Unità compresa in: Corrispondenza tra Gaetano Cattaneo ed Enrico Sanclemente

Enrico Sanclemente a Gaetano Cattaneo (1811 gennaio 15)

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Segnatura definitiva: 9

Tipologia unità: Unità documentaria

Tipologia documentaria: Lettera

Supporto: Cartaceo

Descrizione estrinseca: Unità documentaria, lettera autografa firmata

Data topica: Cremona

Note: - Sul verso della lettera: "Al Veneratmo Sig. Pron Colmo/Il Sig. Gaetano Cattaneo Govern e/del Reale Gabinetto di Milano ec./Milano". (53) Dagli accenni nelle lettera che Cattaneo scrisse a vari personaggi durante il viaggio, parrebbe di capire che furono soprattutto problemi di salute, aggravati dall'inclemenza del tempo e dalla fatica di alcune deviazioni rispetto al percorso previsto, rivelatesi inutili per l'assenza dei collezionisti numismatici che si riprometteva di conoscere. Che Cattaneo fosse di salute cagionevole, ci viene dal medesimo frequentemente ricordato, sia nell'epistolario, che nelle "Relazioni" sull'attività del Gabinetto numismatico, inoltrate alle autorità superiori per motivi d'ufficio. Valgano, a titolo d'esempio, tra i molti possibili, gli accenni contenuti nelle lettere al Sanclemente n. 26 ("Ho ricevuto la pregiat[issi]ma di lei ultima lettera alla quale avrei risposto p.[ri]ma d'ora se lo stato di mia salute me lo avesse permesso"), n. 33 ("All'oggetto di ristabilirmi meglio in salute ho risoluto di passare una quindicina di g[ior]ni ai nostri Laghi"), n. 52 ("A traverso dei miei incomodi di salute e degl'impegni sempre crescenti della stamperia Reale, ha finalmente potuto giungere a veder la luce la mia operetta"), n. 66 ("Rompo un momento il silenzio a cui da tanto tempo mi ha tenuto la mia salute troppo spesso alterata"), oltre all'amara considerazione contenuta nella relazione conclusiva degli Annali: "Io ho fatto dal canto mio tutto quanto poteva volersi da me. Infatti, che poteva io fare di più, che sagrificare al nuovo addossatomi incarico tutto intero l'esercizio dell'arte mia prediletta [cioè la pittura], ad onta ancora di una fisica costituzione cotanto cagionevole, è così opposta ad un vivere sedentario?" (Annali 1815, p. 31 verso). (54) Per un quadro complessivo del rapporto epistolare tra Cattaneo e Sestini, si vedano sia i copia - lettere di Cattaneo (LA GUARDIA 1985, nn. 212, 217, 223, 229, 244, 234, 248, 253, 265, 274, 286, 299, 304, 340, 407, 425, 430, 434, 439, 456, 459, 465, 467, 471, 473, 475, 485, 491, 493, 504, 505, 514, 540, 553, 568, 578, 588, 593, 600, 614, 617, 636, 652, 664, 672, 683, 692, 699, 726, 728, 749, 761, 798, 822, 832, 836, 866, 869, 876, 888, 890, 898, 905, 922, 969, 975, 981, 1001, 1063), che la raccolta in volume rilegato (segn. N. 118) di 125 lettere autografe di Sestini a Cattaneo (più un autografo di quest'ultimo a Sestini ed una lettera del medesimo all'aiutante di Cattaneo, Carlo Zardetti), scritte tra il 18 febbraio 1811 ed il 6 giugno 1831 (SESTINI 1811 - 1831). (55) Intende probabilmente riferirsi al barone di Schellerscheim, consigliere del re di Prussia e mecenate di Sestini, che gli dedicò il quinto tomo della sua prima serie di Lettere (Roma, Fulgoni, 1794). Per i suoi rapporti con Sestini, supposto editore del catalogo del medagliere Schellersheim, cfr. TONDO 1990, pp. 186 - 187.

Numero corda: 9

Contenuto:

Venerat[issi]mo Sig.[nore] Pron Col[endissi]mo
Salvum et incolumem Te venisse gaudeo. Aveva chieste di Lei notizie a M.[onsieur] Millingen, e dal medesimo intesi i disastri del viaggio sofferti (53). Intorno all'affare del mio Museo non hò potuto per vari impicci sopraggiunti terminarne lo scandalio, ma sono avanti, e non dubiti, che sarà ella preferita. Millingen mi ha nuovamente tentato, e vorrebbe la preferenza, ma la spera in vano, vi è pure qualch'altro pretendente, ma sono in parola seco, ne mi rimovo. Dubito ch'Ella passando da Firenze non abbia veduto il Sestini, il quale presentemente è stato fatto da quella sovrana suo Antiquario con avergli fatto assegnare dieci o dodeci stanze nel Palazzo Pitti per accrescere in un distinto Museo le cose antiquarie e numismatiche. Si era portato apposta a Milano con lettera anche commendatizia, come mi scrive, per fare la di Lei conoscenza (54). Soggiunge di concedere ben volentieri in dono a Lei i consaputi Libri ch'erano destinati al Barone di Sielersheim (55), ed io gli manderò a prima occasione che si presenterà a Milano.
Ringrazio infinitamente la di Lei gentilezza per la premura, che di sà per i miei Libri Numismatici. Il Sig.[nor] Abate Incisa a quest'ora avrebbe dovuto avere il ballotto che ci mandai, essendo ora, come lo avvisai[,] commercio libero di cose di Libreria fra l'Impero, e il Regno Italico. Ella com'è ben dovere, deve rimborsarsi delle spese del porto, e del residuo[;] frattanto si degni tenerne conto e in deposito, che poi se la intenderemo.
Se costì fosse diminuita di prezzo la cioccolata ardirei incomodarla, che favorisse spedirmene una decina di Libre per qualche incontro di persona amica.
Intanto li dò l'onore di ripetermi con distinto rispetto, e attaccamento.
Di Lei Venerat[issi]mo Sig.[nor]e e Devot[issi]mo Obblig[atissi]mo Ser[vito]re P.S. I miei Libri non sono ancora stati venduti a Parigi. Ora che il commercio si è reso libero se Ella potesse giovare il luogo di Sestini partito, mi farebbe molto favore.

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