podestà di Redondesco sec. XVII - 1750

Il podestà di Redondesco era attivo dai primi anni del seicento, come appare da una supplica a sua altezza degli “homini di Redoldesco”, datata 15 maggio 1603, in cui si riferiva della recente erezione della “podesteria” di Redondesco.
A reggere la pretura o podestaria di Redondesco veniva deputato un pretore o podestà, cariche rivestite da un medesimo funzionario che si qualificava in un modo o nell’altro a seconda che svolgesse funzioni di carattere prevalentemente giudiziarie piuttosto che amministrative.
Nominato dal duca, in epoca gonzaghesca, e dal governo centrale, in epoca austriaca, prendeva possesso della pretura dopo l’assegnazione formale da parte dei consoli e deputati reggenti della comunità di Redondesco, i quali gli conferivano la giurisdizione e lo riconoscevano come podestà. Nei “capitoli da essere osservati dalli signori podestà presenti e futuri di Redondesco”, databili alla metà del seicento, il podestà giurava tra l’altro di far osservare i privilegi, statuti, consuetudini e ordini della comunità, di amministrare buona e retta giustizia, di non percepire altro stipendio oltre a quello conenuto con la comunità stessa, di non assentarsi per più di otto giorni per volta dall’ufficio senza la licenza dei signori consiglieri della comunità. Il pretore e/o podestà di Redondesco esercitava la propria giurisdizione sul territorio della comunità di Redondesco e dei suoi colonnelli.
Il pretore e/o podestà di Redondesco, quale titolare di una pretura di “misto e mero imperio”, aveva competenze e prerogative sia in campo civile che criminale. Egli svolgeva anche una funzione di controllo sull’attività amministrativa della comunità, come presiedere alle “vicinie” e ai consigli dei reggenti della comunità.
Alla scadenza del mandato, di solito triennale, il pretore era sottoposto al “sindacato”, attivato dal podestà subentrante nella carica, che emetteva una grida per invitare a denunciare entro otto giorni al senato ducale, prima, e al supremo consiglio di giustizia di Mantova poi, eventuali irregolarità e sopprusi commessi dsal podestà uscente nella conduzione dell’ufficio.
Nell’ufficio della pretura svolgevano la propria attività il notaio attuario e cancelliere, che redigeva, registrava e conservava la documentazione prodotta e presentata al’ufficio. In caso di necessità poteva assumere anche le funzioni del podestaà e/o pretore. Veniva eletto dalla comunità di Redondesco, in base ai privilegi di cui godeva. Nello “squarcio dell’anno 1740 fino a tutto il 1741” si afferma che l’elezione e nomina del notaio attuario e cancelliere della pretura era effettuata dal comitato degli attuari e cancellieri della pretura di Redondesco.
Altri funzionari svolgevano la propria attività nell’ufficio della pretura come il notaio coadiutore dell’attuario, altri scriptores che affiancavano o sostituivano il notaio attuario nelle proprie funzioni (Inventario 1989).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Giancarlo Cobelli ]