Archivio notarile di Milano (1769 -)

Altre denominazioni:
Archivio notarile distrettuale, Regio decreto 25 maggio 1879, n. 4900

Sede: Milano

Tipologia ente: organo periferico dello Stato

Condizione giuridica: pubblico

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

L'Archivio notarile fu istituito dall'imperatrice Maria Teresa con Reale carta del 22 maggio 1769 (confermato con gli editti del 7 gennaio e del 12 settembre 1771), ed inaugurato con grida dell'Arciduca Ferdinando il 1 ottobre 1775 nella sede del Broletto nuovo, in Piazza dei Mercanti.
La stessa Maria Teresa creò una cattedra d'arte notarile presso le Scuole Palatine per fornire un'adeguata preparazione agli addetti all'Archivio (3 novembre 1770).
L'Archivio, affidato all'archivista Ilario Corte, custodiva in origine quanto rimaneva degli atti prodotti dall'Ufficio del Governatore degli Statuti, detto Panigarola, soppresso nel 1787; parte di tali atti furono trasferiti nel 1770 nell'Archivio Governativo al Castello di Porta Giovia.
In archivio notarile confluirono progressivamente filze e rubriche dei notai defunti che avevano rogato nel territorio della città e del ducato di Milano (eccetto Como, Cremona, Lodi, Pavia e Varese, quest'ultima sino al 7 marzo 1780) a partire dal 1290, consegnate da chi le possedeva a vario titolo (Editto Reale 1775, ottobre 1).
Dalla originaria costituzione ad oggi numerose disposizioni legislative hanno riguardato il notariato e gli archivi notarili.
Al 18 marzo 1794 risale il Regolamento generale per i notai della Lombardia austriaca emanato da Francesco II (LIVA, Notariato e documento notarile a Milano, pp. 177 - 178).
In età napoleonica alla legge 4 settembre 1802, n. 75 (Bollettino delle leggi, a. 1802, settembre 11, n. 79), seguì un nuovo regolamento "provvisorio" per il Dipartimento dell'Agogna (Foglio Officiale a. 1803, maggio 23, n. 56). Nel 1805 fu poi istitutita, con Decreto del Ministro della Giustizia del 21 giugno, una commissione incaricata del riordinamento del notariato e degli archivi notarili; il progetto di Regolamento elaborato, che ricalcava quello francese del 16 marzo 1803, fu approvato il 17 giugno 1806 (Foglio officiale, a. 1806 giugno 17 n. 109) ed entrò in vigore il 1 novembre 1807. Il Regolamento, in seguito al quale confluirono nell'Archivio notarile anche atti prodotti dalla Cancelleria della Curia arcivescovile di Milano tra il 1523 e il 1808, dispose la creazione di un Archivio Generale in ogni capoluogo di dipartimento e di Archivi sussidiari nei comuni principali del dipartimento, retti da un viceconservatore e da un cancelliere. A capo dell'Archivio Generale fu invece posto un Conservatore nonchè presidente della Camera di disciplina, di nomina governativa. Il Regolamento dettava inoltre disposizioni circa la redazione degli atti (che doveva essere fatta in lingua italiana), delle copie, dei repertori ecc. Era inoltre creata una Camera di disciplina notarile formata da quattro ad otto membri, presieduta dal Conservatore dell'Archivio, la quale si occupava degli aspiranti all'ufficio notarile e aveva come compito anche le ispezioni presso gli studi notarili. Il Regolamento sul notariato rimase in vigore per tutto il periodo napoleonico (con aggiornamenti attuati con la legge 6 ottobre 1807, n. 184), nonostante il Supremo Tribunale di Verona si fosse impegnato in un progetto di riforma per una maggiore organizzazione del notariato e degli archivi notarili.
Dopo l'unificazione nazionale fu emanato un Testo Unico per il riordinamento del notariato (R.D. 25 maggio 1879, n. 4900 e regolamento esecutivo L. 23 novembre 1879, n. 5170), in seguito al quale l'Archivio generale notarile di Milano divenne Archivio distrettuale, sotto la sorveglianza del Consiglio notarile e della Corte d'Appello. La normativa stabiliva che alla morte o cessazione d'attività d'ogni notaio fosse versata all'Archivio notarile distrettuale la documentazione da lui prodotta e non ai propri eredi o in Uffici d'insinuazione (poi Uffici del registro) o Archivi comunali; in particolare l'art. 153 prevedeva da parte di coloro che detenevano atti notarili ricevuti per dono, eredità o altra modalità il versamento all'Archivio notarile distrettuale di competenza della documentazione posseduta.
La successiva L. 16 febbraio 1913, n. 89 (e suo regolamento con R.D. 10 settembre 1914, n. 1326) prevedeva che gli archivi dipendessero dal Dicastero di Grazia e Giustizia e che fossero soggetti al controllo della Corte dei Conti e del Parlamento. A capo degli Archivi Distrettuali fu posto un conservatore che svolgesse anche le funzioni di tesoriere; gli archivi furono divisi in cinque categorie secondo i proventi riscossi nell'ultimo triennio o rispetto alla popolazione della città in cui avevano sede. Furono inoltre istituiti Archivi notarili mandamentali, diretti da un archivista - tesoriere, nominato con decreto del Ministero di Grazia e giustizia, in cui conservare copie conformi degli atti notarili trasmesse dagli Uffici del registro del mandamento, decorsi dieci anni dalla registrazione dell'atto.
Nel 1937 il R.D. del 27 ottobre, n. 1875 dispose lo scarto di documentazione notarile che, secondo norme di legge, non aveva più alcun valore probatorio e documentale, mentre la L. 22 dicembre 1939, n. 2006, stabilì che gli atti notarili rogati da notai che avessero cessato l'esercizio professionale anteriormente al 1 gennaio 1800 fossero riuniti presso gli Archivi di Stato e le relative Sezioni.
Inoltre la L. 22 novembre 1954, n. 1158 dettò le nuove tariffe degli onorari e dei diritti spettanti ai notai, ai consigli notarili e agli archivi notarili.
La L. 28 luglio 1961, n. 723 aggiornò l'organico del personale degli Archivi notarili e stabilì la divisione degli archivi in distrettuali (istituiti con decreto del Presidente della Repubblica nei comuni capoluoghi di distretti notarili) e mandamentali, mentre il Decreto Ministeriale 5 dicembre 1974 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 154 del 13 giugno 1975) stabilì le funzioni specifiche d'ogni figura professionale all'interno degli archivi notarili (Modifiche alla legge del 1961 sono state apportate dal Decreto Ministeriale 24 dicembre 1981 - in Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio 1982).
Nel 1981 (L. 25 maggio 1981, n. 307) fu creato, presso l'Ufficio Centrale Archivi Notarili, il Registro Generale dei testamenti, in cui annotare i testamenti ricevuti dai conservatori degli archivi Notarili.
La L. 17 maggio 1985, n. 629, poi, suddivise gli archivi notarili in distrettuali (nei comuni capoluoghi di distretti notarili) e superiori; i distrettuali, istituiti presso i comuni capoluoghi di distretti notarili, avrebbero dovuto conservare atti notarili relativi agli ultimi 100 anni, mentre gli atti anteriori avrebbero dovuto essere versati nell'Archivio di Stato competente. Gli archivi superiori furono istituiti a Milano, Roma, Napoli e Palermo.
L'Amministrazione degli Archivi notarili è attualmente (1999) disciplinata con Regolamento del 1981 (Decreto Ministeriale 24 dicembre 1981, in Gazzetta ufficiale 13 del 14 gennaio 1982) che prevede un Ufficio Centrale, suddiviso in tre divisioni (L. 25 maggio 1981, n. 307), cinque ispettorati circoscrizionali (Roma, Bologna, Milano, Napoli e Palermo), quattro sovrintendenze (Torino, Milano, Roma e Napoli), 100 archivi notarili distrettuali e quindici sussidiari (1999).

Bibliografia
- LIVA, Notariato = LIVA, A., Notariato e documento notarile a Milano. Dall'alto medioevo alla fine del settecento, Consiglio nazionale del notariato, Roma, 1979

Compilatori
prima redazione: Bernini Daniela, archivista (2000)
integrazione success: Santoro Carmela, archivista di Stato (2003)