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824. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1452 ottobre 30 Calvisano

Francesco Sforza rimbrotta il podestà di Piacenza per non aver voluto eseguire quanto il duca disponeva circa la concessione della grazia a Giacomino e Castellino, fratelli Corni, abitanti nella villa di Quarto del vescovado di Piacenza. Avvisi il duca se non vuole o non può fare quanto egli gli impone, perché in un ora gli farà trovare il suo sostituto.

Potestati Placentie.
Per uno nostro rescripto, quale contineva certa gratia havemo fatto a Iacobino et Castellino fratelli di Corni, habitatori dela Villa de Quarto del vescovato de quella nostra citade de Piasenza, te mandavamo et volevemo che facessi cancellare et annullare la condemnatione alloro facta de certi numeri de porci se trovava havere conducti, più che non doveva, nel territorio Piasentino, como si contineva nella supplicatione loro et per nostre littere. Et pare, segondo hanno referito dicti supplicanti, non hay voluto exequire dicte nostre littere, quale te mandiamo incluse in questa, che multo ne maraviglemo. Il perché te dicemo che non sapendo tu fare, nì havendo drizata la mente ad exequire quanto te comandiamo, avisane, che non sarà una hora che li provideremo de un altro potestà, che exequirà quanto ordinaremo, avisandote che nostra intentione è che dicti supplicanti habiano la gratia libera. Data in nostris felicibus castris apud Calvisanum, die xxx octobris 1452.