Lombardia Beni Culturali
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Cartula vinditionis

1107 novembre, Bergamo.

Raimondo del fu Lanfranco, di Mozzo, di legge longobarda, dichiara di aver ricevuto da Pagano del fu Andrea, di Alse ma abitante in Bergamo, nove soldi di denari d'argento quale prezzo della vendita di due appezzamenti di terra incolta in località detta Valle Bergunzoni, dell'estensione complessiva di otto pertiche. Il suddetto Raimondo promette di risarcire Pagano della quarta parte della terra in oggetto nel caso in cui l'acquirente fosse danneggiato dalle contestazioni di Otta, nuora di Raimondo.

Originale, BCBg, Collezione di pergamene, perg. 566 H (A). Nel recto della pergamena si distinguono piuttosto chiaramente, specie di seguito alla completio notarile e nello spazio compreso tra questa e la promessa aggiuntiva del venditore, tracce di lettere e persino alcuni gruppi di parole, quasi interamente dilavate, che inducono a pensare a un utilizzo precedente del supporto scrittorio. Nel verso, di mano del notaio rogatario: 'Cartula Pachani de Alse', cui segue, di mano del sec. XIII in.: 'De terra de Valle Bregonzonis'. Segnatura settecentesca: '1107'.

La pergamena presenta un'isolata macchia rossastra dovuta a umidità alla fine di r. 9 e tracce di consunzione più evidenti in corrispondenza delle antiche piegature.
Pagano di Alse, attestato per la prima volta nella documentazione locale nel novembre 1106 come acquirente di terreni nel villaggio suburbano di provenienza (cf. doc. n. 23), rappresenta uno dei personaggi di maggior spicco della società bergamasca fra i secoli XI e XII (nel 1110 - cf. ACBg, n. 1183 D XVII - testimonia, insieme con il figlio Ottone e altri cospicui cives, a un importante atto di pacificazione fra le canoniche urbane), sebbene il suo nome non figuri mai nelle liste consolari conservate, pur con una certa frammentarietà, dopo il 1117. La sua progressiva emarginazione dalle vicende del primo governo comunale pare aver seguito le sorti del grande lignaggio signorile dei Mozzo, con uno dei cui membri, Raimondo, entra qui in affari acquisendo terreni nella zona detta Valle Bergonzonis (fra Mozzo e Bergamo), che costituirà uno dei nuclei più saldi del suo radicamento patrimoniale attorno al capoluogo: nel maggio 1117 Pagano riscatterà per la ragguardevole cifra di ventotto soldi di denari d'argento tre appezzamenti di terreno boschivo siti nella medesima area di cui, in passato, era stato investito pro feodo dallo stesso Raimondo di Mozzo (cf. più avanti, doc. n. 74). Circa i rapporti di Pagano e dei suoi figli con il monastero di Astino cf. Le carte, II, nn. 25, 62, 76, 93, 112, 135, 139. Sulla famiglia dei de Muzo cf. MENANT, Campagnes lombardes, pp. 639-42, 659, 902-3 (qui con alberi genealogici), e ID., Dai Longobardi agli esordi del Comune, pp. 722-723. La Valle Bergunzonis (o Bregunzii), frequentemente attestata nelle pergamene astinesi dei secc. XII-XIII, viene genericamente assimilata al toponimo 'Valle di Astino' nelle fonti di età moderna: a titolo di esempio, si veda l'interscambiabilità delle denominazioni per l'abate Guiducci (nel Compendio, f. 293r.). Cf. anche MENANT, Campagnes lombardes, p. 156 (nota 467).
E' adoperata l'indizione settembrina.

(SN) In Christi nomine. Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi mill(esi)mo centesimo septimo, mense novembre (a), | ind(ition)e prima. Constat me Ragimundum, filium quondam Lanfranci, de loco Muzo, qui profesus sum | lege vivere Langobardorum, accepise sicuti et in presentia testium manifestus sum quod ac|cepi a te Pachano, de Alse, et filio quondam Andrei, abitator civitate Pergamo, argenti denarios | bonos sol(idos) novem, finito pretio, sicut inter nos convenimus, pro petiis duabus de terra arve iuris mei | quas habere visus sum in loco qui dicitur Valle Bergunzoni. Prima petia. Coeret ei: a mane comunum, a meridie | emtori, a sera et montibus Sancti Salvatoris, et est per mensura pertice sex et amplius si fuerit. Secunda ibi: | a mane Sancti Salvatoris, a meridie emtori, a montibus m(ih)i reservo, et est pertice duo et amplius si fuerit. |Que autem s(upra)s(crip)te petiis de terra, sicut supra l(egitur), cum superioribus et inferioribus seu cum finibus et accessionibus | suorum in integrum a presenti die in tua qui supra Pagani et cui dederis tuisque heredibus persistat potestate, iure | proprietario nomine, habendum et fatiendum exinde quicquid volueritis, sine omni mea et heredum meorum | contrad(ition)e. Quidem spondeo atque promitto ego qui supra Ragimundus, una cum meis heredibus, tibi qui supra Pa|gani et cui tu dederis tuisque heredibus s(upra)s(crip)tam vind(ition)em omni tempore ab omni contradicente homine defensare; | et si defendere non potuerimus aut si contra hanc cartula agere quesierimus, tunc s(upra)s(crip)tam vind(ition)em vobis | in duplum restituamus in eisdem vel in consimilibus locis. Quia sic inter nos convenimus. Actum s(upra)s(crip)ta ci|vitate (b). Signum (c) # manibus s(upra)s(crip)ti Ragimundi qui hanc cartula vind(ition)is fieri rogavit. Signum ### manibus Vuiberti et Alberti seu Ugoni(d) testes. (SN) Lanfrancus notarius scripsi, post traditam complevi et dedi. Convenerunt inter se ipse Ragimundus cum ipso Pachano si Otta, nurus eiusdem Ragi|mundi, intenzonare abet ipsam terram, et ipse Paganus venerit in damnum, tunc ipse | Ragimundus debet dare aliam tantam terram ibi in consimili loco quantam est | quartam partem.


(a) -r- soprascritta.
(b) vitate nel rigo sottostante, presso il margine destro.
(c) Sig- è reso con un grafismo, qui e nel caso seguente.
(d) L'occhiello di g corretto su tratto di lettera principiata, come pare.

Edizione a cura di Gianmarco De Angelis
Codifica a cura di Gianmarco De Angelis

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