Asilo barone Raimondo Franchetti (1876 -)

Altre denominazioni:
Asilo Italo Balbo (1940 - 1945 circa)

Sede: Canedole

Tipologia ente: ente di assistenza e beneficenza

Progetto: Comune di Roverbella

Già nel 1873 il conte Federico Giuliari e il conte Carlo Bottagisio chiedevano alla Presidenza del Consiglio comunale di Roverbella il permesso all'istituzione di un asilo infantile a Canedole, offrendo "un locale per la scuola con un piccolo spazio di terreno prossimo al suddetto, e tutto gratuitamente". La frazione contava 700 abitanti impegnati esclusivamente in agricoltura con "un numero non piccolo di giovinetti dai 3 ai 6 anni, i quali per la loro età non possono essere ammessi a nessuna pubblica scuola ivi istituita". I due nobili elencano i vantaggi che i bambini ne ricaverebbero, venendo "istruiti ne' primordiali rudimenti adatti al loro sviluppo fisico".
Tuttavia la loro proposta non venne accettata portando come scusa l'elevata spesa da sostenere annualmente per la sua gestione.
Alcuni anni più tardi, il barone Raimondo Franchetti il 9 ottobre 1876 comunica al Sindaco di Roverbella la sua decisione di istituire, a partire dal primo novembre, nella sua tenuta di Canedole un asilo infantile, completamente a sue spese. L'asilo, gestito con sistema Fröbel, viene affidato alla maestra Pia De Strobel, debitamente qualificata e dipendente interamente dai fondatori o dai loro incaricati; la persona che in precedenza il Comune aveva posto come sorvegliante dei ragazzi rimane nella stessa posizione ed il barone Franchetti si assume l'onere di pagarle lo stipendio "restandone così sollevato il detto Comune".
Nel regolamento dell'asilo sono espressi gli scopi dell'istituzione: "accogliere i fanciulli poveri di Canedole, custodirli ed educarli limitatamente alla loro età" sollevando i genitori dall'impegno di accudirli.
Venivano accolti i bambini dai tre a sei anni, senza distinzione di sesso, e fino al numero di 50.
Oltre ad essere accuditi, i bambini venivano istruiti "alla religione, agli elementi di lettura, scrittura ed aritmetica".
Alla maestra veniva impartito di usare "forme persuasive e maniere dolci da meritarsi la simpatia e l'affetto dei poveri bambini", non tralasciando di far loro capire "con acconcie ed amorevoli parole" la causa e le conseguenze dei loro errori. Erano comunque previste delle punizioni come escludere il bambino dai giochi, allontanarlo dalla classe o per qualche giorno dalla scuola, avvertendone la famiglia. Sono dettate anche norme per la pulizia, l'igiene (un medico del Comune visita periodicamente i locali) e l'accoglienza dei bambini alla scuola.
I fondatori, barone e baronessa Franchetti, si riservano la sorveglianza generale dell'istituto; le autorità scolastiche comunali e governative potranno visitare l'asilo e rilevarne l'andamento liberamente.
Nel corso degli anni lo statuto dell'asilo viene rinnovato, con approvazione del Comune di Roverbella.
Il 13 marzo 1915 con regio decreto n. 774 del 1915 l'asilo viene eretto in ente morale, con esistenza giuridica autonoma. Con l'occasione la baronessa Luisa De Rothschild vedova del barone Franchetti dona un fabbricato, con terreno e relativi arredi, che costituisce il patrimonio della Pia Fondazione, e dota l'asilo di una rendita annua di 3.000 lire, con lo "scopo di perpetuare nella borgata di Canedole la memoria e l'opera benefica del barone Franchetti". Si stabilisce inoltre che l'asilo sia amministrato da una Direzione costituita dal sindaco di Roverbella, dal parroco pro tempore di Canedole e da tre padri di famiglia eletti dal Consiglio Comunale, uno dei quali proposto dalla fondatrice. Al suo interno la Direzione sceglie un Presidente che resta in carica due anni.
Nel 1930, l'asilo riceve sussidi dallo Stato, dalla Provincia, dal Comune, dalla Congregazione di carità e da privati.
Sempre del 1930 è il passaggio dell'amministrazione dell'istituto alla Congregazione di carità (deliberazione del consiglio comunale del 13 settembre 1930), e successivamente all'Ente comunale di assistenza.
Con deliberazione podestarile del 18 ottobre 1940, in base alle direttive generali del regime fascista in materia di politica razziale, si ha la proposta di modifica della denominazione dell'asilo Franchetti in Asilo infantile Italo Balbo, "quadrunviro de la Rivoluzione fascista e figura fulgidissima di audace trasvolatore dell'Atlantico, caduto eroicamente sul campo di battaglia".
Effettivamente dai documenti emerge la doppia denominazione dell'asilo per qualche anno, probabilmente fino al 1945, per poi tornare definitivamente ad essere chiamato Asilo infantile barone Franchetti.
Ancora oggi l'Asilo infantile mantiene la sua sede originaria, ma la gestione è passata all'Amministrazione statale.

Compilatori
Lucca Elena, Archivista