Musei Civici, Como (CO)

Tipologia: museo
Indirizzo: Piazza Medaglie d’'Oro, 1 - Como (CO)
Ente proprietario: Comune di Como
Sito web

Immagine

Il Museo di Como rappresenta il luogo depositario della documentazione storica, archeologica e artistica della città. Costretto in origine (1871) nei limitati spazi messi a disposizione dal locale Liceo Classico, trova nell'ultimo decennio del XIX secolo collocazione nell'edificio che costituisce la sede centrale dei Musei Civici di Como: Palazzo Giovio, dimora di una delle famiglie più illustri del Lario, che può vantare tra i propri membri quel Paolo che diede inizio nel XVI secolo all'elaborazione del concetto moderno di museo. Durante il XX secolo si aggiunsero altre sedi. Nel 1927 i cimeli di Alessandro Volta furono trasferiti in un edificio a forma di tempio sulle sponde del lago. Successivamente altri due palazzi storici si resero disponibili per ospitare le collezioni incrementate nel corso degli anni: Palazzo Olginati, divenuto di proprietà comunale per lascito testamentario nel 1931 e Palazzo Volpi, acquisito nel 1979 allo Stato.


Profilo storico

La prima esposizione di oggetti curiosi, strumenti scientifici e antichità venne allestita in due locali del Liceo Classico cittadino, in seguito a una circolare del 1837 con cui l'arciduca Raineri, viceré del Regno Lombardo-Veneto, invita ad attivare "gabinetti tecnologici" dove raccogliere "qualunque prodotto naturale, di antichità o di un'industria".
Le raccolte nel corso degli anni si ampliarono grazie alle consistenti donazioni, così le sale del Liceo Classico divennero insufficienti a contenerle. Il Comune istituì nel 1871 una "Commissione per la formazione e conservazione del Civico Museo" che portò nel 1897 all'inaugurazione della sede attuale, nel palazzo che era stato la residenza cittadina dei Conti Giovio. L'attuale sede del Museo Archeologico Paolo Giovio fu inizialmente affittato e poi acquistato dal Comune di Como nel 1913.

L'edificio, risalente al tardo medioevo, subì alcune modifiche nel XVI secolo per opera di Benedetto Giovio, ma assunse l'aspetto attuale, che risponde ai canoni del barocchetto lombardo, nel XVIII secolo con Giovan Battista che fece aprire grandi finestre nella facciata e creare una loggia sopra al portone. Agli ultimi decenni del Settecento risale la sistemazione del giardino, con la realizzazione della scalinata e del ninfeo. Anche gli affreschi del piano nobile rispecchiano i gusti del Settecento: la "sala Perrone" è interamente decorata con scene mitologiche tratte da quadri famosi ad opera di Giovan Battista Rodriguez; accanto vi è la sala da musica, "sala Barelli", decorata da quadrature architettoniche realizzate da Giuseppe Coduri detto il Vignoli nel 1776; altre tele del Rodriguez sono collocate nella Sala Giovio. La sala 11 dedicata agli oggetti che documentano la cultura del Golasecca nel VI secolo a.C., è scompartita da quadrature realizzate dal Coduri, entro cui sono figure dipinte da Giovanni Battista Ronchelli. La volta della sala Egizia è affrescata da Carlo Innocenzo Carloni con due medaglioni che raffigurano Il Tempo che rapisce la Giovinezza (o Il Tempo che scopre la verità) e l'Allegoria delle quattro Stagioni, opere della tarda maturità dell'artista. La Sala delle nozze di Palazzo Giovio conserva invece una serie di affreschi realizzati da Giovanni Battista Ronchelli in onore del matrimonio del Conte Giovio con Chiara Parravicini. Sulla parete destra vi è rappresentata l'Allegoria delle nozze del Conte Giovio; sulle restanti pareti e sopra le porte Ronchelli rappresenta alcuni dei più famosi miti d'amore dell'antichità: Zefiro e Flora, Bacco e Arianna, Apollo e Dafne, Venere e Marte, Endimione e Selene, Pan e Siringa, Psiche ed Amore, Onfale ed Ercole. Agli angoli della sala vi sono dodici medaglioni monocromi, tre per ogni angolo, con raffigurati poeti illustri di diverse epoche, mentre sulla volta vi sono raffigurati Giove, Vulcano, i Ciclopi e Mercurio. La sala delle nozze è preceduta da un'anticamera con statue a tutto tondo di divinità realizzate in stucco da Stefano Salterio.

Le raccolte, all'inizio del '900, erano costituite da materiali molto eterogenei, ai quali si diede una migliore sistemazione nel corso degli anni con l'acquisizione di nuovi spazi, a partire dall'istituzione nel 1932 del Museo Storico "Garibaldi" nell'attiguo Palazzo Olginati, fino all'apertura della Pinacoteca Civica in Palazzo Volpi (via Diaz) nel 1989, e ai recentissimi lavori di restauro e riallestimento. L'attiguo Palazzo Olginati diviene sede museale delle raccolte del Comune di Como nel 1931, grazie al legato dell'ultima discendenza della famiglia Olginati, Carlotta che lo donò al Comune assieme agli arredi e le suppellettili presenti nell'edificio, con la precisa indicazione di renderlo sede museale. Il lascito prevedeva anche che all'interno del palazzo fosse allestito "un museo da intitolarsi a Giuseppe Garibaldi in memoria del soggiorno che il Generale vi fece" nel 1866. La nobildonna donò al Comune anche il Libro d'Ore prezioso volume manoscritto, che la Commissione del Museo aveva già tentato di acquisire qualche anno prima e importanti dipinti conservati ora presso Palazzo Volpi.

L'incremento delle collezioni fu molto rapido fin dall'inizio del secolo, grazie all'opera di illustri studiosi e ricercatori locali, ma anche grazie a importanti donazioni quali ad esempio quella di Alfonso Garovaglio (che comprendeva la collezione egizia, dei vasi greci, dei bronzetti e delle gemme romane), di Innocenzo Regazzoni (che donò la sua raccolta preistorica), il lascito Galli di Rondineto del 1905, Olginati del 1931/32 e la donazione Celesia del 1954.
Il Museo Archeologico Paolo Giovio continua ad incrementare le collezioni e le conoscenze grazie all'attività di scavo e di ricerca. Anche presso Palazzo Volpi l'attività di ricerca ha portato ad un accrescimento della conoscenza dei materiali in esso conservati. Il riallestimento delle sezioni Medioevo, Quadreria e Novecento è stato preceduto da un'intensa attività di studio, di riorganizzazione del materiale e da interventi di restauro i cui risultati sono stati resi pubblici attraverso la serie dei Quaderni della Pinacoteca e da vari saggi pubblicati all'interno di riviste o in cataloghi di mostre.


Patrimonio

I Musei Civici di Como documentano gli aspetti salienti della cultura e delle vicende artistiche del territorio lariano e costituiscono un punto di riferimento obbligato da cui partire per conoscere e visitare la città e la sua provincia. Sono dislocati in quattro edifici: Palazzo Giovio, Palazzo Olginati, Palazzo Volpi e Tempio Voltiano, ma riuniti sotto un'unica direzione con sede in Palazzo Giovio.
Palazzo Giovio, Palazzo Olginati e Palazzo Volpi sono dimore storiche di nobili famiglie comasche che ospitano il Museo Archeologico "Paolo Giovio", il Museo Storico "Giuseppe Garibaldi" e la Pinacoteca Civica.

Nel Museo Archeologico collocato presso Palazzo Giovio vi sono: la sezione dedicata alla Preistoria e Protostoria, in cui è particolarmente ben documentata la Cultura di Golasecca (I millennio a.C.); la Sezione Romana, che presenta la Novum Comum fondata da Cesare e alcune sale dedicate al collezionismo.
In Palazzo Giovio sono conservate importanti raccolte numismatiche per l'acquisto Quaglia, per il dono Cavallasca e del dott. Francesco Gnecchi. Al primo piano dell'ala di rappresentanza verso Piazza Medaglie d'Oro, è allestita la sezione dedicata al collezionismo archeologico dell'Ottocento costituita principalmente dalla raccolta Preistorica di Innocenzo Regazzoni e dal lascito di Alfonso Garovaglio che comprende la collezione egizia, vasi greci, bronzetti e gemme romane.
Al piano terra si trova il Lapidario Romano, dove sono raccolte le iscrizioni su pietra e i resti di decorazioni architettoniche cittadine.

Il Museo Storico "Giuseppe Garibaldi", oltre a testimoniare le lotte risorgimentali, comprende una sezione dedicata alla moda fra XVIII e XIX secolo.
L'attuale esposizione si articola in due sezioni: Risorgimento e Storia contemporanea; Etnografia e Quadreria. Nella prima sono collocate armi, dipinti, medaglie e fotografie che documentano l'insurrezione antiaustriaca del 1848, la Battaglia di S. Fermo del 1859, la figura di Garibaldi fino alle Guerre Mondiali. La sezione Etnografia e Quadreria presenta un'esposizione di dipinti, abiti, accessori e manufatti artigianali.
Fuori dal percorso vi sono la Sala del Presepe napoletano del XVIII secolo e la Sala Pizzi che ospita merletti e ricami dal XVI al XIX secolo.

Palazzo Volpi è situato nella zona sud-occidentale della città murata. Questo edificio, sede del Tribunale Giudiziario sino agli anni settanta del XX secolo, venne eretto nel terzo decennio del Seicento per iniziativa di Ulpiano Volpi, protagonista di una fortunata carriera ecclesiastica presso la Curia romana, grazie alla quale garantì alla propria famiglia una rapida ascesa sociale. Il progetto della fabbrica, inviato a Como da Roma, si deve ad un architetto senese di nascita, ma romano di adozione, Sergio Venturi, noto per la realizzazione del catafalco di papa Paolo V. Il Palazzo ospita quattro Sezioni museali. A piano terreno sono presenti le Sezioni dedicate al Medioevo e al Rinascimento; al primo piano è dislocata la Quadreria storica con dipinti dal XVI al XIX secolo e il secondo piano è dedicato alle opere del Novecento. La struttura possiede inoltre un Archivio di Architettura, all'interno del quale è conservato il fondo di disegni dell'architetto futurista Antonio Sant'Elia.

Il Tempio Voltiano è l'unico mausoleo al mondo elevato a memoria di uno scienziato. Fu progettato in forme neoclassiche dall'architetto Federico Frigerio nel 1927 e inaugurato nel luglio 1928. Esso nacque col preciso intento di ospitare apparecchiature scientifiche e cimeli dello scienziato comasco Alessandro Volta, inventore della pila. Tra le opere esposte vi sono apparecchi, macchine e strumenti utilizzati e inventati dal grande scienziato comasco.


Sede

Palazzo Volpi

  • Palazzo Volpi è uno dei quattro poli dei Musei Civici di Como, venne eretto nel terzo decennio del Seicento su progetto di Sergio Venturi e per iniziativa di Ulpiano Volpi. Ha un aspetto severo ed emerge per dimensioni dall'edilizia della città, l'impianto è a forma di "U" e presenta un loggiato alla romana verso il cortile interno. Fu dimora nobiliare della famiglia Volpi e poi della famiglia Canarisi sino a metà del XIX secolo, quando fu acquistato dallo Stato, che lo destinò a sede del tribunale Giudiziario, sacrificando purtroppo il giardino per costruirvi le Carceri. Ceduto negli anni settanta del XX secolo al Comune di Como, fu poi ristrutturato e predisposto per diventare sede museale. Il percorso espositivo si sviluppa sui tre piani dell'edificio e comprende quattro distinte sezioni.
  • La Sezione Medievale è dislocata a piano terreno dell'ala meridionale del Palazzo. Ospita sculture ed affreschi che coprono un arco cronologico che va dalla fine del VI al XIV secolo. Tra esse si segnalano gli affreschi gotici provenienti dal convento benedettino di Santa Margherita di Como; la collezione di scultura altomedievale e romanica e importanti rilievi un tempo caoticamente murati alle pareti dello scalone di Palazzo Giovio. La sezione, ordinata secondo un percorso prevalentemente cronologico e attento alle aggregazioni connesse alla provenienza, ha inizio attraverso il portale romanico della chiesa di Santa Margherita.
  • La Sezione Rinascimentale (in fase di allestimento) occupa tre sale a piano terreno dell'ala orientale del palazzo. Nella sala centrale sono esposti alcuni dipinti appartenuti alla cinquecentesca Collezione di ritratti di uomini illustri di Paolo Giovio, famoso letterato comasco al quale si deve l'odierno concetto di Museo. Le due sale laterali ospitano rispettivamente opere prestigiose provenienti dal collezionismo privato e significative testimonianze della produzione artistica rinascimentale nella città lariana.
  • La Quadreria situata al piano nobile del Palazzo, si sviluppa per dieci sale tematiche offrendo un'ampia panoramica dei maggiori artisti attivi a Como dall'età controriformata al XIX secolo. Nel salone attrezzato per conferenze sono collocate due grandi lunette provenienti dalla chiesa domenicana di San Giovanni Pedemonte, demolita nel 1810: la Caduta degli angeli ribelli di Pier Francesco Mazzucchelli detto Morazzone (1573-1626) e il Trionfo dell'arcangelo Michele di Carlo Francesco Nuvolone (1608-1662). Le due sale successive sono dedicate alla "Pittura morazzoniana a Como" e a "Como e la pittura nel secondo Cinquecento". In esse sono collocate opere di Cristoforo Caresana (1601 ca.–1629), Giovanni Paolo Ghianda (1597 ca., 1637), dei fratelli Recchi e tre dipinti di Giovan Pietro Gnocchi (1553 ca. – 1609).  Nella sala 1.4 sono riuniti materiali che hanno attinenza con il Duomo di Como: si possono ammirare i cinque modelli lignei rinvenuti ad inizio Ottocento e i disegni relativi al progetto della cupola. La sala destinata al "Barocco nel secondo Seicento tra Milano e Como" riunisce dipinti che condividono la medesima cronologia, l'identità lombarda degli autori e la provenienza milanese-comasca. Tra esse si segnalano il Conforto del condannato e la Samaritana al Pozzo di Agostino Santagostino (1633-1699).Le sale tematiche 1.7 e 1.8 sono dedicate rispettivamente al "ritratto" e alla "pittura di genere". Nella prima vi è lo splendido Ritratto di Vespasiano Gonzaga all'età di ventotto anni (1559), tradizionalmente attribuito al fiammingo Antonio Moro; nella sala successiva si possono osservare due Vasi con composizioni floreali di Mario Nuzzi (1603-1673) e le imponenti Battaglie di Antonio Calza (1653-1725). La sala dedicata alla "Pittura nel Settecento" mostra il perdurare del legame con Roma attraverso le prestigiose opere di Giovan Paolo Panini (1691/92–1765) Consacrazione del Cardinale Giuseppe Pozzobonelli nella Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso e di Pompeo Batoni (1708– 1787) autore del bellissimo dipinto Vulcano. In questa sala sono esposti anche un Ritratto di gentildonna di Alessandro Magnasco (1667-1749) e l'Angelo custode di Pietro Ligari (1686 – 1752). Conclude il percorso la sala dedicata alla "pittura dell'Ottocento", in cui si documenta il genere del ritratto e del paesaggio.
  • La Sezione del Novecento, collocata al secondo piano del palazzo, è introdotta dai pannelli fotoceramici di Marcello Nizzoli. Questa sezione documenta, attraverso immagini fotografiche, dipinti, sculture e prototipi d'arredo, i momenti salienti della creatività artistica nel corso del XX secolo a Como, dal Futurismo di Antonio Sant'Elia al Razionalismo di Giuseppe Terragni, all'Astrattismo del Gruppo Como composto da Mario Radice, Manlio Rho, Carla Badiali e Aldo Galli. Inoltre la sezione del Novecento documenta anche il fenomeno dell'Integrazione delle Arti, tentato precocemente a Como tra architettura pittura e scultura.

Bibliografia

•San Romè M., Poggi C., Guida illustrata del Civico Museo di Como in Palazzo Giovio, Como, Longatti, 1898
•Collezioni Civiche di Como. Proposte, scoperte, restauri, Milano, Electa, 1981
•Il Tempio Voltiano a Como, Como, Musei Civici, 1987
•Il '300 a Como. Gli affreschi del monastero di S. Margherita, Como, New Press, 1989
•Il Seicento a Como. Dipinti dai Musei Civici e dal territorio, (Como, Palazzo Volpi, 18 novembre 1989 - 31 gennaio 1990), Como, 1989
•I maestri dell'astrattismo comasco. Opere dei Musei Civici di Como, (Como, Palazzo Volpi, 17 marzo - 30 giugno 1990), a cura di G. Anzani, Milano, Mazzotta, 1990
•Della Torre S., Il Palazzo Volpi, in Il mestiere di costruire. Documenti per una storia del cantiere. Il caso di Como, Como, Nodo Libri, 1992
•Parravicini C., Perotti M., Villa V., I teleri di San Giuliano e l'opera del Ronchelli, Bolzano Novarese, Tipografia Testori & C., 1993
•Guidotti M. C., Leospo E., La collezione egizia del Civico Museo Archeologico di Como, Como, 1994
•Una Madonna lignea del Trecento a Como, a cura di M. L. Casati, Quaderni della Pinacoteca Civica di Como, n. 1, Como, 1995
•Bronzistica figurata preromana e romana del Civico Museo Archeologico Giovio di Como, a cura di M. Bolla, G. P. Tabone, Como, Musei Civici, 1996
•Colombo S. A., Coppa S., I Carloni di Scaria, in Artisti dei laghi. Itinerari europei n. 2 , Lugano, Fidia edizioni d'arte, 1997
•Le arti nella diocesi di Como durante i vescovi Trivulzio, Atti del Convegno 1996, a cura di M. L. Casati e D. Pescarmona, Como, 1998
•Uboldi M., Dalla Preistoria all'Età del Ferro. Alla scoperta del Museo Archeologico, Como, Musei Civici, 1999
•Dalla Preistoria all'Età del Ferro. Guida agli allestimenti dei Musei Civici di Como, a cura di M. Uboldi, Como, Musei Civici, 1999
•L'architettura dipinta di Giovanni Battista Recchi. Tre dipinti per Marco Gallio, a cura di M. L. Casati, Quaderni della Pinacoteca Civica di Como, n. 2, Como, 1999
•Il Libro d'ore dei Musei Civici di Como, a cura di M. L. Casati, Quaderni della Pinacoteca Civica di Como, n. 3, Como, Banfi, 2002
•Casati M. L., Note sulla scultura comasca tra XI e XII secolo. In margine all'allestimento della sezione medievale del Museo Civico di Como, in Rivista Archeologica della Provincia e antica Diocesi di Como, fasc. 184, Como, 2003
•Casati M. L., La sezione medievale dei Musei Civici di Como, Quaderni della Pinacoteca Civica di Como, n. 4, Como, 2005
•Casati M. L., Le collezioni di scultura medievale dei Musei Civici di Como, in Il Medioevo delle cattedrali. Chiesa e Impero: la lotta delle immagini (secoli XI e XII), (Parma, Salone delle Scuderie in Pilotta, 9 aprile - 16 luglio 2006), a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Parma, Skira, 2006
•Moneta, un numismatico, una collezione, un Museo, a cura di I. Nobile De Agostini, Como, Musei Civici, 2006
•La sezione romana del Museo archeologico di Como, a cura di I. Nobile De Agostini, Como, Musei Civici, 2006
•Musei, raccolte, collezioni: attività educative 2007/2008, Como, 2007


Collegamenti

http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-conservatori/MIAA0002EA/
http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-conservatori/MIAA0002EA/?tab=collegamenti
Raccolte d'Arte della Pinacoteca civica Palazzo Volpi
Link al catalogo - Opere e oggetti d'arte
Raccolte archeologiche e numismatiche
Link al catalogo - Reperti archeologici


Galleria


Ultimo aggiornamento: 27 novembre 2019 [Claudia Corvi]

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