Lombardia Beni Culturali
6

Ardicionis Cumani episcopi pagina dispositionis

1140, Tirano.

Nella controversia tra Giovanni converso della chiesa di San Remigio, da una parte, e il clero di Villa, dall'altra, il vescovo di Como Ardizzone <I> , secondo quanto già stabilito dal suo predecessore Guido <Grimoldi>, dispone che <nella ricorrenza> della consacrazione i conversi della chiesa di San Remigio offrano il cibo a pranzo e cena a cinque chierici della pieve di Villa e consegnino loro la metà delle offerte raccolte dal sacerdote <che celebrerà la messa>; che il giorno di san Remigio offrano il cibo come sopra a tre chierici e che il giorno di san Martino versino ai chierici due soldi a titolo di censo.

Copia autentica del sec. XII-XIII, ACTrn, SM, 6 [B]; altra copia autentica, 'Quaternus memorie', c. 17r, da B [C]. Copia Silvestri, BCCo, MS.10.1.8, pp. 3-5, da C; copia (e regesto) De Giambattista, camicia cartacea di B (con segnatura Rugginenti: 5). Regesto: ACTrn, Inventari I/22, subfasc. 1, c. 4v, da C. B è così autenticato: (SN) Ego Guido notarius de Caravate hoc exemplum ex quodam scripto, cum omnibus glosulis que in eo conti|nebantur, iussu et parabola domini Guilielmi Dei gratia Cumani episcopi exemplavi, nichil addito vel dempto preter litteras plus minusve. C è così autenticato: (SN) Ego Rugerius notarius de Becaria de Trixivio viso alio exemplo exemplavi sicut in eo continebatur, scripsi et subscripsi. Nel verso di B solo annotazioni di età moderna, fra cui regesto settecentesco e segnatura Rugginenti (5).

Trascrizioni: FOSSATI, Codice diplomatico, IV, n. 101, p. 50 (da copia Silvestri); PEDROTTI, Gli xenodochi, n. 2, pp. 198-199.
Edizione: BUB, I, n. 305, p. 226.
Regesti: SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, p. 335; PEDROTTI, Gli xenodochi, n. 13, p. 51 (alla data 1140 novembre); Archivio storico, n. 6, p. 13; La val Poschiavo, n. 5, p. 4.
Cf. TURAZZA, La successione, p. 93 e 99; PEDROTTI, Gli xenodochi, pp. 21-22; BESTA, Le valli, p. 124; LANFRANCHI, Economia, p. 9; Helvetia Sacra, VI, pp. 109-111; 114-117; MORETTI, Gli umiliati, p. 172.

La pergamena di B è in discreto stato di conservazione, pur presentando alcune abrasioni - in particolare in corrispondenza delle antiche piegature - e trascurabili macchie di umidità.
B è redatto (come chiarisce la sottoscrizione di Guido notarius de Caravate) per ordine di Guglielmo della Torre, vescovo di Como dal 1197 al 1226 (cf. GAMS, Series episcoporum, p. 787; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, pp. 349-359; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 107-109; Helvetia Sacra, I/6, p. 124-128).
Il documento presenta qualche elemento imitativo di impronta cancelleresca, soprattutto nel protocollo: uso parziale di litterae elongatae nell'invocazione; iniziali elaborate; aste ascendenti e discendenti provviste di svolazzi; segni abbreviativi a cappio. La I iniziale di In nomine, a bianco risparmiato, presenta elaborati tocchi di penna, e così pure la n che segue.
Dai documenti conservati, pare che il vescovo Ardizzone I (1135-1162) abbia definito in almeno tre circostanze i termini dei rapporti tra l'ospedale di San Remigio e il clero di Villa, mantenendo nel complesso inalterata la sostanza dell'accordo: in presenza di liti, come nel caso della presente pagina dispositionis e in quello documentato nel decretum, privo di dati cronici, qui edito al numero 12; ovvero quando l'ospedale di San Remigio venne concesso al monastero di San Carpoforo (cf. la decreti pagina del 1140, qui edita al n. 7). Di Ardizzone I cf. anche i docc. nn. 5, 8 e 10.
Il menzionato Guido Grimoldi è qui ricordato come colui che consacrò la chiesa di San Remigio; così anche al n. 7, nonché al n. 12. A questo proposito cf. ASDC, Codice Bellasi, p. 83, ove l'autore annota: «Consacrò la chiesa di San Remigio in Valtellina, ordinando che li pievani di Villa in segno di loro superiorità aver dovessero in certe solennità l'onere della stazione in detta chiesa e un censo annuo. Non si può dire in quale anno sia seguita la solenne cerimonia, se non forse per aventura l'anno 1117 in cui lo stesso vescovo dedicò la chiesa di San Lorenzo di Sondrio». Inoltre nella carta concessionis di Ardizzone I del 1154 (doc. qui edito al n. 10), Guido viene ricordato come il presule che concesse la regola agostiniana all'ospedale di San Remigio.
Edizione di B; sono omesse le varianti ortografiche di C.

IN nomine domini et salvatoris nostri Iesu Christi. Anno ab incarnatione eius milleximo .C. .XL. Residente domino Arditione Cumano episcopo (1) in castro de Tirano, astantibus ibi quibusdam honestis viris, scilicet Rodulfo presbitero, Iordano presbitero, Iohanne et Manegoldo diaconibus, Henrico clerico et, de laicis, Loterio Cannaferria, Viviano de Piro, Widone de Mercato. Coram istis et quibusdam aliis probis viris, conquestus est Iohannes conversus prefato episcopo de clericis de Villa quod in ecclesia Sancti Remigii, in qua morabatur, quedam superflua et nimis gravia, contra hoc etiam quod dominus Wido predecessor eius bone memorie qui eandem ecclesiam consecravit, constituerat, fatiebant. Conscilio itaque habito, placuit eidem venerabili episcopo ne servientes illius capelle Sancti Remigii a clericis plebis ullo possent inquietari gravamine, inpensam subiectionis certo numero terminare et, ne ulla ambiguitas ultra oriretur, scripto quod voluit iussit firmari. Igitur, iuxta hoc quod a domino Widone Cumano episcopo (2) dicitur esse dispositum, ut servientes conversi qui pro tempore in predicta ecclesia Beati Remigii deserviunt in consecratione quinque personas plebis suscipiant in sero et in mane refectionem, et medietatem oblationis que ad manum sacerdotis devenerit eis tribuant; in festo vero sancti Remigii tres eodem modo suscipi iussit; in festo quoque sancti Martini duos soldos eisdem clericis pro censu dari constituit. Precepit quoque idem venerabilis presul ut nullo in tempore liceat (a) clericis de Villa conversis servientibus Sancti Remigii ullam superinpositam facere: quod si quis huius nostri decreti conteptor extitit, sit anathema aramatha. Si autem Cumano episcopo placuerit sacerdotem aut clericos ibi ordinare, statuit ut que hic scripta sunt semper liceat in melius mutari. Et, ut dispositionis nostre pagini (b) verius credatur, nostro sigillo iussimus signari, salva in omnibus omni tempore auctoritate et reverentia Cumani episcopi.

(a) -t corr. da altra lettera.
(b) Così B.

(1) Ardizzone I, vescovo di Como tra il 1135 e il 1162: cf. GAMS, Series episcoporum, p. 787; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, pp. 334-338; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 95-99; Helvetia Sacra, I/6, pp. 114-117.
(2) Guido Grimoldi resse la cattedra vescovile di Como tra il 1098 e il 1125: GAMS, Series episcoporum, p. 787; SCHWARTZ, Die Besetzung der Bistümer Reichsitaliens, p. 50; SAVIO, Gli antichi vescovi d'Italia, pp. 331-333; TURAZZA, La successione dei vescovi di Como, pp. 89-93; Helvetia Sacra, I/6, pp. 109-111.

Edizione a cura di Rita Pezzola
Codifica a cura di Rita Pezzola

Informazioni sul sito | Contatti