Compreso in: Chiesa di S. Eufemia - complesso, Erba (CO)
Chiesa di S. Eufemia - complesso
Erba (CO)
Indirizzo: Piazza Sant'Eufemia (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Incino, Erba (CO)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: chiesa
Configurazione strutturale: Il complesso religioso si compone della chiesa, del campanile e della canonica; in origine era molto più vasto: ne facevano parte, infatti, un convento, il battistero di S. Giovanni, una cripta e il cimitero. La chiesa, in muratura scandita da lesene, è a pianta rettangolare, a navata unica absidata con soffitto a capriate in legno. L'imponente campanile alto 32,7 metri che copre larga parte della facciata della chiesa, è stato costruito con impiego di materiale di spoglio di epoca romana ed è a tre ordini sovrapposti di monofore, bifore e trifore con colonnine variamente ornate. In origine il campanile era staccato dalla costruzione della chiesa e In epoca medievale fungeva anche da torre di avvistamento e di difesa di tutta la pieve. Nella parte meridionale si addossano al corpo dell'edificio costruzioni di epoca più recente. Tra l'abside del battistero e la costruzione della chiesa sono state ritrovate diverse sepolture che attestano l'uso dell'area a cimitero
Epoca di costruzione: sec. X - sec. XVI
Comprende
- Chiesa di S. Eufemia, Erba (CO)
- Campanile della Chiesa di S. Eufemia, Erba (CO)
- Canonica della Chiesa di S. Eufemia, Erba (CO)
Descrizione
L'edificio, di piccole dimensioni, racchiude una storia millenaria e può essere considerato una testimonianza precoce della presenza del culto cristiano nel territorio brianteo e della sua diffusione.
Lo stato attuale dell'edificio cela infatti una vicenda edilizia complessa, che ha comportato numerose trasformazioni, le cui vestigia, pur in parte riconoscibili tutt'oggi, non sempre sono state interpretate univocamente dalla critica. La pianta dell'antico edificio era più piccola dell'attuale, ma aveva, come si è visto poco sopra, lo stesso andamento. Nella zona presbiteriale, che era sopraelevata rispetto alla navata, si apriva una cripta (detta anche scurolo di S. Materno), forse impiegata come cappella iemale, illuminata da un oculo oggi ancora visibile, anche se murato. Tale sopraelevazione venne demolita all'inizio del Settecento (ultima citazione nel 1709), quando il piano di calpestio del coro fu abbassato mantenendo un dislivello rispetto alla navata di soli due gradini, come appare tuttora. Al fianco meridionale della chiesa era addossato un corpo longitudinale, probabilmente identificabile in quella cappella di S. Biagio nominata nel 1455 dal cardinale Sforza, durante la sua visita pastorale. Questa struttura, di datazione incerta, venne successivamente inglobata nella navata che fu così ampliata, prevedendo anche la costruzione della sacrestia. In epoca successiva tale cappella fu demolita e sostituita da un corpo di dimensioni minori, dedicato alla Vergine (citato per la prima volta nel 1686) e oggi ancora esistente, mentre la sacrestia mantenne il suo aggetto originario, molto più profondo.
La chiesa primitiva era inoltre inserita in un complesso di più vaste proporzioni comprendente il campanile, edificato a poca distanza dalla facciata, il battistero di S. Giovanni, sull'attuale piazza, il cimitero e le case dei canonici attorno all'edificio di culto.
La parte inferiore del campanile è realizzata con ciottoli di fiume con l'inserimento di alcune are romane iscritte, mentre quella superiore presenta conci squadrati di granito, impiegati anche lungo il tratto angolare della muratura. Fasce di archetti pensili scandiscono la struttura in sei ordini. Nei tre più elevati si aprono rispettivamente una monofora, una bifora e una trifora che sono sostenute da colonnine e capitelli a stampella, rifatti alla fine del xix secolo, ad eccezione di due protomi leonine molto consunte poste nella bifora meridionale e nella trifora settentrionale. Anche l'attuale tetto piano è frutto di un restauro che venne effettuato nel 1843 quando, in seguito alla caduta di materiali lapidei, fu tolta la precedente copertura a piramide tronca.
La facciata della chiesa è coronata da una fila di archetti ciechi frutto di un arbitrario restauro eseguito negli anni Venti-Trenta del Novecento. Alle spalle del timpano tronco è stata aperta una nicchia in cui è inserita una colonnina in marmo su cui è posta una scultura marmorea raffigurante un uomo che regge tra le mani un libro, affiancato da due alberelli sormontati da uccelli. L'interpretazione iconografica è piuttosto ardua, anche se si tende ad identificarlo con il Redentore. L'interno ad aula unica, con una sola cappella sul lato meridionale dedicata alla Vergine, è totalmente intonacato e non consente la lettura degli affreschi originari, ricordati in più di una visita pastorale. La copertura a capriate lignee venne costruita nel 1928, in sostituzione di quella a volta ormai pericolante. Nel lato destro della navata è murata un'acquasantiera in marmo, dalla forma rettangolare con scolpita sul bordo la seguente iscrizione: 1212 r.a.me.f.fi. (da sciogliersi probabilmente in reverendus abbas me fecit fieri). Il manufatto, di fattura corsiva, presenta rosette sui lati e teste maschili sugli angoli.
Notizie storiche
Investita del titolo di plebana fin dalla sua fondazione risalente presumibilmente al v secolo, come dimostrerebbe il ritrovamento di alcune lapidi funerarie (datate 469 e 491) in terreni prossimi all'attuale edificio, mantenne il titolo fino al 1584, quando per decreto di Carlo Borromeo tale dignità fu conferita alla chiesa di S. Maria Nascente a Villincino. Questa datazione così remota è confortata anche dalle caratteristiche costruttive della muratura absidale che viene considerata corrispondente a quella dell'edificio originario, di cui restano anche le lesene addossate e tre finestre tamponate.
Il campanile, di struttura imponente, venne eretto presumibilmente tra l'XI e il XII secolo. La struttura, originariamente staccata dalla chiesa, ne divenne un corpo unitario in seguito all'allungamento della navata avvenuto probabilmente nel xvii secolo, in quanto è ricordato aderente alla facciata già nel 1709. Va detto però che, allegato ai decreti della visita di san Carlo eseguita nel 1574, c'è un disegno con la costruzione di un portico tra la facciata e il campanile, per cui tale congiunzione era stata prevista da tempo (anche se sappiamo che nel 1596 non era ancora stata eseguita).
Uso attuale: intero bene: chiesa
Uso storico: intero bene: chiesa
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Credits
Compilazione: Catalano, Michela (2006)
Aggiornamento: Galli, Maria (2009); Ribaudo, Robert (2013); Marino, Nadia (2016)
Descrizione e notizie storiche: Rurali, Elisabetta
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO250-00174/
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