comune di San Fedele sec. XIV - 1738

San Fedele è incluso nell’elenco delle terre del principato di Pavia, censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone, come appartenente alla Lomellina (Opizzone 1644).
Nel 1650 Gerolamo Olevano presta giuramento di fedeltà al re di Spagna, come duca di Milano, per i feudi della Squadra di Sommo, cioè: Cava, Taverna, Torre de Torti, Franco, San Fedele, Spichia, Sabione, Casa Bianca, dei quali fece l’acquisto da Giuseppe e fratelli, Eustachi col regio assenso (ASTo, Inventario Lumellina n° 48).
Torre de’ Torti era, insieme a Travedo, San Fedele e Campomaggiore, uno dei motivi di controversia tra lo stato Sabaudo e l’impero. Solo grazie all’intervento di due potenze straniere (i delegati di Inghilterra e Olanda) il duca piemontese ottenne ciò che era per lui stato chiaramente definito nel trattato di Torino del 1703. Ma sarà la sentenza del 27 giugno 1712 a stabilire che i territori di Torre de’ Torti, Travedo, San Fedele, Campomaggiore dovevano essere definitivamente annessi allo stato sabaudo (ASMi, Confini Torino).
L’imperatore tenne, comunque il Siccomario.
Nonostante tutto la controversia continuò avvalendosi del fatto che già anticamente (e ciò è dimostrabile ne “Il libro delle tasse de’ cavalli” del 1533 o nel “Mensuale forensium” del 1537 o nel “Mensuale contro le Comunità” del 1540 e del 1541) il paese pagava le tasse come facente parte della provincia del Siccomario e tale provincia, annessa a Pavia, era parte dell’impero che, perciò, pretendeva i suoi territori.
Dal 1723 al 1728 le quattro terre di Campo Maggiore, Torre de Torti, Travedo e San Fedele erano pretese sia da sua maestà, perchè incluse nella Lomellina, che dallo stato di Milano, perchè dipendenti dal Pavese.
Sarà richiesto un parere del Congresso, nel 1734 1° dicembre, perchè si risolva tale controversia che ancora perdurava (ASTo, Inventario, n° 48).
Solo con la Pace di Vienna, 18 novembre del 1738, le quattro terre sopra citate saranno definitivamente aggregate al Piemonte.

ultima modifica: 27/10/2002

[ Gloria Ferrario, Cooperativa Arché - Pavia ]