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1496. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 febbraio 14 Milano.

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Lodi che, se non avesse ancora mandato i guastatori, li mandi subito perché Marcoleone proceda nei lavori. Occorrendo carri per portare pietre per la costruzione della torre a Cerreto e per la rocchetta di Lodi, darà ordine ai carrettieri di Melegnano di arrivare con cinque carri e, mancando del fieno, disporrà che arrivino a Cerreto tre carri di fieno buono del Fiorentino per i buoi, trattenendo nella stalla i buoi dei due carri lì destinati. Se il Fiorentino non avesse fieno, cerchi a Lodi quel che necessita per lì e per Cerreto. Riconferma il salvacondotto ai Cremaschi, come il provveditore di Crema fa agli Sforzeschi. Comunque ordina la guardia al revellino e la sistemazione fuori, d'accordo con il conestabile del ponte, di rastelli. Concede per il resto dell'anno agli uomini di là dell'Adda l'esenzione dai carreggi e della fazione personale a compenso dei danni subiti per il comportamento di quelli di Cerreto. Termina ammonendo che chi violerà i salvacondotti concessi, avrà la trattenuta di quel tanto del soldo per risarcimento del danno causato e il castigo dell'impiccagione.

Locumtenenti Laude.
Non havendo mandati giù ad Cerreto li guastatori per lavorare ad quella strata, et navaroli per condure suso quello ligname del ponte, quale forsi haveriti retardati per respecto al carnelevale et al tempo extraneo, se non l'haverite mandati hogi, non resti per niente che li mandiati subito, avisandone che Marcoleone ce ha scripto hogi che non può fare quanto gli habiamo ordinato se non ha dicti guastatori.
Siando necessarii a Cerreto tre de nostri carri per condure prete per la fabrica de quella torre et fare altre cose necessarie là et lì a Lodi doy altri carri per condure ala rocheta le prete del pristino, havemo ordinato ali carratori nostri sonno a Marignano gli ne vengano là cinque. Ma perché semo avisati che né a Cerreto né lì a Lodi non gli è feno bono [ 331r] del nostro da pascere dicti bovi, però volimo interveniate lì dal Fiorentino, se havesse feno bono per dicti bovi et, havendone, faritene condurre per aqua ad Cerreto tre carri et retegna li bovi deli doy carri sonno deputati lì in la stalla deli bovi providendo ali bovi et ali bivolci del loro vivere; et in caso che'l Fiorentino non ne havesse, trovaritene lì in Lode tanto che supplisca ad Cerreto et lì. Et avisatecene che quando serà bono carrigare, lo farimo condure lì da Marignano adciò gli lo possiate rendere.
Semo contenti refermare il salvoconducto de Cremaschi per contracambio deli nostri homini de là de Adda, refermando il proveditore de Crema il suo ali dicti nostri nella forma erano prima. Et però scrivemo l'aligata littera al dicto proveditore, quale lì mandarete, et secondo ve responderà, scrivendoli ve avisi dell'intentione soa sopra de ciò, cossì esequiriti. Ma ad casone non cerchasseno de machinare li inimici socto dicto salvoconducto qualche fraude, como semo avisati volevano fare quando feceno l'altro dì quella correria et cercandolo che gli vegna fallito el pensiero, volemo provediate tale et sì facto ordine al revelino et rastelli de fora con el conestabile del ponte d'Adda che inconveniente alcuno non possa sequire et che sopra tucto stia di continuo uno sul corretoio overo suli torriani del revellino ad guardare de fora.
Havendo dicti nostri homini dellà d'Adda, como sapeti, per le insolentie deli mali portamenti de nostri stanno ad Cerreto, sofferto in questo salvoconducto danno de circa doycento ducati, rechiedendoce vogliamo havere compassione del danno loro et per casone de ciò rilevarli da carregi et factione personale per questo anno, parendone la loro rechiesta rasonevole, siamo condescisi ad compiacerli; et però non li gravariti per l'avenire durante il dicto tempo né de caregi né de altre factione personale.
Per l'avenire ad caxone inconvenienti non sequino in violare li nostri salviconducti per li nostri, como sonno sequiti fine mò, scrivemo per l'aligata lettera ad Marcholeone che, oltre che intendiamo fare retenere ad quelli fanti o provisionati hanno violato li nostri salviconducti li dinari del damno dato ali primi correranno che, incorrendo più in simile insolentia, non che li faciamo pagare li damni ma li farimo impichare per la gola. Et cossì voglia monire tucti. Et voy anchora del canto vostro non mancharite se exequisca questa nostra voluntà. Et per il simile scrivemo al proveditore de Crema che ce avisi subito se violentia alcuna fosse facta, o ne avisi voy, che vederà la demonstratione ne farimo. Mediolani, xiiii februarii 1453.
Ser Andreas.
Andreas Fulgineus.