parrocchia dei Santi Pietro e Paolo sec. XIV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di San Pietro di Luino, citata nel Liber notitiae sanctorum Mediolani risalente alla fine del XIII secolo (Liber notitiae; Vigotti 1974), è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Travaglia (Notitia cleri 1398): San Pietro era una delle dieci cappelle curate della pieve, assegnata stabilmente a uno dei canonici che risiedevano a Bedero. Si conosce un elezione vicinale del rettore di San Pietro di Luino dell’anno 1392 (Frigerio 1999). Nel 1455, negli atti della visita pastorale dell’arcivescovo Gabriele Sforza, si parla di una chiesa curata di San Pietro di Luino, tenuta dal sacerdote Cristoforo “de Sexa”. La rettoria di San Pietro di Luino viene ricordata nel Liber seminarii del 1564 (Liber seminarii 1564); comunque, un rettore residente doveva esistere a Luino fin dal 1523, in quanto in quell’anno venne eletto a tale carica il sacerdote Defendente Costantini. La notizia è riportata negli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Gerolamo Politi, che si recò a Luino nel 1567 come delegato di san Carlo Borromeo. Quest’ultimo visitò a sua volta Luino nel 1574, mentre erano in corso lavori di ampliamento della parrocchiale e stabilì la traslazione della parrocchia nel centro di Luino, utilizzando l’esistente chiesa di San Francesco. Poiché però questa era troppo piccola e inadatta a svolgere le funzioni di chiesa parrocchiale, il Borromeo ordinò che si costruisse lì vicino una nuova parrocchiale, demolendo la vecchia chiesa di San Pietro, per ricuperare il materiale da costruzione (Frigerio, Mazza, Pisoni 1969). Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Luino è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Val Travaglia.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia dei Santi apostoli Pietro e Paolo di Luino era costituito dal parroco, da nove altri sacerdoti residenti, tre chierici, nove regolari carmelitani; per il popolo, che assommava a 1227 anime complessive, esclusi quattro detenuti, di cui 864 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, eretta dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1583, i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore rosso; esisteva inoltre la confraternita dei cinturati, istituita canonicamente il 30 settembre 1664 e approvata dalla curia arcivescovile il 20 gennaio 1665, unita alla confraternita del Santissimo Sacramento e unita in precedenza alla società del Santissimo Nome di Gesù, non documentata. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa dei Santi apostoli Pietro e Paolo, esistevano gli oratori di San Pietro; San Giuseppe; Sant’Onofrio, di iuspatronato della famiglia Marliani; Beata Maria Vergine Immacolata in Roggiolo; Vergine Maria del Monte Carmelo presso la chiesa dei frati carmelitani, presso il quale era istituita la confraternita della Vergine Maria del Monte Carmelo, approvata dalla curia arcivescovile nel febbraio 1665, i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore oscuro con mantelletta bianca (Visita Pozzobonelli, Pieve di Bedero).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Luvino possedeva fondi per 81.20 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1311 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Luvino assommava a lire 386.11.3; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nei primi decenni del XIX secolo, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Luino era ancora inserita nella pieve di Val Travaglia, nella regione II; nel 1836 venne elevata al rango di plebana e vicaria foranea.
Nel 1895, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Luino, il reddito netto del beneficio parrocchiale non fu rilevato; il clero era costituito dal parroco, da tre coadiutori e un cappellano. I parrocchiani erano 5600, compresi gli abitanti delle frazioni Preda, Longhirolo, Pianazzo, Roggiolo, Motte, Bonga; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e oratori della Beata Vergine del Carmine, San Pietro apostolo, Immacolata, San Giuseppe, San Giovanni di Dio; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Luino).
La parrocchia di Luino conservò lo status di vicaria foranea fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu inclusa nel nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Luino, nella zona pastorale II di Varese.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]