Museo della Città - Palazzo San Sebastiano, Mantova (MN)

Tipologia: museo
Indirizzo: Largo XXIV Maggio, 12 - Mantova (MN)
Ente proprietario: Comune di Mantova
Sito web

Immagine

Il gusto per l'antico appartenuto ai Gonzaga e la grande civiltà artistica di Mantova ritornano a vivere nel Museo della Città di Palazzo S. Sebastiano, recuperata dimora di Francesco II Gonzaga e dei Trionfi di Cesare del Mantegna.
Uno straordinario gruppo di opere appartenenti alle Collezioni Civiche raccontano la Mantova tra Umanesimo e Rinascimento: statue, busti e rilievi antichi e rinascimentali, dipinti, affreschi staccati, copie seicentesche dei Trionfi mantegneschi, stemmi nobiliari, raffinati reperti architettonici provenienti dai monumenti della città e dei suoi dintorni.

Il Palazzo offre la possibilità di godere della splendida Loggia dei Marmi e di stupendi cicli di affreschi del Quattro, Cinque e Seicento.
Il Museo ospita il Centro studi e documentazione sulle collezioni civiche, offre l'opportunità di percorsi didattici e presenta periodicamente mostre temporanee.
Una ulteriore offerta della città di Mantova a visitatori e studiosi, un altro luogo nel quale apprezzare l'immenso patrimonio artistico che la cultura gonzaghesca ha prodotto nei secoli.
Se l'idea di un Museo della Città è lo specchio della cultura che una città può vantare, è altrettanto vero che un museo civico è il risultato più profondo dell'idea che una comunità ha di se stessa e del suo impegno per rinsaldare i fili della propria identità storica.


Profilo storico

Il Museo della Città non è una riedizione aggiornata dell’ottocentesco Museo patrio ma un museo nuovo che al Museo patrio fa risalire le sue radici: recupera e valorizza alcuni tratti della grande civiltà artistica mantovana e il gusto per il collezionismo appartenuto ai Gonzaga.
Fondato dopo l'unità d'Italia, il Museo patrio di Mantova, come viene chiamato, ha seguito il percorso di altri musei italiani di proprietà comunale. L'entusiasmo postrisorgimentale porta molte città italiane a costituire istituti culturali civici, grazie alle donazioni e all'impegno delle classi dirigenti locali. Per decenni tali istituti sono non solo luoghi di conservazione di cimeli e collezioni urbane, ma anche attivi presidi culturali, a cui fanno riferimento associazioni locali.

Nei primi decenni del XX secolo il Museo patrio viene smembrato e le collezioni trasferite in Palazzo Ducale, dove, seppur ben conservate, perdono poco per volta unitarietà e rappresentatività della storia locale.
Il completamento del Museo della Città, secondo moderni criteri museologici e museografici, rappresenta il definitivo superamento di quella soluzione di continuità nella storia della cultura mantovana. Il Museo si è concretizzato grazie a una complessa sinergia tra il Comune di Mantova, Regione Lombardia e il Ministero per i beni culturali e ambientali ed ha visto il ritorno alla gestione civica di una collezione statalizzata da più di tre lustri.

 


Patrimonio

Una parte dei materiali affidati al Museo compone il percorso espositivo permanente che offre una visione generale delle principali tematiche della storia di Mantova e del suo territorio. La raccolta comprende marmi antichi, dipinti, affreschi, sculture ed epigrafi di epoca medioevale e rinascimentale. Le altre collezioni, anch'esse di grande pregio, sono conservate per essere esposte al pubblico in occasione di mostre temporanee. Un nucleo di opere d'epoca greco-romana, la quadreria antica, il monetiere e medagliere patrio, stampe antiche e beni Preistorici.

Il Fondo Risorgimentale riunisce insieme cimeli, armi bianche e da fuoco, stampe, dipinti e sculture, oltre a libri e documenti.

La gipsoteca è composta da 231 pezzi settecenteschi: nel 1769 l’Accademia di Pittura Scultura ed Architettura inclusa da Maria Teresa d'Austria nell’Accademia di Scienze, Belle Lettere ed Arti, viene affidata alla direzione del pittore cremonese Giuseppe Bottani. Questi, nel trentennio in cui visse a Roma, colleziona una ricca serie di gessi - nel 1773 compila un elenco di oltre seicento pezzi - che si fa inviare a Mantova dopo il suo trasferimento. Fra il 1775 e il 1776 i gessi di Bottani vengono utilizzati in Accademia per il disegno dal vero sino al 1862, quando l'edificio e l'intera collezione diventano di proprietà comunale. Agli inizi del Novecento il Comune trasferisce in Palazzo Ducale gran parte della collezione per poi consegnarla, nel 1940, agli Istituti d'Arte di Mantova e Guidizzolo. Nel 2004, dopo un'attenta ricognizione inventariale, si è proceduto a ritirare tutti i gessi presenti nelle sedi scolastiche per riunirli a quelli ancora depositati in palazzo Ducale e ripristinare la gipsoteca comunale.

La prestigiosa raccolta di stampe riguardante la città e il territorio mantovano, acquistata dal Comune di Mantova, è stata collezionata da Tudy Sammartini, vedova dell’architetto e pittore Ugo Sissa.
La collezione Sammartini, senza precedenti per numero e qualità di opere, comprende esemplari rari di vedute e piante della città, carte geografiche riguardanti il Ducato di Mantova, ritratti, stampe di carattere storico risalenti al periodo francese e all’Ottocento mantovano, piante topografiche e rarissime cartoline di viaggio settecentesche.
La varietà di stampe offre la rara possibilità di esaminare l’assetto idrografico del territorio, di osservarne l'evoluzione di toponimi e microtoponimi, documentando al tempo stesso il percorso compiuto dalla cartografia europea.

 


Sede

Progettato dall'architetto Gerolamo Arcari per il marchese Francesco II Gonzaga e la consorte Isabella D'Este alla fine del XV secolo, mantiene la tradizione per cui ogni signore della città creava una propria residenza di alto livello artistico.
L'edificio prende forma a partire dal 1506 nei pressi della Chiesa di S. Sebastiano e di Porta Pusterla ma anche nelle vicinanze delle stalle dei cavalli del futuro Palazzo Te lungo l'asse gonzaghesco.
La prima fase costruttiva dura tre anni ed è seguita da una seconda fase tra il 1511 ed il 1512. Da descrizioni dell'epoca sembra che il palazzo fosse grandioso con affreschi, volte dorate e di un loggiato su un giardino interno con una ineguagliabile vista sulla città circostante.

Viene decorato dai grandi artisti dell'epoca: qui si trovavano I trionfi di Cesare di Andrea Mantegna - portati in seguito in Inghilterra ad Hampton Court - ma anche tele di Lorenzo Leombruno, Dosso Dossi, Lorenzo e Matteo Costa. Nel 1519 nel palazzo muore il marchese e nella seconda metà del secolo l'edificio perde di importanza per il cambio culturale che vede a Mantova la presenza di Giulio Romano con la nuova residenza a Palazzo Te per Federico II.
Tra il 1521 ed il 1525 viene realizzato il corpo in appoggio a sud durante la realizzazione della nuova cinta muraria bastionata della città e di Porta Pusterla.
Il palazzo alla morte di Francesco II passa ad un ramo secondario dei Gonzaga. In questo luogo il futuro san Luigi Gonzaga cede la primogenitura a Rodolfo Gonzaga nel 1585.

Dal Settecento hanno poi inizio i diversi usi che portano a trasformazioni irrispettose della struttura e ad uno stato di forte degrado.
Dagli usi militari dell'inizio del XVIII secolo, alle destinazioni di carcere ed ospedale, residenze collettive con bagni pubblici, scuole. Durante l'uso come residenza il palazzo è conosciuto anche come Palazzo delle bugandere ovvero delle lavandaie che stendevano all'aperto il bucato dopo il lavaggio nella sottostante fossa magistrale.
Il porticato con arcate marmoree al piano terreno viene tamponato e la torretta verso Porta Pusterla - similare a quella della Chiesa di S. Sebastiano e costruita nel 1525 - viene demolita insieme ad altre parti del fabbricato nel 1903 quando il palazzo diviene di proprietà comunale.
Nel 1904 il Comune realizza in adiacenza un fabbricato - anch'esso oggi recuperato - per alloggi di edilizia pubblica.
La destinazione museale viene già delineata nel 1852 sotto il nome di Museo Patrio, ma la collezione portata negli ambienti viene presto spostata e ricollocata in altri musei.
Tra il 1998 ed il 2008 i restauri hanno restituito l'edificio all'uso cittadino come Museo della Città.

 


Bibliografia

Credits
Comin, Isabella – SIRBeC Scheda VAL 2011
Massari, Francesca – SIRBeC Scheda LDC-COLL 2014
Menani De Veszelka, Ginevra – SIRBeC Scheda LDC 2011
Rita Gigante - Cura redazionale e revisione testi per il web


Collegamenti

Collezioni civiche
Link al catalogo (stampe ed incisioni)
Link al catalogo (opere ed oggetti d'arte)


Galleria


Ultimo aggiornamento: 11 dicembre 2019 [cm]

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