Le deportazioni dall’Italia

Cittadini vengono caricati su un camion dai militari tedeschi per essere inviati ai lavori forzati in Germania. Milano, luglio 1944 Autore sconosciuto

Cittadini vengono caricati su un camion dai militari tedeschi per essere inviati ai lavori forzati in Germania. Milano, luglio 1944 . (link alla scheda)

Dopo l’8 settembre 1943, le forze di occupazione tedesca deportarono dall’Italia oltre ventimila persone per la loro opposizione al nazi-fascismo. Tra loro erano antifascisti, partigiani, scioperanti, membri attivi della Resistenza, ostaggi prelevati al posto del familiare partigiano, ma anche renitenti alla leva, militari fascisti disertori, detenuti comuni, militari italiani sotto processo, chi aveva aiutato gli ebrei. Lo sterminio dei deportati politici era condotto prevalentemente mediante lo sfinimento con insostenibili condizioni di lavoro.

Riproduzione di quattro foto ricordo che ritraggono giovani deportati italiani caduti nel campo di concentramento di Mauthausen o nel sottocampo di Gusen

Riproduzione di quattro foto ricordo che ritraggono giovani deportati italiani caduti nel campo di concentramento di Mauthausen o nel sottocampo di Gusen (link alla scheda)

A questi si devono aggiungere i circa ottomila deportati razziali italiani (quasi tutti ebrei), che furono condotti a morire prevalentemente ad Auschwitz, mediante l’eliminazione nella camera a gas. Se ne salvò circa il 10%.
Vi furono inoltre circa seicentomila militari italiani, che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e di combattere a fianco dei tedeschi, e che furono, quando non passati per le armi, costretti a vivere in campi di internamento in condizioni di lavoro forzato e di schiavitù. Sono ricordati come gli IMI, Internati Militari Italiani. Le loro condizioni, spesso meno gravose di quelle dei deportati perché non sottoposti a una strategia sistematica di eliminazione (potevano per esempio inviare lettere a casa), erano comunque disumane e spesso di costrizione a subire angherie e violenze, al punto che ne morirono circa settantamila.

Soldati italiani, catturati dai tedeschi dopo l’armistizio di Cassibile, su un vagone bestiame diretto in un campo di concentramento in Polonia.

Soldati italiani, catturati dai tedeschi dopo l’armistizio di Cassibile, su un vagone bestiame diretto in un campo di concentramento in Polonia. (link alla scheda)

Soldati italiani, catturati dopo l’armistizio di Cassibile e internati nel campo di Benjaminowo (vicino a Varsavia), durante l’appello mattutino

Soldati italiani, catturati dopo l’armistizio di Cassibile e internati nel campo di Benjaminowo (vicino a Varsavia), durante l’appello mattutino (link alla scheda)

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre 2020 [cm]