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1450. Francesco Sforza ad Andrea Fulgineo 1453 febbraio 6 Milano.

Francesco Sforza scrive ad Andrea Fulgineo di andare a Crema per l'urgenza di terminare quanto prima i lavori, ricordandogli che le calcine devono essere cotte. Gli chiarisce che al pagamento dei maestri e dei lavoratori provvederà lui e si servirà dei suoi carri per portare le pietre e la calcina va consegnata a Marco Cagnola. Vuole che si trovi con il referendario di lì per la faccenda delle pietre del "pristino", indispensabili per mandare avanti i lavori.

Ser Andree de Fulgineo.
Havimo inteso quanto tu ne scrivi del tuo andare a Crema; al che non accade dire altro, se non che tu vadi, non siando andato alla parte de quello lavorerio volimo omnino se facia senza perdimento de tempo. Et piacene de quelle calcine quale, secondo el tuo scrivere mò debbono essere cocte per fare l'opera. Et per chiarirte como se debono pagare li magistri et lavoratori, dicimo che li volimo pagare nuy, et che se paghino como sonno stati pagati l'altri chi ne hano lavorato, et cussì volimo che li nostri carri menano le petre su lo lavorerio, per non dare el desconzio ad altri. La calcina volimo sia consignata in mano de Marco Cagnola. Ma perché non se pote fare nulla senza le petre del pristino, quale intendimo comprare et far disfare, como tu debbe sapere, volimo che subito subito tu te trovi cum il nostro referendario lì et te faray monstrare una littera quale gli scrivimo supra ciò, et che senza uno minimo perdimento de tempo concludati el mercato per minore precio poteriti, et deinde el faciate disfare et fare quanto in esse nostre littere se contene. Mediolani 6 februarii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.