parrocchia di San Bernardino sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La parrocchia di Sesto Calende fu per lungo tempo oggetto di contesa fra le diocesi di Milano e di Pavia, contesa conclusa in favore della diocesi milanese il 25 settembre 1820, quando ebbe effetto la bolla “Paternae charitatis” di Pio VII del 25 febbraio 1820. Secondo il Liber notitiae sanctorum Mediolani, Sesto faceva parte nel XIII secolo della pieve di Angera (Liber notitiae; Vigotti 1974); la stessa affermazione era fatta, nel 1398, dalla Notitia cleri mediolanensis (Notitia cleri 1398). L’appartenenza del territorio di Sesto al vescovato di Pavia era giustificata dalla fondazione del monastero benedettino di San Donato di Scozola da parte del vescovo di Pavia Liutardo nel IX secolo. Nel XVI secolo, il contrasto tra le diocesi oppose san Carlo Borromeo, che visitò Sesto come se fosse un territorio di sua spettanza, al cardinale e vescovo di Pavia Ippolito de Rossi. L’ospedale maggiore di Milano ebbe diritto di iuspatronato sulla parrocchia dal 15 dicembre 1534, in forza della bolla pontificia che gli affidava la commenda dell’abbazia di San Donato di Scozola; la questione fu definitivamente risolta solo nel 1896. Rientrata nell’ambito della diocesi milanese, la parrocchia di San Donato venne nuovamente integrata nella pieve di Angera. Il Milano sacro del 1821 considerò in realtà Sesto inserita nella pieve di Somma, appartenente alla regione forense I; dal 1822 la stessa pubblicazione collocò la parrocchia nella pieve di Angera, nella regione forense II. Il prevosto era vicario foraneo in luogo, e rientrava nella competenza territoriale della pieve di Angera. Il prevosto era coadiuvato da quattro cappellani mercenari. Il paese aveva sette chiese, oltre la parrocchiale abbaziale di San Donato, ed era abitato da 1750 anime.
La prima visita di un arcivescovo milanese alla parrocchia di Sesto fu compiuta nel 1896 dal cardinale Andrea Carlo Ferrari. In quel periodo Sesto aveva 4000 abitanti, il clero era costituito da tre sacerdoti, le chiese erano sei in totale. Nella successiva visita del 30 e 31 gennaio 1904 il cardinal Ferrari constatò la necessità di spostare l’attività della parrocchia al centro del paese, mediante la costruzione di una nuova chiesa, di maggiore capienza. La chiesa fu benedetta nel 1910, ma la traslazione canonica, con il cambiamento del titolo parrocchiale in San Bernardino e Santa Maria, avvenne solo l’11 dicembre 1929. La parrocchia fu visitata successivamente per cinque volte dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, che espresse parere favorevole alla trasformazione in pieve del vicariato foraneo in luogo di Sesto Calende. Nel 1946, venne presa la decisione di trasformare Sesto in vicariato foraneo, aggregandole quattro parrocchie. Nella sua visita a Sesto del luglio 1957, l’arcivescovo Giovanni Battista Montini auspicò il recupero dal punto di vista artistico e pastorale della chiesa di San Donato. Pochi anni dopo, e precisamente il 21 giugno 1963, San Donato divenne nuovamente sede di parrocchia (DCA, Sesto Calende).
Nel corso della seconda metà del XX secolo, la parrocchia di Sesto rimase sempre sede vicariale nella regione II, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Sesto Calende, nella zona pastorale II di Varese.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]