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Basilica di S. Eustorgio

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza S. Eustorgio - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: chiesa

Configurazione strutturale: La struttura generale dell'edificio risale senz'altro alla fase romanica: a tre navate, la basilica è suddivisa in otto campate a pianta rettangolare nella navata principale e irregolarmente quadrata nella navata laterale nord, mentre sulla navata laterale sud si innestano variamente le cappelle gentilizie

Epoca di costruzione: sec. XII

Autori: Brocca, Giovanni, decorazione: facciata

Descrizione

Tra i più ricchi e rilevanti monumenti milanesi, la basilica di S. Eustorgio riveste un ruolo di assoluta importanza nella storia artistica e religiosa della città. Il sito sul quale insiste la chiesa attuale - frutto di un secolare processo di stratificazione architettonica, ma nel complesso caratterizzata da un aspetto due-trecentesco - aveva particolare rilievo strategico già in epoca romana, per la collocazione lungo la direttrice viaria che congiungeva Milano a Pavia. La fondazione della costruzione tardoantica viene tradizionalmente attribuita a Eustorgio I, vescovo di Milano nel IV secolo, e in effetti resti di una necropoli di età romana poi cristianizzata sono stati rinvenuti sotto il pavimento della navata principale. Le prime notizie documentarie datano però soltanto al XIII secolo e le parti più antiche dell'edificio databili con sicurezza risalgono all'XI secolo, quando fu eretto un primo edificio romanico, probabilmente rimaneggiato nel secolo successivo in seguito alle distruzioni del Barbarossa, cui è legata anche la leggendaria vicenda del trafugamento delle reliquie dei Magi. A questo momento risalgono comunque con certezza la zona absidale e la struttura generale dell'interno della basilica.
Certo è che il periodo più glorioso della storia di S. Eustorgio ha inizio nel 1234, quando il convento diventa sede del tribunale dell'Inquisizione, a capo del quale si trova, dal 1251, frate Pietro da Verona, strenuo combattente dell'eresia catara, assassinato l'anno seguente presso Barlassina dal sicario di un eretico e immediatamente canonizzato. La basilica, luogo di sepoltura delle spoglie di san Pietro martire, diventa così in breve tempo uno dei più importanti edifici di culto milanesi, decorata e arricchita con opere d'arte commissionate dalle principali famiglie cittadine, a cominciare dai Della Torre, subito seguiti dai Visconti.
Numerose e significative sono anche le aggiunte successive al periodo gotico: dalle tre cappelle quattrocentesche aperte lungo il fianco meridionale, alla celebre cappella di Pigello Portinari, collegata al corpo della basilica attraverso un vano cruciforme (formato dalle cappelle Arluno e Crisalora), alla pseudo-cripta cinquecentesca, dietro il coro. Al declino del convento domenicano, cominciato alla metà del Quattrocento e culminato con il trasferimento del tribunale dell'Inquisizione nel convento di S. Maria delle Grazie, non sembra corrispondere una flessione dell'attività di decorazione artistica, che prosegue nei secoli XVI e XVII.
Se la sistemazione attuale della facciata, frutto degli ampi rimaneggiamenti ottocenteschi, consente di ripristinare solo idealmente l'assetto duecentesco - una bassa fronte a capanna in cotto ornata da una cornice ad archetti pensili, con tre piccoli pinnacoli, un semplice rosone al centro e due finestre laterali forse a vento, con qualche affinità con la coeva facciata di S. Giovanni in Conca -, è lungo il fianco meridionale e nella zona absidale, ben visibili percorrendo via S. Croce, che va ricercato l'aspetto più schiettamente medievale di S. Eustorgio (il fianco nord è celato invece dagli edifici dell'attuale Museo Diocesano, recentemente ricavato sul luogo dell'antico convento domenicano, soppresso nel 1798).
Passando all'interno, la struttura generale dell'edificio risale senz'altro alla fase romanica: a tre navate, la basilica è suddivisa in otto campate a pianta rettangolare nella navata principale e irregolarmente quadrata nella navata laterale nord, mentre sulla navata laterale sud si innestano variamente le cappelle gentilizie.
Al periodo romanico risale anche l'interessante corredo di capitelli scolpiti, in cui si riconoscono principalmente motivi a intreccio, decorazioni fitomorfe e zoomorfe e figurazioni umane; stilisticamente affini ai capitelli del S. Ambrogio di Milano, anche se meno eleganti, sono stati parzialmente rimaneggiati durante l'Ottocento.

Notizie storiche

Ai Re Magi è legato il nome della chiesa, perché qui secondo la tradizione erano conservate le loro spoglie, prima del sacco del Barbarossa, che le portò a Colonia, e intorno ad esse Ambrogio costruì il culto e la stessa Basilica. La leggenda è il frutto, molto verosimilmente, di un incisione su un anello di marmo all'interno della chiesa, con impressa la scritta Sepulcrum Trium Magorum.
Sul campanile, iniziato nel 1297, il più alto della città, dove per altro è posto l'orologio pubblico più antico d'Italia, del 1305, è posta alla sommità una stella a otto punte, che ricorda proprio la cometa che aveva guidato i Magi, e che oggi testimonia del passaggio delle loro spoglie.
Una basilica dedicata al santo risulta antecedente agli stessi interventi di Ambrogio. Infatti, sorge su strutture precedenti, di epoca paleocristiana, come hanno evidenziato gli scavi effettuati nel 1874 e nel 1960: un'abside di una più antica aula di culto, dove era stato sepolto Eustorgio.
Sulla data di costruzione della chiesa originaria c'è quindi molta confusione, anche perché l'edificio risulta più volte distrutto durante le invasione barbariche degli Unni e dei Goti e solo con il re longobardo Liutprando riedificata.
Nel 1246, nel corso del Capitolo provinciale dei Domenicani, Pietro da Verona trova nell'area del complesso i corpi dei vescovi Eustorgio e Magno, di cui si era persa ogni traccia. Vengono traslati in un'arca sotto l'altare maggiore, consacrato dall'arcivescovo Leone da Perego.
Nel 1249, si ha la solenne consacrazione dell'altare maggiore della basilica di S. Eustorgio, assegnata anch'essa, insieme al convento, definitivamente ai Domenicani.
Nel 1252 viene assassinato da congiurati catari, Pietro da Verona, l'Inquisitore generale, che nel convento accanto, aveva stabilito la sua sede. La traslazione qui avverrà solo nel 1340, durante un Capitolo Generale dei Domenicani, e dopo l'allestimento del sepolcro attuale realizzato da Giovanni Balduccio tra il 1335 e il 1339. La cerimonia viene fatte a spese di Giovanni Visconti che doveva espiare le condanne per eresia inflitte nel passato al casato signorile.
Nel 1297, Matteo Visconti fa costruire la cappella viscontea, dove verrà sepolto nel 1315 in un urna marmorea, oggi perduta, il fratello Uberto III. La volta viene abbellita nel 1330 c. con affreschi degli Evangelisti per mano di anonimo detto maestro degli Evangelisti.
Nel 1307 viene qui sepolto Martino della Torre, uno dei capi del partito guelfo anti-visconteo che erano riusciti a esiliare Matteo e Galleazzo Visconti nel 1302. La cappella dei della Torre, era stata fatta costruire da suo padre Cassono, figlio di Napo Torriani.
Alla morte di Valentina Doria, nel 1359, viene incaricato Bonino da Campione di sistemare la Tomba di Stefano Visconti, per tumularvi anche la moglie.
Nel 1417, viene posta la lastra funebre di Agnese Besozzi, attribuita a Jacopino da Tradate.
Dal 1420 inizia la costruzione dei chiostri e della cappella Torelli, detta anche di S. Domenico (seconda a destra), dove viene collocata l'arca attribuita alla scuola di Jacopino da Tradate.
Tra la metà e la fine del XV vengono costruite le cappelle gentilizie.
Nelle prime decadi del XIX sec, l'intero convento fu adibito a quartiere militare.
Tra il 1836 e il 1866, Il Terzaghi con un ampio intervento prima asporta le intonacature dalla facciata, poi libera il fianco destro della chiesa e ne ripristina le fogge medioevali; all'interno interviene con la chiusura del presbiterio.
Ma ancora di più il Brocca interviene incisivamente, tra il 1863 e il '71, disvelando pitture interne. All'esterno invece, interviene sulla facciata, dandone una libera interpretazione in stile romanico, che cancellava definitivamente le sopravvissute tracce medioevali.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Ribaudo, Robert (2009)

Aggiornamento: Alinovi, Cristina (2015)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia; Ribaudo, Robert

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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