Società per l'Illuminazione Elettrica in Chiavenna sc [numero REA: 510 So] (1894 -)

Sede: Chiavenna

Tipologia ente: ente economico/impresa

Progetto: Centro per la cultura d'impresa: censimento descrittivo degli archivi d'impresa della Lombardia

Numero REA: 510 So

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività iniziali:
Società per l'Illuminazione Elettrica in Chiavenna - Società anonima cooperativa - - - Produzione energia elettrica

Ragione sociale/forma giuridica/capitale sociale e settore di attività finali:
Società per l'Illuminazione Elettrica in Chiavenna Società Cooperativa (in breve S.I.E.C. Soc. Coop.) - Società cooperativa - - - 40.11 (produzione energia elettrica)

Profilo storico
Il 6 aprile 1894 veniva costituita la Società per l'Illuminazione Elettrica in Chiavenna avente come oggetto la produzione di energia elettrica. Nell'agosto seguente, veniva emesso il bando per la gara d'appalto per la costruzione della prima centrale elettrica idroelettrica, che avrebbe sfruttato le acque derivate dal torrente Liro nel suo passaggio nei confini del piccolo comune di S. Giacomo e Filippo. I lavori venivano ultimati in breve tempo e così fin dall'anno seguente l'impresa iniziava l'erogazione di corrente elettrica a Chiavenna. Negli anni seguenti, accanto all'aumento del numero dei soci della cooperativa (362 nel 1900), l'attività sociale si allargava all'erogazione di energia elettrica nei comuni vicini al centro chiavennasco situati in prevalenza verso la bassa Valchiavenna e a diversi stabilimenti industriali, tra i quali il pastificio Moro, il cotonificio Amman e il birrificio Spluga. Tra gli anni Venti e Quaranta, l'impresa avrebbe fatto registrare un più che discreto sviluppo testimoniato dalla realizzazione di nuove linee elettriche e di altrettante cabine di trasformazione. L'evolversi del secondo conflitto mondiale avrebbe portato a maggiori costi di gestione, anche se questo non avrebbe avuto particolari riflessi sugli utili di gestione, che si sarebbero mantenuti entro limiti soddisfacenti e che in parte sarebbero stati utilizzati per finalità benefiche. Anche nel successivo periodo della Ricostruzione, il principio del corporativismo ' alla base del sodalizio di Chiavenna ' veniva mantenuto saldo. In pratica, a differenza di altre società distributrici, gli aumenti delle tariffe sarebbero sempre contenuti, nonostante il forte rincaro dei prezzi in generale e l'analogo aumento dei costi di gestione. A fronte di una situazione di effettiva difficoltà, tuttavia, l'impresa non avrebbe mai rinunciato a rinsaldare la propria struttura produttiva attraverso diversi interventi volti al potenziamento della rete distributiva. L'alluvione dell'agosto del 1951, che arrecava seri danni agli impianti dell'Oltremera e di Prata, costringeva la S.I.E.C. ad urgenti opere di ripristino. Nel periodo seguente, la richiesta di energia in continuo aumento, faceva emergere la necessità di siglare accordi con altra aziende elettriche, in particolare con la Edisonvolta, per ottenere una maggiore fornitura di energia elettrica nell'area chiavennasca. Questi rapporti di collaborazione sarebbero proseguiti anche dopo la nascita nel 1962 dell'Enel e avrebbero consentito di dare la congrua risposta ai bisogni energetici della zona. Ancora nel decennio Settanta, come evidenziano i bilanci del periodo, l'andamento della società si sarebbe mantenuto positivo confermando la funzione sociale della stessa. L'energia fatturata alle utenza, infatti, raggiungeva a metà del decennio la cifra di 300 milioni di lire giustificando così, come risulta dal bilancio 1976, 'la sopravvivenza delle piccole cooperative come la nostra'. Nel decennio seguente, le caratteristiche dell'impresa si sarebbero oltremodo confermate e anzi la S.I.E.C. si proiettava in un'azione di miglioramento del risultato operativo sia attraverso l'ulteriore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse disponibili e sia tramite l'avanzamento delle reti elettriche e del servizio all'utenza. Anche la tragica alluvione del 1987 produceva gravi danni agli impianti della società, costringendola ad un impegnativo lavoro di ripristino. Di lì a poco, la S.I.E.C. poneva le basi per un nuovo processo di sviluppo. Primo passo la ristrutturazione, completata nel corso del 1989, dell'impianto idroelettrico di S. Giacomo e Filippo, che permetteva il raddoppio della produzione media. Parallelamente, presentava diversi progetti per la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici individuando allo scopo la Val Genasca, la Valle del Liro e S.Barnaba in Villa di Chiavenna.

La scelta, alla fine del 1992, cadeva sulle due ultime località, mentre anche le zone periferiche di Chiavenna e alcuni paesi rivieraschi venivano interessati dalla realizzazione di una nuova rete di distribuzione elettrica. Gli ultimi anni della cooperativa chiavennasca sono stati all'insegna del costante miglioramento delle strutture e dei servizi. Una politica questa che ha permesso all'impresa di proseguire ormai l'ultracentaria opera di sostegno allo sviluppo economico del territorio chiavennasco.

Bibliografia: G. Scaramellini, Cent'anni di luce. La Società elettrica di Chiavenna 1894-1994, Chiavenna, 1995.

Data aggiornamento: 27/12/2007
Autore della scheda: Geoffrey Pizzorni