Capitolo di San Giovanni Battista (inizio sec. VII - 1799)

Sede: Monza

Tipologia ente: ente ecclesiastico

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

Secondo il cronista longobardo Paolo Diacono, ai primi del VII secolo la regina Teodolinda dedicò al Battista la basilica che aveva fatto erigere a "Modicia", scelta quale propria sede residenziale, e la dotò di un ricco corredo; lì volle che venisse battezzato suo figlio Adaloaldo (603). Dai pochi documenti rimasti per il lungo periodo successivo si evince che nei primi secoli di vita San Giovanni, fondazione regia, era amministrata da una comunità di chierici che vivevano presso di essa; la sua origine ne fece sin dall'inizio un ente privilegiato all'interno della diocesi milanese, con una propria autonomia ed una rete di rapporti e di legami di cui per lungo tempo costituì il perno. Dopo una lunga crisi sullo scorcio del periodo longobardo, l'arciprete ed il clero riuscirono ad organizzarsi a sufficienza tanto da gettare le basi per il futuro sviluppo, del quale la prima importante tappa fu, nell'881, la conferma da parte dell'imperatore Carlo il Grosso della "curtis regia" di Locate, cui seguirono, nel 920, le "curtes" di Bulciago, Calpuno e Cremella, confermate dall'imperatore Berengario I, e sulle quali San Giovanni esercitava poteri signorili. A quest'epoca il capitolo constava di 32 canonici, con a capo l'arciprete. Con l'XI secolo si nota uno stretto legame fra il capitolo monzese e gli arcivescovi milanesi, primo fra tutti Ariberto d'Intimiano, il quale trovò asilo nella canonica durante gli ultimi, travagliati anni del suo episcopato (morì nel 1045). Da parte loro, i pontefici romani non furono avari di bolle che confermavano alla chiesa molti privilegi acquisiti; in tal senso, il XII secolo può essere considerato il momento culminante dell'effettiva indipendenza raggiunta da San Giovanni rispetto alla chiesa milanese. Col XIII secolo il capitolo è ormai diviso in Ordine maggiore, governato dall'arciprete (generalmente appartenente alle famiglie nobili di Milano), e in Ordine minore, composto da custodi (degli arredi sacri) e decumani, cui era affidata la cura pastorale delle cappelle dipendenti. E' in questo secolo che il capitolo di San Giovanni, ricco e ancora potente, entra nuovamente in crisi, dovuta soprattutto sul fronte interno al lassismo dei costumi, e su quello esterno all'affermazione del Comune, che contrastò in modo sempre più deciso ed efficace il ruolo di San Giovanni in città. Nel corso del Trecento la signoria viscontea si mostrò sempre ben disposta nei confronti della basilica monzese, attuando lungo tutto il periodo del proprio dominio una politica di concessioni e privilegi soprattutto in particolare considerazione del prestigio goduto da San Giovanni e dai simboli che lo rappresentavano, primo fra tutti il celebre tesoro. Lo scorcio del Medioevo mostra i segni di un'eclissi ben evidente nell'annullarsi delle tradizioni di autonomia decisionale, del ricco patrimonio e dell'influenza un tempo goduta, eclissi certo aiutata dall'introduzione della commenda arcipretale a partire dal primo quarto del XV secolo. Nel XVI, pur se ridimensionato nel suo potere, San Giovanni si dimostra ancora vitale, specialmente nell'animare un'attiva vita confraternale. In seguito alla visita pastorale dell'arcivescovo Carlo Borromeo nel 1582 il capitolo venne riformato: fu soppresso il minore, e i canonici ridotti a 18. Il capitolo maggiore fu soppresso fra il 1796 ed il 1799, e ricostituito nel 1812, ridotto a 12 membri; a quest'epoca furono restituiti il tesoro e i codici della biblioteca, espropriati al momento della soppressione.

Bibliografia
- LONGONI, Monza, 2325-2330 = LONGONI, V., Monza, in Dizionario della Chiesa ambrosiana, IV, Milano 1990, pp. 2325-2330
- MAMBRETTI, Canonica, 13-30 = MAMBRETTI, R., Sed libere habeat potestatem. La canonica di S. Giovanni Battista in età medievale (secoli VI-XV), in Il Duomo di Monza. La storia e l¿arte, Milano 1989, pp. 13-30
- ZARDIN, Il duomo, 31-43 = ZARDIN, D., Il duomo nei secoli dell'età moderna, in Il Duomo di Monza. La storia e l'arte, Milano 1989, pp. 31-43

Compilatori
prima redazione: Saita Eleonora, archivista (1998/08/16)
revisione: Saita Eleonora, archivista (2005/03/04)