Comune di Gavardo (sec. XIV -)

Sede: Gavardo

Tipologia ente: ente pubblico territoriale

Progetto: Archidata

Gavardo si sottomette nel 1330 a Mastino della Scala, ma già l'anno successivo è infeudato dal re Giovanni di Lussemburgo ai Castelbarco e nel 1362 ripassa agli Scaligeri. Fino al 1388 sono i Visconti a fortificare il castello e a fare di Gavardo il centro di una vasta quadra che comprende gran parte della Valsabbia, cioé i comuni di Vallio, Bione, Agnosine, Paitone, Odolo, Preseglie, Barghe, Nozza cui si aggiungono quelli limitrofi di Nuvolento, Nuvolera e Goione sotto e sopra.
Nel 1427 il comune di Gavardo entra a far parte, con il territorio bresciano, del dominio veneto. Dopo alcuni anni di incertezza politica, nel 1440 l'intero territorio bresciano diventa stabilmente parte del dominio veneto. Tale territorio, dice il Da Lezze, "...era al tempo che venne sotto la serenissima repubblica di Venezia tutto un corpo con la città, valli, riviera..." (1).
Sono i comuni del lago d'Iseo, della Franciacorta, delle zone a nord e ad est della città, fino a Gavardo, quelli della pianura che costituiscono la corporazione territoriale denominata appunto "territorio", retta da una propria magistratura, l'ufficio del territorio. Quest'ultimo svolge le proprie funzioni tramite un'articolata organizzazione: un consiglio formato da due sindici biennali, un avvocato, un massaro, cancellieri, scrivani, esattori, etc.. Il territorio è suddiviso in quadre: alcune, tra le quali quelle di Rezzato, Nave, Gussago, Bagnolo Mella, Travagliato e Mairano, fanno capo direttamente alle magistrature cittadine; altre, come quella di Gavardo, data la loro decentrata collocazione geografica, hanno invece un podestà od un vicario scelto tra i membri del consiglio della città di Brescia.
In ogni quadra opera un consiglio, costituito dai membri eletti ogni anno dai comuni appartenenti, che designa in un secondo momento i propri deputati da inviare al consiglio generale del territorio. La quadra di Gavardo comprende i comuni di Prandaglio (2), Villanuova (3), Sopraponte e Soprazocco(4), Paitone, Nuvolera, Nuvolento, Serle, Vallio, Goione (Prevalle) e Gavardo.
Il consiglio di quadra si riunisce a Gavardo qui: "s'impongono le gravezze per carrato secondo l'estimo di cadauna terra, che si pagano, così in territorio, come in camera fiscal"(5); al consiglio partecipa il vicario, che risiede a Gavardo e ha competenza nelle cause civili sino a lire 5. Alle riunioni del consiglio devono partecipare almeno 25 rappresentanti.
I fuochi dell'intera quadra sono 1800, le anime 9800 di cui utili solo 2245. La quadra, con le terre a esse soggette, è in estimo col territorio e corrisponde per 11 fuochi. Il comune di Gavardo, capoquadra, ha 500 fuochi e 2000 uomini di cui utili 500. Le sue entrate, sempre secondo il Da Lezze, ammontano (nel periodo 1609 - 1610) a 1000 ducati annui che provengono dagli affitti di campi, monti, case, mulini, "ma vi sono molti debiti" (6). Le proprietà comunali, sempre nello stesso periodo, sono: una rasega, data in affitto; una fucina "con tre fuochi fabbricata sopra il Naviglio, nella quale si fanno ferri taglienti di ogni sorte, et è di ragione di uno da Gavardo che ne cava 400 ducati d'entrata, facendosi in particolare gran quantità di chiodi, che si mandano in molti luoghi del stato, et alla città di Mantova"(7); tre ruote di mulino sul fiume Chiese.
Il principale organo di autogoverno della comunità di Gavardo è la general vicinia ovvero l'assemblea di tutti i capifamiglia originari e forestieri residenti, che si occupa dell'organizzazione del comune, eleggendo i membri costituenti la vicinia dei quaranta (poi consiglio dei quaranta e talvolta vicinia dei cinquanta), secondo organo di governo del comune, i consiglieri della quadra e le altre cariche ed uffici comunali (cancelliere, massaro, deputati, etc.).
La general vicinia si occupa inoltre dell'incanto delle proprietà comunali. La vicinia dei quaranta è composta da membri sempre appartenenti alla general vicinia e si occupa del patrimonio comunale controllando e gestendo l'attività finanziaria del comune ed elegge al suo interno 12 membri che costituiscono il consiglio dei dodici o speciale, terzo organo di governo della comunità, i quali, a turni mensili, esercitano la carica di console. Il consiglio dei dodici ha mansioni strettamente esecutive, anche se nel sec. XVIII sembra sostituirsi alla vicinia dei quaranta.
Il console in carica è delegato alla convocazione e alla presidenza delle assemblee deliberanti, presenta l'ordine del giorno delle convocazioni ed in caso di parità di voto nelle delibere ha facoltà di voto. Egli è infine delegato dalla general vicinia ad aprire gli incanti. Gavardo rimane sempre fedele alla repubblica di Venezia e nel 1797 organizza proprie bande antirivoluzionarie, poi disperse; dal maggio 1797 durante la repubblica Bresciana, Gavardo è aggregato al cantone del Benaco ed alla municipalità, retta da tre membri locali, sono aggregati Sopraponte, Soprazocco, Villanuova, Vallio e Prandaglio.

Note
1. G. Da Lezze, "Il catastico bresciano 1609 - 1610", ed. anast., 3 voll., Brescia, 1969 - 1973, (Studi Queriniani, III), vol. II, p. 91.
2. Comune autonomo fino al 1928, ora frazione di Villanuova sul Clisi.
3. Dal 1862 Villanuova sul Clisi.
4. Comuni autonomi fino al 1928, ora frazioni di Gavardo.
5. G. Da Lezze, "Il Catastico...", cit., vol. II, pp. 91 e segg.
6. G. Da Lezze, "Il Catastico...", cit., vol. II, pp. 91 e segg.
7. G. Da Lezze, "Il Catastico...", cit., vol. II, pp. 91 e segg.