Registro n. 10 precedente | 507 di 1018 | successivo

507. Francesco Sforza al podestà di Pavia 1452 [agosto] 19 Quinzanello

Francesco Sforza ordina al podestà di Pavia che non si faccia nulla contro Giovanni Giacomo da Lamirago, che teme di essere fatto imprigionare da Guglielmo Cotto, impedendogli di realizzare i suoi crediti, che sono ben superiori alla somma che Giacomo deve (e intende dare) a Guglielmo.

Potestati Papie.
Iohanne Iacomo da Lamiragio, citadino nostro pavese, dice dubita che, ad instancia de Guilmino del Contto, del quale se confessa debitore de certa quantità de denarii et ha intenzione de satisfarli, come è debito et rasonevolo, non sia subito et de facto per la persona detenuto, contra la disposizione et ordini deli statuti de quella nostra citade di Pavia, per la qual cosa ipso Iohanno Iacomo non poteria exigiri da suoi debitori le multe magiore quantitate per satisfare al dicto Guiliemino. Per la quala cosa te scrivemo [ 83v] et volemo, essendo como è dicto, non gli sia facte cosa veruna contra la disposizione deli statuti e ordini predicti, per la quale dignamente si possa condolere et agravare, precipue cum sit solvendo, segondo luy dice. Ex felicibus castris nostris apud Quinzanum, ut supra, et cetera.