La prima metà dell’Ottocento

1805 – Giuseppe Pistocchi

Con la fine della dominazione austrica e l’inizio di quella francese, riprendono gli studi per il riassetto della piazza del Duomo. Nel 1805 Giuseppe Pistocchi presenta alcuni grandiosi “Piani di Foro” da realizzare nella “Piazza Maggiore di Milano”, proposte progettuali mirate a sminuire il Duomo rispetto alle altre funzioni civili della piazza, contrapponendo alla facciata della Cattedrale altri elementi monumentali forti, come un grande edificio porticato comprendente i tribunali, le sedi delle associazioni professionali (notai, avvocati, ingegneri, artisti e mercanti) e due grandi caffè. Altri elementi proposti sono una colonna al centro della piazza e due archi di trionfo ai lati del Duomo.

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Alcune proposte progettuali di Giuseppe Pistocchi per piazza del Duomo, 1805, non realizzate (Faenza, Biblioteca Comunale – Cart. VII)

1806 Carlo Amati, Giuseppe Zanoia
Nel 1805 Napoleone Buonaparte ordina il completamento della facciata del Duomo a Leopoldo Pollak, allora architetto della Fabbrica del Duomo. L’anno successivo, a causa della improvvisa morte dell’architetto di origini austriache, l’incarico passa a Carlo Amati e Giuseppe Zanoia che, in pochi anni, porteranno finalmente a termine il fronte della Cattedrale, con un’architettura gotica, salvo la conservazione delle porte disegnate dal Tibaldi e già realizzate.

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Progetto di Carlo Amati e Giuseppe Zanoja per la facciata del Duomo, 1806. Il fronte è concluso in pochi anni, e presenta un’architettura gotica con il mantenimento di alcune strutture progettate dal Tibaldi e già realizzate, come i portali e le aperture vetrate (Milano – Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 7-25)

1807 – Commissione d’Ornato
Il 9 gennaio del 1807 viene istituita la Commissione d’Ornato per controllare l’edilizia pubblica e privata delle diverse zone di Milano. I membri della commissione sono gli architetti Luigi Canonica, Luigi Cagnola, Giocondo Albertolli, Paolo Landriani e Giuseppe Zanoja. Nel settembre dello stesso anno la Commissione stila il Piano Generale di Milano, detto anche “Piano dei rettifili” che ha come elemento portante l’asse “via Napoleone”, che andava dalla piazza del Foro fino all’Ospedale Maggiore, mantenendo l’antico tracciato viario a maglia quadrata. Piazza del Duomo veniva toccata tangenzialmente dal grande asse viario e la sua sistemazione, già da tempo auspicata, viene affrontata dalla Commissione con la proposta di demolire il rione Rebecchino e il corpo di fabbrica rinascimentale chiamato Coperto dei Figini, senza però suggerire quale assetto architettonico avrebbe dovuto assumere la piazza. Il suo riordino inizia a suscitare un annoso dibattito che si protrae per tutto il XIX secolo. La piazza originaria, infatti, presenta due grossi ostacoli: da un lato il suo essere mal connessa al sistema viario cittadino, dall’altro la sua forma infelice data la sua irregolarità e modestia. Il problema è complicato dal fatto che, mentre il Duomo, secondo gli usi canonici, è orientato in direzione est-ovest, il tessuto urbano circostante, il cui impianto risale all’epoca romana, presenta un andamento sud-ovest/nord-est, tale da rendere problematici gli innesti delle vecchie arterie all’interno di una pianta che riesca ad inquadrare simmetricamente la chiesa.

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“Pianta della città di Milano”, Astronomi di Brera, 1814. Sono ancora presenti l’edificio porticato detto Coperto dei Figini, sul lato nord della piazza, e l’isolato del Rebecchino, su quello sud (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. f.s. 1, tav. 24)

1838-1858 – Progettisti vari
Nel 1838, in occasione delle feste che si ideavano per l’incoronazione dell’imperatore Ferdinando I d’Austria in Duomo, si assiste ad una ripresa di studi riguardante la sistemazione della piazza del Duomo che si protrarranno per circa vent’anni. Si tratta di progetti di architetti e ingegneri, non realizzati, in risposta a bandi emanati dalla municipalità milanese, ma anche proposte offerte a titolo personale da imprenditori, uomini di cultura e “dilettanti”, pubblicati in periodici, monografie o fascicoli, diffusi anche in fogli sciolti. Tali progetti e proposte, spesso giudicati da varie commissioni e oggetto di discussione in sedi diverse, suscitano un sentito interesse da parte dell’opinione pubblica e accendono un fervido dibattito.

Tra le varie proposte, infatti, emergono due orientamenti contrastanti: uno più discreto che lascia al Duomo il compito di dominare l’ambiente circostante, l’altra che privilegia l’aspetto monumentale della piazza.
In linea con la prima tendenza è la proposta del 1839 del marchese Giulio Beccaria che prevede tra via S. Raffaele e via S. Radegonda una grande esedra porticata che permette di ammirare il complesso del tiburio del Duomo, invisibile dalla corta piazza antistante la facciata. L’unica fase del progetto realizzata è quella relativa alla zona posteriore del Duomo dove vengono demolite le costruzioni esistenti per costruire il nuovo palazzo della Fabbrica del Duomo. I principi ispiratori del progetto vengono accolti anche da Carlo Caimi, che nello stesso periodo propone una rielaborazione del proposta del Beccaria.
Si accosta, invece, ad un’idea di piazza monumentale il progetto di Carlo Amati del 1838, che propone un ampliamento della piazza, chiudendola con un’esedra porticata di fronte alla Cattedrale, con edifici a portici che proseguivano lungo il lato settentrionale sino al corso.
Tra i diversi progetti presentati in quel ventennio sono poi da ricordare una nuova proposta di Carlo Caimi (1857), che per primo introduce l’idea di una galleria tra piazza del Duomo e piazza San Fedele, e quelli di Fermo Zuccari (1857), di A. G. Pavesi (1857), di Cesare Osnago (1858) e Gian Luigi Ponti (1859) e di Domenico Cesa Bianchi (1859).

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Progetto del marchese Giulio Beccaria per piazza del Duomo (1839), non realizzato ad eccezione della parte posteriore alla Cattedrale, dove verrà realizzato il nuovo palazzo della Fabbrica del Duomo (Milano, Civico Archivio Storico e Biblioteca Trivulziana)

 

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Progetto di Carlo Caimi per piazza Duomo (1838), non realizzato, che, condividendo le idee del Beccaria, propone una revisione della sua proposta progettuale (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Vol. FF 15)

 

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Progetto di Carlo Amati per piazza Duomo (1838), non realizzato, caratterizzato da un’imponente esedra porticata di fronte alla Cattedrale

 

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Progetto di Carlo Caimi per piazza del Duomo (1857), non realizzato (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Albo H 129)

 

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Progetto di Fermo Zuccari per piazza del Duomo (1857), non realizzato (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Op. N 35, tav. 1)

1858-1859 – Francesco Giuseppe d’Austria
Nel 1858, ancora sotto la dominazione Austriaca, viene creata piazza della Scala demolendo i caseggiati che si trovavano tra il teatro e palazzo Marino e si pensa di collegare la nuova piazza a quella del Duomo con una strada dedicata all’imperatore Francesco Giuseppe. Il progetto è approvato nel febbraio 1859, ma la guerra che inizia due mesi dopo contro i Savoia ne interrompe l’esecuzione. Ma, dopo la vittoria dei Piemontesi nel giugno dello stesso anno, una delegazione di autorità milanesi si reca da Vittorio Emanuele II per rendere omaggio al futuro sovrano d’Italia e per offrirgli l’intitolazione della nuova strada.

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Progetto dell’architetto ingegnere Gian Luigi Ponti per piazza del Duomo (1859), non realizzato (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Op. P 18, tav. 1)

 

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“Pianta della città di Milano disegnata dal Tenente Ingegnere Geografo Giovanni Brenna”, 1860. E visibile la nuova piazza della Scala, ma il resto dell’area, alla vigilia dell’Unità d’Italia, si presenta ancora invariata (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Busta O 40)

 

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Veduta della città di Milano in una stampa del disegnatore Gaetano Gariboldi  della metà del XIX secolo in cui spicca ancora il Coperto dei Figini, sulla sinistra e si nota, sulla destra l’isolato del Rebecchino (Milano, Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – Albo E 44, tav. 1)

 

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Veduta dall’alto dell’area del Duomo di Milano con il Coperto dei Figini e l’isolato del Rebecchino in una fotografia di autore sconosciuto, precedente il 1860 (Milano, Civico Archivio Fotografico – FM C 81-3) link

 

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Fotografia anonima, risalente al 1855, in cui si nota ancora, a sinistra, il rinascimentale Portico dei Figini e, a destra, l’isolato del Rebecchino (Milano, Civico Archivio Fotografico – FM D 22) link

 

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Il coperto dei Figini in piazza del Duomo in una fotografia anonima precedente il 1860 (Milano, Civico Archivio Fotografico – A13262)

 

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Il coperto dei Figini in piazza del Duomo con le abitazioni e i negozi al pianoterra, foto antecedente il 1860 (Milano, Civico Archivio Fotografico – 1890)

 

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Alessandro Duroni, Piazza del Duomo con l’isolato del Rebecchino e il portico dei Figini, 1859-1861 (Milano, Civico Archivio Fotografico – FM F 2) link

1860 – Vittorio Emanuele II – Commissione Comunale
Nel 1860 Vittorio Emanuele II promuove una lotteria per raccogliere i fondi per il riassetto dell’area di piazza del Duomo e la creazione della strada di collegamento con la piazza della Scala. Nomina una speciale Commissione che indice un concorso (a cui ne seguono altri due nel 1862 e 1863) che prevede il seguente programma: la creazione davanti al Duomo di una piazza rettangolare larga 122 m, con portici su tre lati con edifici a carattere monumentale e con palazzo di fondo, di fronte alla Cattedrale; la realizzazione di una via di collegamento verso il Cordusio attraverso piazza Mercanti; la creazione di una strada, anche essa coperta, tra le piazze del Duomo e della Scala con la sistemazione sul suo asse sulla testa della “Manica Lunga” di una loggia reale.

 

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“Piano per la nuova Piazza del Duomo in relazione alle sue adiacenze unito al rapporto in data d’oggi dell’apposita Commissione”, 1860. La Commissione Municipale è costituita da Carlo Belgiojoso, Gaetano Besia, Luigi Bisi, Alessandro Cagnoni, Salvatore Mazza, Emanuele Michel, Angelo Milesi, Giuseppe Pestagalli, Luigi Tatti, Lodovico Trotti e Giovan Battista Vergani (Milano – Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli – P.V. m. 8-68)

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2017 [Codex]