Lombardia Beni Culturali
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Lodoici II imperatoris diploma

861 gennaio 13, Brescia.

Ludovico II imperatore concede alla figlia Gisla, divenuta monaca nel monastero di <San> Salvatore di Brescia, detto Nuovo, il possesso in usufrutto delle curtes pertinenti ai monasteri di <S. Salvatore di> Agna, Campora e Sextunum, del monastero <di S. Giustina, già detto di S. Salvatore in Brisciano> edificato in Lucca dal duca Allone, del monastero in Pavia detto Reginę <in seguito monastero di S. Felice> , dello xenodochium di S. Maria e dell'ospedale di S. Benedetto in Montelungo <entrambi presso il passo della Cisa> e di un monastero <dedicato a S. Salvatore> sito in Sirmione, con tutte le relative pertinene, la quale è tenuta a disporne e ad amministrarli secondo il dettato della regola di san Benedetto, stabilendo inoltre che, in caso di prematura morte di Gisla, il godimento i usufrutto degli anzidetti beni passerà alla madre Angilperga.

Originale, ASBs, ASC, Codice Diplomatico Bresciano, busta 3, perg. XXXVIII [A]. Copia Odorici, busta 19.3. Regesto Astezati, pp. 65, 190, 293, 535, 617, 629, 650, 674, 678. Nel verso, solo annotazioni di epoca moderna, tra cui: K fil. 1 n. 19 (-9 corr. su 5).

Edizioni: MARGARINI, Bullarium Casinense, II, n. XXXVII, p. 30; ORTI MANARA, La penisola di Sirmione, n. IX, pp. 216-17; PORRO LAMBERTENGHI, Codex Diplomaticus Langobardiae, n. 212, coll. 348-49; MGH, D. Lu. II, n. 34, pp. 135-37 (M).
Trascrizioni: BAITELLI, Annali historici, pp. 27-8; pp. 47-8; ODORICI, Storie Bresciane, IV, n. XXXV, p. 50.
Regesti: BÖHMER, Regesta, n. 654; CIPOLLA, Fonti edite, n. 78, p. 58; FAINELLI, Codice Diplomatico Veronese, n. 222, p. 332; Regesta chartarum Pistoriensium, I, n. 42, p. 37; BÖHMER, Regesta imperii, I/1, n. 1220 (1186); BÖHMER, Regesta imperii, I, 3/1, n. 198.
Cf. MABILLON, Annales ordinis S. Benedicti, III, p. 85; ODORICI, Antichità bresciane, p. 17; ID., Storie Bresciane, III, p. 214; ORTI MANARA, La penisola di Sirmione, pp. 95-6; GUERRINI, Sirmione, p. 59 (nota 6); PISTARINO, Le Pievi, I, p. 115 (nota 1); BOGNETTI, La Brescia carolingia, p. 476; VIOLANTE, La chiesa bresciana, p. 1015; PANAZZA, La documentazione storica, p. 18; WEMPLE, S. Salvatore/S. Giulia, p. 91; BROGIOLO, Civitas, chiese e monasteri, pp. 24 (nota 42), 58; ARDUINO, Antiche memorie, p. 176; RIGOSA, Note e appunti, p. 38; LUDWIG, Il codice memoriale, p. 114 (nota 38); ANDENNA, Le monache, p. 26; RIGOSA, Per la storia dell'espansione, p. 437; SALVARANI, La struttura territoriale, p. 40; LAZZARI, Una mamma carolingia, p. 53; LA ROCCA, Monachesimo femminile, p. 128.

La pergamena presenta una rosicatura piuttosto estesa in corrispondenza della quarta riga e altre più piccole lungo l'antica piegatura centrale, nonché una leggera consunzione. Rigatura a secco.
Il diploma fu redatto prendendo a modello quello di Lotario I dell'851 settembre 8 (doc. n. 29).
La forma abbreviata della recognitio - insieme al chrismon e al signum recognitionis - è senza alcun dubbio di mano dell'arcinotaio Dructemirus. Le restanti parti del diploma, comprese le righe del signum e della datatio, mostrano invece nella scrittura una certa somiglianza con il doc. n. 34, redatto nel medesimo luogo soltanto tre giorni prima; sebbene ad un confronto più approfondito si riconoscano alcune differenze - in particolare nel chrismon iniziale e nell'inclinazione delle aste ascendenti delle lettere -, è molto probabile che questo doc. sia opera dello stesso scrivente.
Le correzioni inserite su rasura si riferiscono alla maggior parte delle disposizioni che assegnano il monastero ad Angilperga in caso di morte della figlia; tuttavia, nonostante la scrittura appaia più stretta e l'inchiostro più scuro, sono chiaramente della stessa mano cha ha redatto il testo principale (come dimostra anche la forma delle lettere); tuttavia, il fatto che il passo vel iamdicta mater eius non si trovi su rasura e neppure le lettere finali ga del nome Engilberga (cf. nota g) dimostra che nelle parti del testo originale cancellate dalle rasure erano già contenute le disposizioni in favore di Angilperga. L'inserimento di entrambe le espressioni su rasura può trovare allora una spiegazione nel dilettantismo dello scrivente, che, laddove non può contare sull'aiuto del modello, mostra numerose imprecisioni grammaticali e ortografiche. Altrettanto, alla sua imprecisione - o forse anche alla mancanza di spazio - si deve ascrivere il mancato riferimento ad Angilperga come imperatrice o come sposa di Ludovico II.
Alla morte di Gisla, avvenuta nella primavera dell'868, Ludovico II concesse alla moglie Angilperga l'usufrutto vitalizio di tutte le proprietà del monastero e di tutti lgi altri cenobi dipendenti, con la clausola che, premorendo l'imperatrice, la figlia Ermengarda sarebbe subentrata nel godimento dei diritti e dei proventi (cf. MGH, D. Lu II, n. 48, pp. 159-61).
L'undicesimo anno di regno di Ludovico II porta all'860, mentre l'indizione nona conduce all'anno successivo; per l'opzione cronologica adottata, cf. nota introduttiva ai docc. precedenti.

(C) IN NOMINE D(OMI)NI NOSTRI IESU CHRISTI DEI AETERNI. HLUDOVUICUS GRATIA DEI IMPERATOR AUGUSTUS. DIGNUM EST, UT IMPERIALIS CELSITUDO CUM OMNIUM FIDELIUM SUORUM UTILITATIBUS | consulit, maxime eorum convenienter (a) et studiose prevideat et curam gerat honoribus, qui sibi vinculo consanguinitatis adstricti (b) artius fore cernuntur. Igitur omnium fidelium Sanctae Dei Aecclesiae ac nostrorum presentium | futuroru(m)que noverit solercia, quia nos Dei miseracione tacti dilectam filiam nostram Gislam D(omi)no famulaturam devovimus adque in cenobio D(omi)ni Salvatoris intra menia civitatis Brixiæ urbis constructum, quod dicitur Novum (c), sub mo|nastico abitu militandam obtulimus. Sed ut (d) omni in tempore ibidem ad quietudinem et utilitatem reliquarum ancillarum Dei esse et prodesse prevaleat, hoc nostrum p[receptu]m predictę filię nostræ fieri iussimus constituentes, ut cum omnibus cellis | et senodochiis seu curtibus ad iamdictum monasterium aspicientibus, Alina scilicet, Campora, Sextuno, monasterium in Luca, quod Allo dux edificavit, et monasterium in Papia, qui vocatur Reginę, et senodohio Sanctae Marię cum hospitale Sancti Benedicti in | Montelongo, necnon et monasterium situm in Sirmione (e) vel cetera quęque ad predictum monasterium pertinentia taliter, ut sepe dicta filia nostra Gisla diebus vitę suę sub integritate (f) teneat et, si ipsa decesserit, mater eius nobis dilecta Engilberga (g) cuncta, | que supra dicta sunt, firmiter obtinere usuque fructuario dominari possit. Unde et hos apices pari consensu fieri censuimus, per quos firmiter sancimus et statuentes decernimus, ut, quem|admodum predictum est, universa, quę pręscripta sunt, ad prefatum monasterium pertinentia Gisla, filia nostra, quamdiu in hac erumnali luce manserit, teneat, habeat atque possideat | et ordine fructuario gubernet adque disponat vel secundum regularem institucionem sancti Benedicti, prout melius valuerit, iuxta Dei voluntatem regat, postposita longe | cuiuslibet controversia vel inquietudine, eo videlicet tenore, ut, si predicta filia nostra decesserit, mater eius [s]ub omni integritate succedat diebusque vitę suę possid[e]at; quod si et ipsa divina vocacione decesserit, cum omni in|tegritate nostræ maneat potestati dominandus atque ordinandus (h). Unicuique vero successorum nostrorum interdicimus et sub divina invocacione contestamur, quatenus | si ipsa vel iamdicta mater eius supervixerit, nihil ex his, que in hoc scripto continentur illi minuere vel auferre moliatur; quod si fecerit, opta|mus atque omnimodis inprecamur, ut huius rei rationem Deo universorum iudici rectorumque rectori et d(omi)no dominorum plenissimę reddat. | Precepta interea, que nostra sunt auctoritate firmata, de stipendiis sororum inibi Deo militancium volumus, ut fixa et stabilia permaneant per tempora | succedencia sina ulla immutatione. Et ut haec nostræ confirmationis auctoritatis pleniorem in Dei nomine optineat vigorem, manibus propri|is subter eam firmavimus et anuli nostri inpressione assignari iussimus.
SIGNUM (MF) DOMNI HLUDOVUICI SERENISSIMI AUGUSTI.
(C) DRUCTEMIRUS ARCHINOTARIUS. (SR) (SI D)
Data id(us) ian(uarii), anno Christo (i) propitio imperii domni Hludovuici (j) piissimi augusti .XI., indictione (k) .VIIII. Actum Brixia civitate, monasterio Novo. In Dei nomine. Feliciter, amen.


(a) -r corr. su altra lettera, come pare.
(b) -i- corr. da altra lettera parzialmente erasa.
(c) -u- corr. su altra lettera in parte cassata mediante dilavamento volontario dell'inchiostro.
(d) ut nell'interlineo, aggiunto da altra mano.
(e) La prima -i- corr. su r; la seconda -i- corr. su o erroneamente anticipata e cassata mediante dilavamento volontario dell'inchiostro.
(f) dicta - integrita- su rasura.
(g) et si - Engilber- su rasura.
(h) tenore ut - ordi- su rasura.
(i) Ch- corr. su altra lettera parzialmente cassata mediante dilavamento volontario dell'inchiostro.
(j) -l- corr. su altra lettera, forse h.
(k) Su -ct- macchia di inchiostro non dovuta a correzione.

Edizione a cura di Gianmarco Cossandi
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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