Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare

Le relazioni tra le famiglie e i militari, antecedentemente alla prima guerra mondiale, disponevano di pochissime facilitazioni.
Il regolamento militare prescriveva la trasmissione delle "situazioni quindicinali delle perdite" (a scopo militare e amministrativo), dai Corpi alle Intendenze, e poi un lungo iter burocratico che portava la famiglia a conoscere le sorti del soldato solo dopo lunghi periodi di silenzio.
Un primo tentativo per facilitare le relazioni fu effettuato con la guerra di Libia, ma la peculiarità di una spedizione oltre mare, con effettivi limitati e mobilitazione parziale, non avrebbe consentito di attuare quei dispositivi in una guerra che avrebbe coinvolto l'intera nazione.
Non potendo appoggiare tutto il peso di una nuova struttura sugli uffici militari, si delineò così la necessità di un'istituzione sussidiaria sorretta dalla mobilitazione civile.
I concetti fondamenti che ispirarono l'Ufficio notizie vengono così sunteggiati da un opuscolo coevo: "Raccogliere per quanto è possibile in modo sollecito e completo tutte le tristi notizie che riguardano i militari combattenti, ed ordinarle prontamente in appositi schedari, a portata delle loro famiglie"; "quando la famiglia manchi di notizie su di un suo caro, si consulta lo schedario; l'assenza di nuove deve essere motivo di tranquillità, ma se le circostanze lo giustificano l'Ufficio chiede, indaga e poi risponde".
In sostanza lo scopo dell'Ufficio consisteva nel "dare alle famiglie, che le richiedano, informazioni sui combattenti, stabilendo un tramite fra il Paese e l'Esercito mobilitato".
L'Ufficio notizie non mutuò la propria struttura da altre istituzioni, ma, in qualche modo, costruì ex novo una struttura capillare e innovativa.
La circolare n. 471 del 18 giugno 1915 del ministero della guerra ("Comunicazioni nominative delle perdite di militari in seguito ad operazioni di guerra") determinò che i comandi dei corpi, dei reparti e servizi mobilitati avrebbero dovuto trasmettere ai depositi o ai centri di mobilitazione un elenco nominativo dei militari morti, feriti e dispersi.
La sede centrale dell'Ufficio fu posta a Bologna (in via Farini 3) e sezioni in tutte le sedi di Corpo d'armata territoriali e cioè ad Alessandria, Ancona, Bari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona (e anche nelle città di Cagliari, Catanzaro e Venezia).
Nella sezione di Roma fu unito un Ufficio centrale per le informazioni relative alle famiglie dei militari di mare. Nelle circoscrizioni di ogni sezione furono istituite sottosezioni in tutte le sedi di distretti militari, di depositi o centri di mobilitazione, ospedali con oltre cento letti.
Particolarmente meritevole e degna di nota fu l'azione delle sezioni e sottosezioni delle zone direttamente coinvolte nel conflitto (o a esse contigue); in molti casi l'ente allestì sezioni temporanee presso il fronte di guerra, allo scopo di veicolare informazioni anche a quei soldati che avessero parenti o amici in zone di guerra molto lontane dalla propria.
Le sottosezioni erano rette da un consiglio di presidenza, coadiuvato da autorità locali, possibilmente militari. Il consiglio raccoglieva le notizie dagli ospedali per mezzo di apposite visitatrici, ritirava gli elenchi dei morti e feriti dai depositi e centri nobilitati, riceveva dalla proprio sottosezione di distretto le notizie richieste, provenienti dall'Ufficio centrale e dalle altre sottosezioni di distretto.
Le sottosezioni avevano poi il compito di comunicare gli elenchi (ritirati dai depositi e dagli ospedali) all'Ufficio centrale trasferendo i dati su apposite schede trasmesse dall'Ufficio stesso. Riceveva inoltre le domande dalle famiglie, rispondendo con propri elementi oppure facendo ricerche.
A ogni sezione o sottosezione fu fatto divieto assoluto di pubblicare, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, integralmente o parzialmente, numericamente o nominativamente, gli elenchi dei militari morti, feriti e dispersi che, su richiesta, erano comunicati agli enti dai depositi, dai centri di mobilitazione e da altre autorità militari.
Per quanto riguardava poi le comunicazioni tra militari prigionieri e famiglie, fu sempre presente la Croce rossa italiana - Commissione dei prigionieri di guerra che, secondo le disposizioni previste dalla Convenzione di Ginevra del 1864 (e dei suoi aggiornamenti del 1906), era in diretto rapporto con la Croce rossa di Vienna con la quale periodicamente scambiava le liste ufficiali dei prigionieri e degli internati civili.
L'Ufficio notizie cessò ufficialmente le proprie funzioni in data 8 luglio 1919, quando la presidenza nelle persone di Maria Barbavara, Rosina Calligaris e Luisa Scotti Gautieri ringraziò le signore e signorine che si erano occupate di fornire notizie a militari e famiglie e dichiarò terminato il compito.
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(Prima redazione a cura di Paolo Pozzi, Gabriele Locatelli, 2005; revisione a cura di Saverio Almini, 2006)