sovrane vere o presunte, come Teodolinda), che dall'epoca romana garantiva la transitabilità della costa lacustre, a differenza della sponda opposta, sino all'Ottocento percorribile solo per via d'acqua.
L'isola (che misura 500 m circa di lunghezza per una larghezza massima di 150) era in antico completamente circondata da mura che racchiudevano il nucleo abitato, ricco di edifici civili e religiosi.
Con le esplorazioni archeologiche a S. Giovanni, Si è così rinvenuto uno straordinario palinsesto di strutture, costituito da un edificio romano, un'aula biabsidata con mosaici pavimentali e intonaci dipinti (databili tra il v e il ix sec. d.C.) e un fonte battesimale, una torre di fortificazione tardoantica poi inglobata nelle murature, e una chiesa romanica. Le indagini hanno interessato anche altri siti, con la riscoperta delle chiese romaniche di S. Maria con il Portico e di S. Pietro in Castello, e l'esplorazione dei resti dell'abitato altomedievale.
Notizie storiche
Cuore della pieve e luogo eponimo è l'Isola Comacina (definizione discussa, alternativa a "cumana", ma v. analogo toponimo in Sala Comacina), l'unica del lago di Como, che, grazie alla sua collocazione strategica, svolse un ruolo cruciale nel corso della tarda antichità, in particolare in occasione dell'invasione longobarda dell'Italia settentrionale (dal 568), in quanto vi resistettero a lungo le ultime truppe bizantine prima di arrendersi e dirigersi verso Ravenna (come scrive Paolo Diacono: "altri Longobardi assediarono poi nell'isola Comacina il generale Francione, che ancora combatteva dalla parte di Narsete, resistendo da vent'anni. Dopo sei mesi di assedio Francione consegnò l'isola ai Longobardi; come aveva richiesto, fu lasciato libero dal re [Autari] e con la moglie e i beni si recò a Ravenna. Nell'isola vennero rinvenute molte ricchezze, che lì erano custodite per conto di molte città"). Questo fatto le valse l'appellativo di "crisopoli" (città dell'oro) che gli eruditi locali trasformarono in "Cristopoli" sulla base di una testimonianza di non chiara interpretazione (lettera di Floriano a Nicezio del 550) che si è proposto dubitativamente di riferire all'isola di Lérins, sede di un celebre monastero.
La funzione di sicuro riparo proseguì comunque anche negli anni successivi, perché l'isola offrì rifugio - sempre secondo Paolo - a Gaidolfo duca di Bergamo, a re Cunincpert prima della battaglia di Coronate e ad Ansprando in fuga da Ariperto. Con l'età franca l'isola passò al duca di Lecco, mentre alla metà del X secolo il vescovo di Como ne occupò la fortezza. La comunità isolana si avvicinò progressivamente a Milano, scontrandosi più volte con Como. Nel 1119 subì una prima sconfitta, che determinò la perdita della flotta. Nel 1127 isolani e milanesi presero Como e la saccheggiarono. La vendetta non tardò: dopo la sconfitta di Milano da parte di Federico Barbarossa l'isola venne completamente distrutta dai Comaschi nel 1169, che vi spensero ogni forma di vita insediativa. Gli abitanti si dispersero nei comuni rivieraschi (in particolare Varenna), mentre il capitolo di S. Eufemia si trasferì a Balbiano, che assunse il nome di Isola, costruendovi la nuova plebana con medesima dedicazione. Donata dopo la prima guerra mondiale da un privato possessore a re Alberto i del Belgio, venne da questi ceduta allo Stato italiano e affidata alle cure congiunte delle Accademie di Belle Arti di Bruxelles e di Brera a Milano. Negli anni Trenta vi vennero perciò realizzate da Pietro Lingeri, tra i principali esponenti del Razionalismo italiano, tre "ville per artisti" per consentire brevi soggiorni residenziali di studio e lavoro.
Le prime esplorazioni archeologiche si debbono a Ugo Monneret de Villard, che agli inizi del secondo decennio del Novecento iniziò a scavare a sud dell'oratorio secentesco di S. Giovanni, rinvenendo, "nascosta sotto cinque metri di detriti e di terra" la basilica di S. Eufemia, sino a quel momento rimasta del tutto ignota: "lo scavo, prosegue lo studioso, durato circa un anno, mi ha permesso di ritrovarla ben conservata nella sua forma planimetrica, con le murature intatte in alcun punto sino all'altezza di tre metri, con la cripta importantissima a cui non mancano se non parte delle volte, e con molte suppellettili liturgiche ancora nel loro stato originario" (Monneret de Villard 1914). Le ricerche sono poi proseguite nel secondo dopoguerra per impulso di M. Mirabella Roberti e L.M. Belloni, che dedicò gran parte delle proprie energie alla riscoperta dei monumenti dell'Isola (Caporusso 1998).
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Riferimenti bibliografici
Spiriti A., Alpi Lepontine Meridionali, Ossuccio, Como 1994
Belloni L. M./ Belloni Zecchinelli M./ Caporusso D, L'Isola Comacina e il territorio di Ossuccio. Cronache e ricerche archeologiche negli scritti di Luigi Mario Belloni e Mariuccia Belloni Zecchinelli, Milano 1998
Belloni L. M., L'Isola Comacina e la sua antica pieve, Como 1958
Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2006)
Aggiornamento: Galli, Maria (2010); Ribaudo, Robert (2013)
Descrizione e notizie storiche: Cassanelli, Roberto
Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00046/
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