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1095. Francesco Sforza a Pietro da Norcia 1452 (novembre) 2 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza, rispondendo a Pietro da Norcia, luogotenente di Lodi, gli ricorda che, per quanto concerne Martino Codazzo faccia, una volta trovatolo, quanto detto. Si dice soddisfatto di quanto fatto per l'arrivo di Giovanni da Vertemate e dispone che non si faccia alcuna novità per i beni e denari di Martino chè, anzi, vuole siano posti sotto sequestro, dopo la sua emancipazione. Si dice in grado di potere al momento rispondere a Bianchino,mentre non è del parere che sia il tempo adatto perchè Giovanni Basano si assenti dalla città. Gli fanno piacere le buone notizie sulla peste in città.

[ 262v] Spectabili militi et doctori domino Petro de Nursia, dilecto locuntenenti nostro Laude.
Respondendo a più vostre lettere et, primo, ala parte de Martino Codazo, non havendolo trovato fino a mò, nè sapendo dove el sia, ve replicamo che, possendolo havere, quomodo debiate fare quanto per altre nostre ve havimo scripto. Remanimo etiandio contenti de quanto havite facto per la venuta lì de Iohanne de Vertamate et volimo che ordinate honestamente che non se mova cosa alcuna, nè se facii altra transactione deli beni et dinari de dicto Martino, fin a tanto saranno melio chiarite le cose. Ulterius ad nuy pare che debiate far fare uno sequestro deli beni et vestimenti d'esso Martino, segondo che ce recordate, maxime siando mancipato, como scriviti, ita che cosa alcuna non vada in sinistro. Ala parte de Bianchino, restiamo avisati et, venendo luy, saperimo ciò che respondere. Ala parte de domino Iohanne Basano, havimo molto bene inteso quanto vi ha richiesto del suo volere andare: dicimo che a noy non pare el tempo de volerse absentare de quella nostra cità, la quale pò riputare averli una bona parte, succedendo le cose como speremo mediante la Dio gratia, siché gli potiti dire che non gli rencresca per alcuni dì, credendone nuy che quando el fusse absente dovesse volere venire li per suo bene et nostro, certificandolo che gli farimo tal parte deli nostri beni ch'el se poterà meritamente contentare et basta. Ala parte dela peste, restiamo molto contenti del melioramento fa quella nostra carissima cità. Data in castris apud Calvisanum, die ii octobris (a) 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Così A.