comune di Novate sec. XIV - 1797

Comune del contado di Chiavenna, appartenne alla pieve di Samolaco.
L’origine del toponimo si può far risalire a quella villa “quae dicitur villa nova” che il vescovo Alberico aveva donato nell’atto di fondazione del monastero di Sant’Abbondio di Como nel 1013. Nell’XI secolo Novate e Verceia furono feudo del monastero di Sant’Abbondio e furono affidate per l’amministrazione ai Vicedomini, con conferma da parte di Enrico VI nel 1193. Successivamente, per volere di Federico II, furono ceduti ai de Lucino, ai quali furono confermati nel 1260 dal vescovo Raimondo della Torre.
Dalla fine del XII alla metà del XVI secolo Novate e Verceia costituirono un unico comune con il nome di Lezzeno superiore. Quest’ultimo toponimo traeva origine dal “loco et fundo Leucilio” (o Leuzolo o Lezini) nominato in atti del 998, 1035, 1092. Questo locus et fundus comprendeva già le località abitate di Cillio, Vico, Villa, Vercelli (Verceia), alle quali, come si è visto, il vescovo Alberico unì, forse attorno al 1010 la “villa nova”, cioè Novate.
La denominazione del comune cambiò in seguito ad un’alluvione del “fiume di Verceia” che seppellì l’antica Leuzolo, all’incirca verso il secondo decennio del XVI secolo.
Novate fece parte in epoca grigione come comune esteriore insieme a Prata, Mese, Gordona, Samolaco della giurisdizione di Chiavenna.
Alla fine del XVI secolo Vico, Verceia, Scellio erano qualificati come “vicinanze del comune di Novate” e godevano di una certa autonomia amministrativa.
Il comune di Lezzeno superiore (Novate) era diviso in cinque cantoni o terre, eterogenei per superficie e popolazione: Novate assunse una posizione preminente tra XVI e XVII secolo.
I cinque cantoni erano Novate; Codera; Cola con San Giorgio; Campo; Verceia, con la Valle dei Ratti. Verceia, unitamente agli abitati di Scellio e Villa, era denominato anche “cantone ultra Saxum” o “cantone della chiesa di San Fedele”.
Ogni cantone del comune di Lezzeno superiore/Novate, tramite un consiglio, gestiva autonomamente la propria economia (Longoni 1988-1989).
I parroci erano eletti autonomamente dai cantoni, avevano solo successivamente il placet del vescovo di Como (Salice 1989).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]