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1123. Francesco Sforza a Perrino Arcamono 1452 novembre 12 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza vuole che Perrino Arcamono solleciti segretamente ill suo amico a fare quello che intende fare perchè non facendolo subito, non lo potrà più fare, perchè le genti di Venezia devono "andare alle stantie" e ivi manderanno altri fanti. Circa il salvacondotto per quelli di Bordolano, lo informa di avere concesso il salvacondotto a quelli di Roccafranca.

Perrino Arcamono.
Havimo inteso quanto tu ne hay scripto per la toa lettera de quello te ha mandato a dire l'amico nostro et cetera. Al che, respondendo, te dicemo che tu vogli, subito, recevuta questa nostra lettera, mandarli a dire per qualche secreto et honesto modo ch' el voglia, senza più longheza nè tardanza alcuna, mandare ad effecto quello ha dicto de fare; et che non li faza più repplicatione nè guarde nè a cinquanta nè a cento ducati, o de robba o de denari che lassasse, perchè nuy li suppleremo et provederemo a tucto sichè sarà contento, advisandolo et certificandolo che s'el non fa al presente quello ha ad fare, non lo porrà fare più, perchè le gente dela signoria debeno de presenti andare ale stantie et mandaranno deli altri fanti in quello loco per modo non porrà fare poy cosa alcuna. Sìchè confortallo a fare prestissimo finchè ha el tempo, et avisane como haveray facto. Ala parte del salvoconducto de quelli homini da Bordolano, te avisamo como nuy havemo concesso salvoconducto a Rochafrancha perchè loro el possano havere in loro contracambio. Apud Calvisanum, die xii novembris 1452.
Iohannes.
Iohannes.