Fascio di combattimento

I Fasci di combattimento vengono istituiti da Benito Mussolini a Milano il 23 marzo 1919 con lo scopo di "porre in valore la vittoria italiana e di propugnare gli ideali nazionali". Con l'affermarsi dell'ideologia fascista, i Fasci di combattimento costituiscono la struttura di base del Partito nazionale fascista.
In ogni Comune viene infatti istituito un Fascio di combattimento retto dal segretario politico e assistito da un direttorio, costituito dal vice segretario politico, dal segretario amministrativo e da sei componenti tra i quali il vice comandante locale della Gioventł Italiana del Littorio (G.I.L.) e i comandanti dei Giovani fascisti e degli Avanguardisti e Balilla.
Compiti del segretario sono quelli di attuare le direttive ed eseguire gli ordini del segretario federale, promuovere e controllare l'attivitą delle associazioni del partito, conferire cariche ed incarichi nell'ambito del proprio territorio. Inoltre funge da collegamento con gli organi statali e con gli enti pubblici locali, propone al segretario federale la nomina e la revoca dei componenti del direttorio, del quale designa il vice segretario e il segretario amministrativo. E' infine di sua competenza la nomina di alcuni componenti di altre organizzazioni e istituzioni territoriali tra cui, in particolare, il Comitato dell'Ente comunale di assistenza.
L'insieme dei fasci di una provincia forma la Federazione provinciale, a cui é proposto un segretario federale, coadiuvato da un direttorio federale. Tutti i segretari federali costituiscono il Consiglio nazionale, a capo del quale é il segretario del partito, a sua volta assistito da un direttorio nazionale.
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(Prima redazione: Domenico Quartieri, 2007)