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1142. Francesco Sforza ai presidenti degli affari della comunità di Pavia 1452 novembre 17 Gambara.

Francesco Sforza scrive ai presidenti degli affari della comunità di Pavia di essere stato informato da Filippo d'Ancona delle difficoltà sollevate per i pagamenti in ducati del carreggio per il castello di Milano, perchè l'anno precedente era stato concesso il pagamento in bislachi, ossia fiorini del Reno. Il duca stabilisce che per gli arretrati si paghi in bislachi, ma da gennaio in poi si pagherà in ducati. Stabilito ciò, chiede loro di effettuare il pagamento richiesto senza alcuna dilazione.

Spectabilibus et egregiis dilectissimis nostris presidentibus negotiis communitatis civitatis nostre Papie.
Segondo che nuy siamo informati per littere de Filippo d'Anchona, nostro famiglio, voy ve renditi difficili et renitenti ad fare li pagamenti del carezo del nostro castello de Milano a ragione de ducato, allegando voy che per nostre littere del'anno passato ve specificassemo che dovesti pagare a ragione de bislachi, osia fiorini de Reno, volendo voy intendere, cussì del presente et avenire, como dal data de quella nostra littera indrieto, che seria un mal usare dela liberalitate, quale alhora usassemo cum voy, che troppo ad nuy preiudicaria et seria ritardare el laurerio del dicto castello, el quale havimo più a core che veruna altra cosa. Pertanto a vostra declaratione restiamo contenti che dal mese de zenaro proximo passato indrieto debiate havere facto o faciate lo dicto pagamento a ragione de bislachi, ma dal dicto mese de zenaro in qua et per l'avenire debiate pagare ad ragione de ducati, et perchè melio siati chiari de questa nostra dispositione, habiamo sottoscripta la presente de nostra propria mano, confortandovi, caricandovi et stringendove quanto più possimo, cussì per fare cosa ad nuy gratissima, como per evitare le spexe potriano dare li nostri officiali ad quella nostra comunità per questa casone, che vogliate pagare senza veruna dilatione, non aspectando altra repplicatione de nostre lettere. Ex Gambara, xvii novembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.