2. San Gerolamo penitente, 1552 circa, di Tiziano Vecellio e edera (Hedera helix L.)

Pagina del libretto-guida del percorso dedicata a San Gerolamo penitente (1552 ca), di Tiziano Vecellio e edera (Hedera helix L.)

Pagina del libretto-guida del percorso dedicata a San Gerolamo penitente (1552 ca), di Tiziano Vecellio e edera (Hedera helix L.)

Sala IX
Tiziano Vecellio
San Gerolamo penitente, 1552 circa
Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1488/90 – Venezia, 1576) fu uno dei più importanti pittori del Cinquecento. Grazie alle sue doti di colorista riuscì a portare la pittura veneta al suo massimo splendore esaltandone alcune caratteristiche come la sensibilità per la luce ed il forte senso del paesaggio e della natura.
Nel San Gerolamo penitente, realizzato per la chiesa veneziana di Santa Maria Nuova, Tiziano rappresenta il santo interamente fuso con il paesaggio alpestre circostante, reso con una gamma quasi monocromatica di toni terrosi.
L’edera, dipinta con minuzia sulla roccia in primo piano, è una pianta dalle molteplici interpretazioni simboliche: è sempreverde (allusione all’immortalità dell’anima), è rigogliosa ma con steli modesti (similitudine con l’umiltà di Gesù nel farsi uomo), è difficile da sradicare (richiamo alla fede dell’uomo). Quest’ultimo significato appare il più consono alla scena: la pianta sembra simboleggiare l’indomabile devozione cristiana di Gerolamo.


Edera (Hedera helix L.)

Edera (Hedera helix L.)

Pianta 3
Edera
Hedera helix L.
L’edera è una pianta sempreverde, lianosa, dotata di fusti volubili in grado di aderire a qualsiasi supporto che ne permetta uno sviluppo verticale. Non è tuttavia una specie parassita e quindi non rappresenta una minaccia per gli alberi su cui cresce. Plinio la descrive come una pianta impiegata per intrecciare le corone del dio Bacco: il motivo più credibile di tale utilizzo è legato alla credenza secondo cui una corona ben stretta alla testa è il miglior rimedio per il mal di testa causato da eccessi alcolici.
Un tempo le foglie d’edera erano usate esternamente per la cura delle ulcere, mentre oggi servono nel trattamento delle secrezioni bronchiali. È curioso il fatto che le razze bovine, dopo il parto, ricerchino spontaneamente la pianta per prevenire o sedare le emorragie e rinforzare l’utero, ma è necessario rilevare che tutte le sue parti, e in particolare i frutti, contengono composti attivi potenzialmente tossici.

 

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2020 [cm]