Lombardia Beni Culturali
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Desiderii regis et Ansae reginae diploma

759 gennaio, [Pavia].

Desiderio re e Ansa regina donano per la loro anima al monastero [di S. Salvatore e] dei SS. Michele e Pietro, da essi edificato in Brescia, alla badessa Anselperga, loro figlia, e a tutta la comunità delle monache, i claustra del medesimo monastero, con le chiese e gli altri edifici da loro costituiti, nonché tutta l'area pertinente, concessi loro dal precedente re Astolfo; concedono altresì al monastero la curtis, di loro proprietà - anch'essa ricevuta in dono dal predecessore Astolfo -, sita in località detta Cerropicto, con gli edifici e tutte le relative pertinenze.

Copia semplice della seconda metà del sec. XII, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 1, perg. I [B]. Copia Odorici, busta 19.2. Regesto Astezati, pp. 63, 362, 532, 691. Regesto Cristoni, p. 1. Nel verso, di mano del sec. XII ex.: § Exempla p(re)c(e)torum de [[......]] de Temolinis et Festolinis exempla ad confirmationem instrumentorum omnium que in [[......]] monasterii; di mano del sec. XIV-XV: Exemplum p[[...]]tiorum (lettura incerta); segnatura Astezati: K fil. 1 n. 1.

Edizioni: MURATORI, Antiquitates Italicae, V, coll. 497-98; TROYA, Codice Diplomatico Longobardo, V, n. 727, pp. 7-11; MIGNE, Patrologia Latina, LXXXVII, n. XXVII, coll. 1388-89; PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 18, coll. 36-7; BRÜHL, Codice Diplomatico Longobardo, III, n. 31, pp. 187-91 (Br).
Trascrizione: ASTEZATI, Evangelistae Manelmi vicentini commentariolum. Monitum, pp. 1-2.
Regesti: ODORICI, Storie Bresciane, III, n. CLI, pp. 33-4; BETHMANN und HOLDER-EGGER, Langobardische Regesten, n. 296, p. 287; CHROUST, Untersuchungen, n. 25, pp. 190-91.
Cf. ODORICI, Antichità cristiane, pp. 7, 8, 15; ID., Storie Bresciane, II, pp. 275-6, 284; BRUNATI, Vita o gesta di santi bresciani, I, pp. 245-6; CHROUST, Untersuchungen, pp. 29, 50, 60, 64-6, 70-1, 75, 78, 80, 82-3; HARTMANN, Notare, p. 23; GRASSHOFF, Klosterwesen, p. 56; VOIGT, Die Königlichen Eigenklöster, pp. 23-5, 67, 119; CLASSEN, Kaiserreskript, p. 79 (nota 380); SEREGNI, La popolazione agricola, pp. 18 (nota 2), 19, 21 (nota 2), 26 (nota 2), 30 (nota 2), 62 (nota 1), 67 (nota 2); GUERRINI, Cunimondo di Sirmione, p. 48 (nota 3); BOGNETTI, La Brescia dei Goti e dei Longobardi, pp. 435 (nota 2), 439 (nota 3), 446 (nota 1); PANAZZA, Il volto storico, p. 1063 (nota 4); JARNUT, Prosopographische, p. 349; PANAZZA, La documentazione storica, pp. 15-6; BRÜHL, Studien, pp. 194-6, 198-99, 200-1; GASPARRI, Grandi proprietari e sovrani, pp. 437 (nota 21), 438 (nota 24); PANAZZA, Brescia e il suo territorio, p. 27 (nota 87); BECHER, Das königliche, p. 299 (nota 2); WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, pp. 85 (nota 1), 86 (nota 5); ANDENNA, Il monastero e l'evoluzione urbanistica, p. 96; BETTELLI BERGAMASCHI, Pallii serici a Brescia, pp. 147 (nota 2), 154 (nota 105); EAD., Seta e colori nell'alto medioevo, pp. 1 (nota 1), 44 (nota 178); EAD., Monachesimo femminile, pp. 50 (nota 39), 52, 56, 62, 66 (nota 100); EAD., Il monastero bresciano di S. Giulia, p. 420 (nota 21); BROGIOLO, Brescia altomedievale, pp. 68 (nota 112), 88 (nota 20), 104; PASQUALI, Gestione economica, p. 133; CAMMAROSANO, Nobili e re, p. 94 (nota 15); GAVINELLI, La liturgia del cenobio, pp. 126, 142 (nota 28); SCHMID, Der Codex, p. 3; BROGIOLO, Desiderio e Ansa a Brescia, p. 143; LA ROCCA, La legge e la pratica, pp. 66, 68; ARCHETTI, Per la storia, p. 9; GAVINELLI, L'Omeliario, p. 345; ANDENNA, Le monache, pp. 17-8; LAZZARI, Una mamma carolingia, p. 45; LA ROCCA, Monachesimo femminile, p. 125 (note 26 e 28).

La pergamena, oltre ad alcune rosicature lungo entrambi i margini laterali e in corrispondenza di quello superiore, presenta un inscurimento assai diffuso, provocato probabilmente dal trattamento con noce di galla, che ha compromesso irrimediabilmente l'intelligibilità di alcune parti del dettato. Rigatura a secco, tracciata sul verso.
Il restauro del dettato è stato condotto avvalendosi del confronto con il formulario riscontrabile nei successivi diplomi rilasciati dalla famiglia reale in favore del monastero.
La collocazione della copia nella seconda metà del secolo XII tiene conto delle caratteristiche della scrittura (una minuscola di transizione, di mano probabilmente ecclesiatica, posata (cioè dritta) e impaginata con cura), nonché dell'analisi di alcune tipologie morfologiche: impiego della et tironiana, assenza della c rovesciata per con in inizio di parola, uso della d di tipo onciale, assenza della s di tipo maiuscolo in fine di parola e impiego del nesso st (a ponte). Allo stesso copista vanno attribuiti anche i docc. 12 e 13.
La singolare presenza di Ansa come coautrice del diploma insieme a Desiderio trova una plausibile spiegazione nel fatto che ella sia da ritenersi la vera fondatrice del monastero (cf. ad esempio i diplomi successivi); la genuinità del doc. non può pertanto essere posta in dubbio.
Il praeceptum qui edito solleva inoltre la questione circa il rapporto tra il monastero di S. Salvatore e quello dei SS. Michele e Pietro, dei quali risulta essere nello stesso tempo badessa la figlia di Desiderio Anselperga.
Al riguardo Odorici, Biemmi, Brunati e Darmstädter propendono per un'unione del monastero di S. Salvatore con quello più antico dei SS. Michele e Pietro; di diverso avviso invece Voigt, che pone a confronto un passo di questo doc. (Primum omnium claustra [ipsius] monasterii cum ecclesiis et reliquis edificiis a nobis ibidem constitutis atque area vel omnia coheren[tia] ibidem per[tinentia]) con un passo di quello concesso da Adelchi nel 766 marzo 3, in cui si fa riferimento a un precedente diploma redatto in favore del monastero da Desiderio e Ansa (qua[tenus iamdicti reges conc]esserant in predicto sancto cenobio vel tuę religioni: primum omnium claustra ipsius monasterii cum eccl[esiis et si]ngu[lis e]dificiis atque area [ve]l omni coherentia ibidem pertinente). La pressoché letterale concordanza delle due porzioni di testo deporrebbe pertanto a favore di una identificazione dei due monasteri: non ci si trova di fronte a due monasteri distinti e indipendenti, bensì allo stesso monastero che ha mutato l'intitolazione. Un'altra prova a favore dell'identificazione tra i due monasteri è fornita dallo stesso copista che nel XII secolo produsse entrambe le copie (docc. nn. 1 e 13); è infatti alquanto probabile che si debba a quello scriba l'introduzione nel testo del praeceptum della formula della dedicazione al Salvatore - assente nell'antigrafo ma presente nell'anzidetto doc. del 766 - al fine di dimostrare che i due diplomi appartenevano alla medesima fondazione (cf. ANDENNA, Le monache, pp. 17-8).
Per quanto attiene invece allo status dell'ente, è chiaro come, se nel gennaio del 759 il monastero presenta ancora le caratteristiche di una fondazione ducale - la dedicazione principale non è al Salvatore ma all'arcangelo Michele e al principe degli apostoli Pietro -, nel successivo diploma dell'ottobre del 760 (doc. n. 3) il cenobio appare di gran lunga ridisegnato sul piano istituzionale e giuridico: da un lato, l'intitolazione esclusiva al Salvatore - strettamente connessa alle basiliche regie - ha ormai soppiantato la precedente dedicazione multipla, mentre, dall'altro, il monastero risulta sottoposto direttamente alla protezione regia e vengono precisate le modalità di elezione della badessa de intra ipsa congregatione. A favore di una precedente fondazione ducale, come suggerito da Brogiolo, depone anche il fatto che l'adeguamento istituzionale del monastero sia avvenuto 'soltanto' nel 760 (ricordiamo che la fondazione del monastero risale presumibilmente al 753), nel momento in cui si fa assai forte l'esigenza di ricostruire - o ristrutturare - la basilica di S. Salvatore, già edificata ai tempi del ducato, che da questo momento doveva rimarcare l'impronta della nuova politica della famiglia reale longobarda (BROGIOLO, Desiderio e Ansa a Brescia, pp. 144-45).

[Flavius][Desiderius vir excellentissimus rex] et gloriosa atque (a) precell(entis)s(im)a (b) Ansa [regina.] [Monasterio Domini Salvatoris et ar]cangeli (c) Sancti Michaelis atque apostolorum principis Petri (d), quod nos, D[eo auxiliante, a fundamentis erexi]m(us) (e) intra civitate nostra Brixiana(m), et Deo dicata Ansilperga abbatissa, filia nostra, [vel cunctae congregationi] monacharum ibidem D(omi)no servienti. Prophete [electi] (f) et regis David vatici[nii testimonium dicentis: 'firma]m(en)tum est D(omi)nus timentium eum' (1); et quia confidemus, q(uonia)m D(omi)nus firmamentum nostrum dignatus est [[................]]nti huius seculi possessione gloria no(min)i eius ipsius sanctis locis dona tribuendo decora [[.....................]] ipsius proph(et)ę testimoniu(m) dicentis: 'D(omi)ne dilexi decore(m) domus tuę et locum habitationi[s glorię tuę [...]]o' (2). Ut a peccatorum (g) nexibus mereamur absolvi et eternę (h) vitę gaudia consequamur, per presentem [donationis] (i) nostre preceptum offerimus in iura ipsius monasterii ex propria facultate nostra. Primum omnium claustra [ipsius] monasterii cum ecclesiis et reliquis edificiis a nobis ibidem constitutis atque area vel omnia coheren[tia] ibidem per[tinentia], qualit(er) ia(m)dudum a predecessore nostro do(m)no Astulfo rege nobis concessa fuit, aut quod ibidem post[ea] per co(m)p(ar)at[ionem, commut]ati[onem, donati]onem (j) aut [quolibet inge]nio advenit, sicut posita et clausa atque const[ruc]ta esse co(m)proba[tur [..............................]] ibidem a nobis largito; ad profectionem itaque supradicte congregationis [pro anime nostre mer]cede (k) largimus curte(m) nostram in loco cui vocabulum est Cerr[opi]cto, cum edific[iis, cum omnibus mobilibus] et [immobilibus] rebus (l) inintegrum ad ipsam curtem pertinentibus, qualit(er) nobis ab eodem do(m)no Astulfo [rege per eius] (m) preceptum (3) concessa fuit, vel quod postea ibidem per co(m)parationem, donationem aut quocu(m)que ingenio [vobis advenit, cum omnibus] (n) decimis totius terre, quam earum operarii alicubi laboraverunt ad (o) illarum (p) co(m)munem proprium. Hec autem [omnia su]perius nominata cum edificiis, cum bovibus et bubulcis et operariis, cum animalibus utriusque sexu[s], simul cum familiis, [servos] pro servis, liberos pro liberis, cum omnia et in omnibus mobilibus et i(m)mobilibus rebus inintegrum, sicut nostre pertinuit potestati, in iura ia(m)fati monasterii concedimus et per presentem nostrum confirmamus preceptum. Quatenus ab hac die h(abe)ns hoc nostrum ipse [sanctus] locus donationis et confirmationis preceptum, securo nomine, valeat possidere; et damus in mandatis omnibus ducibus, comitibus, gastaldiis et gentibus (q) [nostris, ut nullus eorum contra ea] (r), quae nostra donavit et confirmavit et [[...] pote]stas (s), in aliquo audeat molestare [seu infringere tempt]averit (t) co(m)ponat auri optimi [libras .CCCCC.] (u), medietate(m) n(ost)rę camere et me[dietatem huius mon]asterii (v) abbatissę. Et ut firmum permaneat [[..................]]. [[..........]] (w) reginam per Ro[doald notarium][scri]psi ego Audoald notarius. Actum [Ticino] (x) [[....................]]mensis ianuarii, a[nno felicissimi reg]ni nostri in Dei nomine secundo, in[dicti]one .XII. (y). Feliciter.


(a) -q(ue) su rasura.
(b) -s- su rasura.
(c) Integrazione probabile; Br archangeli.
(d) Pe- su rasura.
(e) Per il restauro cf. docc. 3 e 19.
(f) Restituzione proposta sulla base della lettura data da Muratori e dalle altre edizioni successive.
(g) Ripassato da altra mano più tarda, come pare.
(h) -e corr. su a.
(i) Per il restauro cf. doc. 11.
(j) Restauri proposti sulla base dei docc. successivi.
(k) Restauro a senso e sulla base del doc. 13.
(l) -b- corr. su altra lettera, forse q.
(m) Restituzione a senso, si potrebbe anche inserire suum in luogo di eius.
(n) Restituzione a senso, forse in luogo di vobis advenit si potrebbe integrare anche conquisitis (cf. doc. 13).
(o) -d corr. su altra lettera, come pare.
(p) i- corr. su altra lettera, come pare.
(q) Così B, si intenda agentibus.
(r) Per la restituzione cf. doc. 19.
(s) Malgrado la restituzione mancano ancora alcune lettere, forse si doveva leggere anche vel concessit.
(t) Restituzione proposta da Br sulla base del formulario ottoniano (cf. MGH, D O. II, n. 263).
(u) Per il restauro cf. i diplomi successivi; Br [libras [.....]]
(v) Cf. nota t.
(w) Secondo il formulario andrebbe inserito ex dicto domni regis: forse reginam è un errore del copista per regis.
(x) Integrazione probabile: delle lettere mancanti sembra intraverdersi una t iniziale.
(y) Non si esclude la lettura .XI.

(1) Psal. 24, 14.
(2) Psal. 25, 8.
(3) Non si è reperito il doc. relativo.

Edizione a cura di Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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