Corpi di reato (post 2008 - ante 2015)

Fondo

Tipologia: fondo artistico

Schede collegate: 47 fotografie

Conservatore: Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo (MI)

Produttori del fondo:
Bonaventura, Tommaso (fotografo professionista / post 2012)
Imbriaco, Alessandro (fotografo professionista / post 2012)
Severo, Fabio (autore dei testi / 1976-)

Autori
[persone] Bonaventura, Tommaso / Imbriaco, Alessandro

Consistenza:
47 opere fotografiche, tra le quali 4 dittici per un totale di 51 unità: stampe inkjet di diverso formato montate su supporto rigido e, tranne una, in cornice

Notizie storico-critiche:
Il fondo Corpi di reato raccoglie le stampe fotografiche della mostra "Corpi di reato. Un'archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell'Italia contemporanea", progetto artistico di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo.
Corpi di reato - secondo l'articolo 253 del Codice di procedura penale - sono "le cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso, nonché le cose che ne costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo". Così, le fotografie rappresentano corpi di reato che rivelano un'attività concreta della criminalità organizzata. Nelle immagini si alternano quartieri di provincia a pochi chilometri da Milano e aule o documenti del maxiprocesso, paesi di montagna meta per la settimana bianca e bunker in cui si nascondevano i boss mafiosi: luoghi e oggetti che, spesso dietro a una maschera di normalità, rivelano il legame con i fenomeni mafiosi, più vicino a noi di quanto possiamo immaginare.
Corpi di reato propone una nuova immagine delle mafie, lontana dagli stereotipi visivi legati alla cronaca nera, che riflette il cambiamento d'epoca che stiamo vivendo. Dopo decenni di lotta sanguinosa contro lo Stato, da tempo si parla di una mafia confusa nella società civile, che prospera in una zona grigia dove i segni della sua presenza non possono essere cercati nella sola violenza. La stessa informazione sulla mafia appare frammentata e per contrastare questa dispersione diventa necessario ricomporre i singoli eventi e tracciare una mappa del Paese attraverso un attento studio dei documenti storici, dei segni della presenza mafiosa lasciati sul territorio, ma anche dei vuoti provocati dall'azione criminale.
Un viaggio lungo l'Italia, come il titolo del celebre libro uscito nel 1984 a cura di Luigi Ghirri, Viaggio in Italia, diventato il manifesto della scuola italiana di paesaggio. Quel lavoro collettivo voleva ripensare la rappresentazione del paesaggio, rivelando la quotidianità anonima dei luoghi, lontana dal bello pittorico e dalla monumentalità delle città. Allo stesso modo Corpi di reato vuole provare a seguire le tracce delle mafie nei luoghi dimenticati, nelle strade anonime di periferia dove i capimafia di oggi spesso vivono; ma anche tornare al passato, mostrando i teatri di un'epoca in cui i boss facevano sfoggio del loro potere.
Le immagini presentano diversi livelli di lettura, sono corredate da ampi testi descrittivi che le accompagnano, generando un'esperienza di grande respiro civile.
Il fondo conserva 51 stampe fotografiche (43 opere singole + 4 dittici), datate dal 2008 al 2015
44 opere sono di proprietà di Tommaso Bonaventura e Alessandro Imbriaco, in deposito presso il Museo di Fotografia Contemporanea dal 2018 (di cui 4 dittici, in totale 48 unità)
3 opere sono di proprietà della Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea dal 2018