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91. Francesco Sforza a Lorenzo Bernardini da Orvieto 1457 settembre 28 Milano

[ 130v] Mediolani, die xxviii septembris 1457.
Ordini da essere observati per ti, Lorenzo da Orveto, nostro castellano dela rocha de Sancto Columbano (1).
Primo, teneray et servaray quella rocha et forteza de Sancto Columbano ad nostra obedientia et commandamento et di nostri figlioli et non la daray né consignaray ad persona che viva, et sia che se voglia, senza nostre littere sottoscripte de nostra propria mano et senza la parte del contrasigno che havemo con ti.
Item, volimo che dì et nocte attendi ad bona guardia et custodia de dicta forteza, in modo che ad ogni nostra domanda ne la possi consignare, et non te parti né eschy may fora de dicta forteza senza nostra licentia sottoscripta de nostra propria mano in la quale sia scolpita la nostra corniola picola in cera verde, como sta qui de sopra.
Item, volimo, aciò non possi mai incorrere in scandalo né inconveniente alcuno, non debii dentro de dicta forteza acceptare gente alcune da doe persone in suso alla volta et, ogni volta che nui voremo, o per nostro bisogno o per secureza de dicta forteza, gente alcuna più in uno numero come in un altro da tre persone in suso, te lo scriveremo per nostre littere sottoscripte de nostra propria mano et dentro [ 130r*] d'essa nostra littera serà scolpita la corniola dal bissone in cera biancha, come sta qui de sotto.
Item, volimo che tutte quelle nostre munitione tanto victualie como d'altro trovarai in dicta forteza overo che per lo advenire gli mettessemo o facessemo mettere le debii ben servare et guardare et non ne movere may alcuna cosa d'esse, né picola né grande, senza littere sottoscripte de nostra propria mano et che ultra le nostre debii continuamente stare fornito de victualie dele toe almanco per sey mesi, per ogni caso potesse occorrere.
Item, volimo debii tenere tutte le paghe integralmente che tu dey tenere, per la mità balestrieri et l'altra mità pavesani, che siano a nuy e talli nostri figlioli fidati et sufficienti, secondo l'ordine del banco nostro di soldati, et faray tutte quelle cose che debenno fare li veri, boni et fidati castellani verso il suo signore, le quali tutte cose tu haveraii de servare sotto perditione del'anima toa, sotto pena dela testa et ogni altra pena como parirà a nuy.
Item, volimo, aciò non possi may incorrere in errore alcuno nel fare la descriptione dele toe page e così quando te accade mutarne alcuna et in tutte l'altre cose, te debii ben intendere [ 130v*] con li nostri collaterali della bancha di soldati, aciò che habii ad serbare gli ordini.
Item, perché te volemo adoperare in altri nostri facti, semo contenti che in tuo loco alla guardia de dicta nostra rocha de Sancto Columbano possi mettere et lassare Dominico, tuo fratello, el quale iuri de servare et servi questi nostri ordini sotto le pene predicte.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) Identificato Lorenzo Bernardini da Orvieto (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 633).