Commissione speciale di prima istanza per l'inquisizione contro i compromessi nelle rivoluzioni di Napoli e del Piemonte (1821 settembre 07 - 1823?)

Sede: Milano

Tipologia ente: preunitari

Condizione giuridica: pubblico

Progetto: Archivio di Stato di Milano: Anagrafe degli archivi (guida on-line)

"Nell'occasione delle ultime inquietudini del Piemonte e di Napoli in quanto cioé non riguardasse carbonari per cui fu già eretta la Commissione speciale di Venezia" (Processi politici, b. 26, fasc. I) furono create due commissioni di prima e di seconda istanza (7 settembre 1821).
Sciolte le due inquisizioni veneziane, tutti gli arrestati per appartenenza alla Carboneria e per le turbolenze in Piemonte e Napoli passarono sotto le due istanze milanesi con sovrana risoluzione del 29 aprile 1822.
I moti piemontesi si ebbero contemporaneamente all'invasione austriaca del Napoletano con l'intento di unire Piemonte e Lombardia sotto la dinastia dei Savoja cacciando gli austriaci ed applicando la costituzione spagnola.
Gli animatori ideologici delle sommosse furono "il conte Santorre di Santarosa, il marchese Carlo Asinari di San Marzano, il conte Confalonieri." (BONFANTI, La Restaurazione in Italia, p. 63)
Gli insorti lombardi che appoggiarono la causa piemontese, al fallimento di questa fuggirono dal Lombardo veneto; quanti rimasero a Milano, dopo la confessione e denuncia di Carlo Castillia e l'arresto di suo fratello Gaetano e dell'amico Giorgio Pallavicino, furono anch'essi incarcerati.
Fra questi vi furono il conte Federico Confalonieri, "il bresciano Giacinto Mompiani, (...) i milanesi Pietro Borsieri, Alberico De Felber, Francesco Arese" (Storia di Milano, vol. XIV, p. 114); in seguito la Commissione speciale emanò un decreto con cui intimava anche agli imputati fuggiti all'estero di presentarsi in giudizio per rispondere del reato di alto tradimento (Giacomo Filippo De Meester - Haydel, Benigno Bossi, il marchese Giuseppe Arconati Visconti, il conte Giovanni Arrivabene, Costantino Mantovani, il cavaliere Carlo Pisani Dossi).
Con decreto del 10 maggio 1823 la Commissione colpiva sia gli arrestati che gli esuli. Le condanne a morte furono sedici, proposte fra gli arrestati per Andryane, Confalonieri, Borsieri, Pallavicino Trivulzio, Gaetano Castillia, Andrea Tonelli e Francesco Arese; fra gli esuli per Vismara, Pecchio, De Meester, Bossi, Arconati Visconti, Pisani Dossi, Ugoni e Arrivabene.
La sentenza del Supremo tribunale di giustizia fu emessa solo nel 1824: pena di morte per Andryane e Confalonieri, per gli altri carcere duro allo Spielberg. In seguito anche ai due condannati a morte fu commutata la pena in carcere duro.

Bibliografia
- BONFANTI, Restaurazione in Italia, 63 = BONFANTI, G., La Restaurazione in Italia 1814 - 1847. Documenti e testimonianze di storia contemporanea, Milano 1981

Fonti
- ASMI, Processi politici, b. 26, fasc. I (= Processi politici, b. 26, fasc. I)

Compilatori
prima redazione: Bernini Daniela, archivista (1999/01/27)
revisione: Gamba Ermis, archivista (2006/03/22)