Unità compresa in: Corrispondenza tra Gaetano Cattaneo ed Enrico Sanclemente

Gaetano Cattaneo ad Enrico Sanclemente ([1811 luglio 6])

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Segnatura definitiva: 28

Tipologia unità: Unità documentaria

Tipologia documentaria: Lettera

Supporto: Cartaceo

Descrizione estrinseca: Unità documentaria, copia di lettera

Data topica: [Milano]

Note: (112) "Lettera al Signor Domenico Sestini Direttore dei museo numismatico di S.A.L la Gran Duchessa di Toscana sopra due medaglie greche del Gabinetto Reale di Milano", Milano, Tipografia Mussi, 1811, cui seguirà una "Difesa dell'autore della lettera al Signor Sestini contro l'antecedente articolo del Signor T. Du Mersan", in: Lettera di G. C. al Signor Domenico Sestini sopra due medaglie greche del Reale Gabinetto di Milano, seconda impressione, Milano 1811, p. 72. Il citato Theophile Marion du Mersan (1780 - 1849), drammaturgo e numismatico, Vice - Conservatore al Cabinet des Médailles, aveva ingenerosamente e, tutto sommato, ingiustamente stroncato l'operetta di Cattaneo, nella quale si avanzavano ipotesi numismatiche ritenibili valide ancora oggi "(Articolo del Signor T. Du Mersan estratto dal Giornale letterario intitolato Magasin Encyclopedique", ottobre 1811, p. 41 1, in: Lettera di G. C. seconda impressione, cit., p. 62). (113) La già citata moneta della zecca di Tiberiade di Galilea. (114) L'abate gesuita Claudio Caccia (Cremona, 1744 - 1813) fu antiquario e collezionista numismatico. Nel 1761 entrò come novizio nella Compagnia di Gesù e compì i suoi studi a Cremona, Genova e Milano, dove insegnò anche nel Collegio dei Nobili. Dopo il 1773 tornò a Cremona, dedicandosi allo studio di storia, arte, numismatica ed archeologia e riunendo una ricca collezione di sculture, monete, gemme, incisioni, avori, pergamene e quadri. Pubblicò un "Compendio Genealogico Storico delle Auguste Case d'Austria e di Lorena", Cremona, F.G. Ferrari, 1778, del quale fu edito soltanto il primo volume, e "La felicità dei popoli derivante dalla vera religione", Cremona, Fratelli Manini, 1802; redasse anche, ma non pubblicò, delle "Osservazioni statistiche" relative al Cremonese, ad uso dclla locale Prefettura. La collezione di monete e medaglie, al cui arricchimento il Caccia dedicò più di trent'anni, è così descritta dal l'amico e biografo cremonese Vincenzo Lancetti: "Il museo dell'abbate consisteva in venti medaglie Imperiali d'oro, in duecento settantuna consolari di argento, compresi i quinarj, in seicento ventiquattro imperiali pure d'argento, e in trentacinque greche di regioni e città, ed in più di settanta del medio evo [... ] Nelle ultime si pregiava di aver cinque monete di Cremona, una delle quali credeva unica" (V. LANCETTI, "Biografia cremonese, ossia dizionario storico delle famiglie e persone per qualsivoglia tilolo memorabili e chiare spetianti alla città di Cremona", vol. III, Milano, tipografia di Commercio, 1822, p. 1 1). Dopo la sua morte, la collezione nurnismatica fu venduta all'incanto per volontà della nipote Maria Antonia Sarti e ne fu stampato un catalogo, a cura di Antonio Zappa, intitolato "Elenco di Medaglie antiche romane in oro ed in argento con alcune greche, ed altre del mezzo tempo, d'imperatori e Re e di Città d'Italia, deluso Caccia, che si propone in vendita", Cremona, Feraboli, 1814. Il collezionista numismatico Giaconio Pedrotti. Nella Corrispondenza extra ufficio del Gabinetto numismatico di Brera esiste una lettera di Cattaneo, indirizzatagli a Cremona e datata 31 agosto 1814 (LA GUARDIA 1985, n. 524), con la quale, cogliendo l'occasione dell'invio di una copia - omaggio del catalogo delle monete del Gabinetto, gli si propone la realizzazione di cambi numismatici.

Numero corda: 28

Contenuto:

Sono sensibile alla gentile premura ch'Ella si prende sulla mia salute, nè potevo aspettarmi altro dalla di lei bontà. Ella non può credere quanto piacere mi faccia il sentire ch'Ella si occupò ancora di una scienza che tanto deve alla di lei erudizione ed alle di lei instancabili ricerche. E giacché ne ha ripreso il filo permetterà che anch'io le umiglj un mio libercoletto, che ho pubblicato in questi g[ior]ni (112) sopra la medaglia bilingue di Eraclio (113) della quale ho avuto già l'onore di intrattenerla altre volte e sopra una medaglia di Lissus inedita, che mi venne fatto di scoprire, la quale ho creduto di dover assegnare a Lissus di Creta, in pregiudizio dell'altro Illirico, contro il parere di Sestini che vorrebbe questa medaglia e l'altra pure già assegnata da Eckel alla stessa sede, esistente nel museo di Vienna, piuttosto attribuirgliela. Ella, il cui giudizio può tanto preponderare nella bilancia, mi favorità di dirmi se le ragioni da me addotte per appoggiare il mio assunto siano di qualche peso. Desideroso d'instruirmi più che di lode, riterrò come una prova di vera stima il liberissimo giudizio ch'Ella sarà per comunicarmi. In somma io non le dico di più perché oramai la lettera ch'io le scrivo è più lunga della stampata che ho l'onore di inviarle.
Ho pure voluto incomodarla di 3 altri esemplari della lettera med[esi]ma uno dei quali la prego di farlo aggradire al deg[nissi]mo Sig.[no]r Cav=[alier]e Ponzoni, uno al Sig=[no]r Ab[at]e Caccia (114) ed il terzo al Sig=[no]r Pedrotti (115), siccome le persone di codesta città che, a mia cognizione, si divertono di studj numisrnatici. A quest'ultimo poi debbo pregarla di dire che ho già messo a parte diversi pezzi della sua desiderata che mi ha rimesso in Cremona, cioè fra la serie delle consolari l'Itia e la Spurilia in AR. la Numitoria e la Fabrinia in AE. - Fra quelle poi della serie dei Pontefici Innocenzo VIII. stemma Pio III. SVB VMBRA ALARVM TVARVM.; Leone X= LIBERALITAS PONTIFICIA; Leone XI. DE FORTI DVLCEDO - Clemente XI. SAC. BAS. S. MARIAE MAIORIS. tutte cinque in bronzo. Se egli pertanto ha qualche medaglia antica oppure moderna che manchi al R.[eal]e Gab.[inett]o io faciliterò subito il cambio, non potendo altrimenti disporne e da ora innanzi per ciò che spetta agli interessi del Gab=[inett]o med[esi]mo io mi prendo l'ardire di eleggerla in arbitro, sicuro di essere applaudito dal Sig=[no]r Pedrotti.
Credo necessario di rettificare una svista presa nel conto che Ella si è compiacciuta di darmi nella grad[itissi]ma sua ultima lettera relativ=[ament]e alle copie speditemi da Roma dell'opera in 4 volumi: Ella non aveva punto sbagliato nel conto che aveva espresso nella lettera precedente ritenendone il N° a sole dieci, essendo l'undecima di ragione di Millingen come ho avuto altre volte occasione di notarle, e quella ch'ebbi direttamente da Cremona p[er]mezzo del Sig.[no]r Viscardo Barbò fu da me immediatamente pagata a lui stesso come Ella potrà rilevare da lui med[esi]mo. Ella pertanto non dubiti che alla p[ri]ma occasione che avrò di fare uno dei soliti pagamenti al Tesoro per di lei conto non mancherò di includervi anche la somma ritirandone una ricevuta separata. Frattanto la prego di continuarmi la di lei preziosa amicizia &c.

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