Archivio del Comune di Bormio, Quaterni inquisitionum foglio allegato

Persone
Domenica Trameri senior di Isolaccia, detta Chieriga
Procedimento giudiziario
Inchiesta su Domenica Trameri senior di Isolaccia, detta Chieriga, per stregoneria (5 novembre 1630; 14 ottobre 1630; ...; 11 ottobre 1630; 17 dicembre 1630 - 14 febbraio 1631)

Il procedimento contro Domenica Trameri avviene contemporaneamente a quello della figlia omonima, distinte nella redazione dell'istruttoria come "senior" e "junior". Le due donne, stremate dai tormenti, denunciano di correità molte altre persone che inesorabilmente saranno arrestate e giustiziate.

Ponti di errori commessi da Domenica Chieriga vechia.

1. Che ritrovandosi a lavorare a suo nepote Christoforo Pogliatto, con le dita che erano onte del solito onguento, applicati alli occhi del detto rimase tutto balordo, et doppo dicendoli che Dio e la Madona li dasse sanità, guarì.

2. Che ha imparato l'arte di strega da N. (1) zappando la croce, rifiutando Iddio, la Madona e i Santi. Poi li diede un scatolin d'onguento, dicendoli che con quello haveria potuto far male a chi voleva, et che doppo sariano andate a ballare, come doppo vi è andata molte volte al ballo da sé et in compagnia, ongendo un bastone, sopra il quale montava a cavallo.

3. Che ha havuto compagnia carnale con il demonio, magnato et bevuto in quei balli.

4. Che il giorno di Pasqua, incontrandosi con Pelegrina di Guerino, con un soffio la maleficiò, come per anco con il sguardo et soffio maleficiò il bestiame di Gervas di Giuliano.

5. Haver maleficiato Gotardo del Monico con farlo magnare di suoi capelli nella minestra.

6. Haver maleficiato il signor reverendo prete Martino Fogarolo, toccandolo a una mano con l'onguento, per il qual maleficio è morto.

7. Haver insegnato l'arte di strega a Domeniga sua figliola di già 5 anni, essendo nella corte di casa sua, facendoli zappare in terra la croce, renuntiare Iddio, la Madona et i Santi. Poi li diede del onguento, et doppo la condusse al ballo in Verva, poi la presentò al demonio, et quello adorò, qual gli fece careze et hebbe seco a fare. Et doppo più volte andate al ballo da compagnia, et havuto a fare carnalmente più volte con il demonio.

8. Haver maleficiato un figlioletto di Menico di Martin de Limedaccio, havendoli con l'ordinario onguento onto la faccia, essendo questa creatura posta in una foce di un prato, dove erano andate a lavorare.

9. Haver con il soffio maleficiato il figliolo di Gervas di Giuliano che poi, dicendoli che Dio e la Madonna li dasse la sanità, è guarito.

10. haver con l'onguento sudetto maleficiato il figliolo di Bernardo di Pietro Lazaro nella stua dilla casa d'esso Bernardo, affine che morisse.

11. Haver maleficiato Barbara, figliola di Francello di Casa, (2) con haverla tocca con di quello onguento e li mise adosso un spirito affine vi stesse alquanto tempo, poi guarisse et non morisse. Et ciò fu in casa di detta Domeniga, con occasione che li portò del sale, et fu avanti ch'essa Barbara sii mutata. (3) Et fuorno 3 di loro a far il congresso di maleficiarla cioè N. (4).

12. Esser andata nel cimiterio di santo Martino a Pedenosso et quello di santo Abondio et haver dissoterato delle creature picole sepolte di novo, a quali ha levato l'ombelico et altre parti della creatura, quali faceva cocere la detta carne et secare di osetti facendone polvere, et mischiando ogni cosa insieme formava l'onguento che adoperava nei maleficii.

13. Haver in compagnia di altre streghe fatto cader delle lavine et fatto venir delle brine, et in altro tempo delle tempeste.

14. Haver con di quella polvere maleficiato la moglie di Christoforo del Bugliolo, per il quale ha disperso sei creature.

15. Haver havuto pensiero di far cader il monte della Reiite sopra la Terra Maestra.

16. Haver fatto cader del gran sasso di Scianno quel sasso grande che de presente si trova nel campo di quei de Fusetto, sotto la via di Pedenosso, di fuori d'Isolacia.

17. Haver nominato 23 persone da lei conosciute al ballo delle streghe in diverse parti.

Di Domenegha figliuola.

1. Haver confessato di haver imparato tal arte diabolica da sua madre Domenega: Et fu in Isolacia nella loro casa, nella corte di dentro, faccendomi zappare la croce, ch'essa fatto havea in terra, reffutare Iddio, la Beatissima Vergine Maria et li suoi Santi et chiamare il demonio per suo patrone. Poi mi condusse in Verva al ballo, sopra del baglialone onto con onguento, et là trovassemo il diavolo vestito da nero. Detta sua madre la presentò a lui: L'adorai, mi fece careze, mi getò in terra et hebbe a far meco. Et vi sono andata dell'altre volte tante, et sono di già 5 anni ch'imparai.

2. Haver maleficiato Felice di Lorenzin con toccarla a una spalla et mettendogli della polvere.

3. Esser concorsa al maleficio fatto a Barbara di Francello con haver, con l'onguento che adoperava, onto un braccio di panno ch'essa dete alla detta Barbara. Et al consiglio di maleficiarla vi furono 2 altre persone, essendo sotto l'Arsure appresso l'aqua.

4. Haver maleficiato una figlioletta di Lorenzo di Menico, con occasione che li fece le trezze, e toccandola con un poco del detto onguento, et metendoli della polvere sopra la testa.

5. Haver maleficiato et fatto morire una vacha a Bernardo di Menena.

6. Haver maleficiato il signor dotor Giulio Foliano con latte di pecora che li portò in casa, havendogli posto della polvere.

7. Esser andata nel cimiterio di santo Martino a Pedenosso a racogliere di osetti più picoli de creature morte, quali facendoli seccare ne faceva polvere, qual adoperava ne maleficii. E vi è andata molte volte a racogliere de quei ossi.

8. Haver nominato 14 persone conosciute al ballo.

Errori commessi da Martholina di Berbenno (5) malefica.

1. Ha rifiutato Iddio, la Madonna et i Santi, invocato il diavolo per suo Signore e Patrone, conculcando la crose in terra.

2. È andata al ballo diabolico più volte, presentata al demonio et havuto a fare carnalmente con esso.

3. Ha levato dal cimiterio di santo Abondio 3 creature, delle quali ne ha fabricato l'onguento, che ha doperato in far di maleficii.

4. Con esso onguento ha maleficiato una creatura a Gioan di Pradella, una di Bormetto di Toni de Brun, una di Gotardo de Poz et una di Francesco di Vidal di Francesco.

5. Ha maleficiato due vache, una a quei di Ponchin (6) et una a Gottardo di Chao. (7)

6. Ha insegnato tal arte al quondam Bernardino, suo figliolo.

7. Essersi trasformata in gatto et lupo per far danno nelle pecore.

(1) Si tratta di Malgherta, moglie di Abbondio di Pradella, forse una Tampelli di Pedenosso, discendenza di stregoni come si dichiarerà nel processo a Domenica Pradella detta Castelera.

(2) Formulazione intermedia, che spiega l'origine del cognome Dei Cas. Nei due processi contro le Chierighe appaiono tutti i passaggi. La cristallizzazione nella forma attuale si è dunque compiuta in questo periodo. Ancora al tempo del Longa si registravano oscillazioni tra Deicas, Dei-Cas, Dei Cas (Longa 327, 329).

(3) Borm. mudàr "salire in alpe all'inizio dell'estate o scendere al principio dell'autunno; cambiare casa o stalla; cambiare i panni", lat. mūtāre "cambiare, mutare" (REW 5785). Per un principio superstizioso, si cercava di evitare che gli spostamenti avvenissero di venerdì, in venerdè i mùden mìga (Longa 164)

(4) Con lei erano la figlia Domenica e Domenica Pradella detta Castelera.

(5) Il cognome Berbenni è tuttora presente a Bormio e in Valdidentro (Longa 327 e 330). Qui potrebbe trattarsi ancora del riferimento alla provenienza da Berbenno in bassa Valtellina.

(6) Soprannome scomparso.

(7) Cào, contrada di Pedenosso. Probabilmente dal lat. caput "capo, estremità", nella fase che precede la contrazione delle vocali (REW 1668).