Unità compresa in: Corrispondenza tra Gaetano Cattaneo ed Enrico Sanclemente

Enrico Sanclemente a Gaetano Cattaneo ([1812 febbraio 7] - [1812 febbraio 14])

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Segnatura definitiva: 51

Tipologia unità: Unità documentaria

Tipologia documentaria: Lettera

Supporto: Cartaceo

Descrizione estrinseca: Unità documentaria, lettera autografa firmata

Data topica: [Cremona]

Note: - Sul verso della lettera: "Al Veneratmo Sig. Pron Colmo/Il Sig. Gaetano Cattaneo Conservatore/del R. Gabinetto di Medaglie ec./Milano. (177) La famiglia cremonese dei Manara fu riconosciuta nobile con decreto del Tribunale araldico di Milano 15 settembre 1770 a favore di Pietro Maria e con sovrana risoluzione (di Francesco I) 19 novernbre 1816 a favore di Carlo Maria, canonico della Cattedrale di Cremona, e dei suoi nipoti Alessandro e Pietro. La famiglia si era stabilita a Cremona nell'Xl secolo, proveniente dalla Francia, e si era distinta nei campi artistico e letterario. Dal citato Pietro Maria, Decurione di Cremona, vide la luce Giuseppe Manara e, dal matrimonio di questi con Laura Mainoldi, nacquero Alessandro, Pietro, Teresa, Costanza e Luigia. Alessandro rivestì varie cariche nella pubblica amministrazione (fu, tra l'altro, assessore civico), sposò Donna America dei conti Brumani e da lei ebbe il figlio Giuseppe, che si distinse come erudito, poeta e collezionista di monete ed armi antiche (Teatro araldico 1841 - 1851, vol. V, sub voce). (178) Oltre ai già citati Ennio Quirino ed Alessandro, terzo figlio celebre di Giambattista Visconti fu Filippo Aurelio, anch'egli archeologo. (179) "Lettera su di una antica argenteria nuovamente scoperta in Roma a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Della Somaglia, Patriarca Antiocheno, Segretario della Sacra Congregazione de' Vescovi e Regolari", Roma, Salomoni, 1793. Ristampata nelle Opere Varie a cura del Labus nel 1827 (cfr. nota 175), vol. I, pp. 210 - 235, aveva già avuto una seconda edizione, nel 1825, coi tipi del Salviucci ed il titolo "Lettera di Ennio Quirino Visconti intorno ad un'antica suppellettile d'argento scoperta in Roma". Il curatore Montagnani vi aggiunse due scritti del d'Agincourt e del Galeani Napione sul ritrovamento (per un approfondimento, si vedano G.F. GALEANI NAPIONE, "Sacrario gentilesco ed altri vasi effigiati d'argento esistenti nella Regia Università di Torino illustrati", in: Giornale Araldico, Roma, t. XX (1823), pp. 106 - 123 e 360 - 389, e la lettera indirizzata il 2 giugno 1795 da Visconti a Clemente Damiano di Priocca, stampata nel citato Giornale Araldico, t. XX, pp. 107 - 108). La "tolletta" di cui parla Sanclemente è la cassetta con bassorilievi allusivi all'arte della toeletta esercitata da una giovane sposa, che vi è ritratta infatti assieme al marito ("Secunde et Proiecta vivatis in Christo", come riportato nell'iscrizione). L'oggetto faceva parte di un gruppo di utensili di argento purissimo, in gran parte arredi da toeletta, rinvenuti durante uno scavo accidentale presso il monastero delle Religiose Minime sul colle Esquilino.

Numero corda: 51

Contenuto:

Venerat[issi]mo Sig.[nore] A.[mico] Pregiat[issi]mo
Essendosi presentata opportuna occasione m'affretto a spedirle il riscontro dell'ultima bolletta, che le sarà consegnata dal N.[obil] U.[omo] il Sig.[nor] D.[on] Alessandro Manara (177).
Gradirò la sua erudita risposta, di cui mi accenna essere già terminata la stampa. Potrebbe se gli sarà commodo consegnarla al Cavaliere latore della presente.
Non dubito che l'opera di Quirino Visconti debbe riscuotere un plauso universale stante le sue profonde, e vaste cognizioni. Sono trè fratelli (178) tutti forniti di talento, ma questo che hà sortito dalla natura una sfacciata memoria indirizzato dal padre in questi studi ha potuto fare prodigi. Non è per questo, che non abbi anch'esso tal volta inciampato, come seguì dell'iscrizione nella tolletta d'argento di Pretestato (179) e seconda da esso interpretata per gentilesca, quando è christiana, come in seguito dai framenti combinati fù da me dimostrato.
Resto con perfetta stima Devot[issi]mo Ossequiosissimo Ser[vito]re alle ore ultime del carnevale[.]

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