I palazzi urbani, noti e meno noti, della città di Monza

 

 

Palazzo Civico

La vicinanza geografica tra il capoluogo lombardo e l’antica capitale dell’impero longobardo ha fortemente influenzato le complesse dinamiche della progettazione architettonica urbana e la definizione dell’impianto dell’urbe. A Monza, ad esempio, si riscontra la presenza di numerose ville di delizia o “palagi camparecci” ai margini della città e in campagna, mentre si avverte una limitata presenza di palazzi nobiliari cinque e seicenteschi nel centro urbano.

Lungo le vie cittadine, percorribili sia a piedi sia in bicicletta, si incontrano edifici importanti e complessi architettonici di indubbio valore, che si sviluppano in genere su un corpo centrale in discreto aggetto e su due ali laterali della medesima altezza, che tuttavia rifiutano impianti più complessi a corte chiusa con chiostri monumentali e portici affrescati.

Palazzo Civico

Palazzo Civico

Oggi molti palazzi ed edifici monumentali monzesi appartengono ad istituti bancari o a privati che, conseguentemente, ne limitano l’accesso con percorsi strettamente strutturati e in particolari occasioni. Eccezioni, anche se di peculiare interesse, sono rappresentate dal Palazzo civico e dal Palazzo dell’Arengario, da tempo destinato ad ospitare manifestazioni culturali ed esposizioni temporanee.
Con il passare dei decenni molti palazzi urbani sono stati oggetto di ampie trasformazioni che, se in alcuni casi si sono limitate ad alterare la strutturazione dei volumi interni adeguandoli a nuove funzioni, in altri casi hanno modificato, anche in maniera sensibile, le altezze degli edifici e il loro rapporto con il tessuto edificato. E tali modifiche non sempre sono state attente all’importanza della struttura architettonica originaria e al suo valore simbolico-rappresentatitivo.

Arengario

Sul finire del Settecento la costruzione della Villa Reale, voluta dall’arciduchessa Maria Teresa d’Austria per il figlio Ferdinando, costituisce occasione di un imponente ripensamento dell’impianto urbano di Monza, che innesta un ineguagliabile slancio di rinnovamento ricco di entusiastici accenti edilizi. Ai decenni successivi, ad esempio, appartengono gli influssi dei moduli neo-rococò, che si palesano con maggior veemenza nei villini edificati lungo il viale che conduce alla Villa Reale e in alcuni palazzi del centro storico. Non si tratta ancora di un gusto pienamente liberty, ma di un’applicazione di ornati floreali, per lo più margherite stilizzate, definiti appunto style Marguerite – in onore della consorte di Umberto I – che con grazia e fantasia eclettica decorano le facciate dell’architettura borghese.

Arengario

Ultimo aggiornamento: 5 Giugno 2019 [cm]